Ancora una volta, si sentiva un peso ad esistere. Vedere il signorino che le poggiava un panno umido sulla fronte sudata la faceva sentire inutile. Sarebbe dovuta essere lei a preoccuparsi e curarsi del piccolo Uchiha, non viceversa. Cercò di scostare le attenzioni di Sasuke con la debole mano, ma venne presto rimproverata. "Non provarci nemmeno, cosa pensi di fare? Non sei capace neanche di respirare normalmente, ora." sibilò asciugando con un dito la scia di goccioline d'acqua che si stava facendo strada sulla guancia della ragazza. Ella arrossì violentemente, mantenendo comunque la sua espressione fredda e in parte sofferente.
"Il signorino non deve subire ripercussioni, è stata colpa mi-"
"Ma la vuoi piantare? È da quando ti sei rianimata che non fai che pensare a lui. Signorino Itachi di qua, signorino Itachi di là, ma insomma, sei capace di pensare a te stessa per una volta? Il mondo non gira intorno a lui, e anche se lo sa non vuole accettarlo." sbottò senza preavviso il corvino, scaricando l'ondata di frustrazione che non era stato capace di infliggere al fratello. Un lungo silenzio seguì quella esclamazione. "Scusami" mormorò poi, rendendosi conto di star parlando con una schiava. Era il suo compito mettere davanti a se stessa la vita del suo padrone. "Non devi scusarti. Fa parte del mio lavoro" replicò lei leggermente dispiaciuta.
"Quando sarai in grado di reggerti in piedi senza sentirti mancare, vai a farti un bagno alla sorgente. Fa sempre bene anche se non se ne sente il bisogno. Io domani sono in missione, quindi farai meglio a badare da sola alla tua salute" concluse il discorso Sasuke, chiudendo lentamente la porta dopo averla sorpassata. Si sentiva triste quando tornava a fare il cinico davanti a lei. Sentiva la palpebra del suo occhio "buono" molto pesante e la lasciò cadere nella speranza di un sonno ristoratore.L'ambiente era circondato da una luce fioca, generata da una fila di lunghe candele profumate. Il giovane Uchiha si sentì soffocato da quell'aroma pesante e quasi si pentì di non aver ascoltato il fratello, che al momento gli sedeva di fianco. Egli gli diede un buffetto sulla fronte, sorridendo lievemente "Stai tranquillo, andrà tutto bene". "Lo so benissimo, vedrai, ti darò filo da torcere" rispose Sasuke fiero. In quel momento, venne suonato il campanello che segnava l'inizio della riunione.
Fu piacevole ascoltare il padre e gli altri membri del clan discutere pacatamente della gestione della stazione di polizia a loro assegnata, a cui prese parte anche Itachi, che ogni volta che apriva bocca lasciava stupiti i presenti con il suo tono serio ed elegante da uomo d'affari. Sasuke sentì una morsa allo stomaco e l'autostima calare piano piano: non poteva competere con lui, non ancora. "Allora, che ne pensi giovanotto?" si rivolse a lui un anziano, interpellando la sua parola per la prima volta. Egli deglutì e si concentrò il più possibile per lasciare la sua solita parlantina uscire sciolta e rilassata. Sorprendentemente, a parte qualche piccola ripetizione, riuscì a finire il discorso senza incepparsi. Dopo quell'intervento, nessuno sembrava più interessato a lui. Ora guardavano Fugaku, che spiegava, grazie ad una cartina appoggiata alle spalle, il nuovo percorso delle perlustrazioni giornaliere. Il piccolo Uchiha si sentì toccare il ginocchio e girò lo sguardo verso il fratello, che gli face un segno d'approvazione con il capo. Tirò un sospiro di sollievo e mantenne il suo cipiglio altezzoso per tutta la durata della riunione, che dopo qualche ora si concluse. "Hai visto Itachi? Sono stato bravissimo" si vantò una volta sulla strada di ritorno verso casa. "A me non sembravi così convinto" sospirò il corvino, dando un coppino leggero al fratellino "comunque devo ammettere che hai fatto un lavoro decente, per essere la prima volta". Sasuke si grattò il naso soddisfatto prima di rivolgergli ancora la parola "Domani hai il giorno libero, no? Perché non vai a scusarti con lei?". Itachi abbassò lo sguardo e si mordicchiò il labbro. Avrebbe voluto farlo, ma aveva paura di non farcela: la sua personalità gli diceva che avrebbe avuto una crisi ancora prima di incontrarla e alla fine avrebbe rinunciato. "Smettila di fare così, potresti ingravidare tutte le ragazze della foglia" ridacchiò Sasuke, che adorava scherzare sulla fama del fratello tra le donne. Non gli arrivò nessuna risposta. Decise che era meglio lasciarlo ai suoi pensieri e accelerò il passo, dopo avergli scompigliato i lunghi capelli legati e lasciati cadere sulla spalla."Sono a casa!" urlò alla madre, che prontamente arrivò sulla soglia. "Allora, come è andata?" chiese curiosamente. "Itachi dice che andava bene" rispose, sapendo che la parola del fratello valeva piú di qualsiasi altra cosa. Ella sorrise dolcemente e gli baciò la fronte "Io e tuo padre siamo fieri di te, Sasuke. Continua così e raggiungerai presto Itachi e senza neanche rendertene conto comincerà a trattarti come suo pari". Il corvino annuì e si rallegrò delle attenzioni della donna "Come sta lei?". "Penso che se non la avessi fermata avrebbe già ricominciato a compiere il suo lavoro, ma deve ancora riposare se vuole rimettersi del tutto" spiegò Mikoto mentre versava del tè verde caldo per il figlio.
Egli accettò la tazza e sorseggiò piano la dolcezza dell'infuso, che presto finì. "È meglio che vada a dormire, domani sono in missione con il team 7 e devo svegliarmi presto ed essere in forma" disse, e scomparì verso la sua camera da letto dopo aver ricambiato la buonanotte.
Itachi, intanto, era anch'egli arrivato, ma non aveva voglia di conversare con la madre, che sicuramente lo avrebbe stressato ulteriormente con le sue domande. Con passi silenziosi, si diresse direttamente nella sua stanza, che però al suo arrivo non si aprì. Maledisse quella volta che aveva chiesto di poter chiudersi in camera per maggior privacy e pensò a dove aveva lasciato la chiave. Prima della riunione aveva messo il contenuto del portamonete sopra la credenza davanti alla lavanderia, per evitare che la madre, inconsciamente, avesse lavato i suoi soldi insieme ai vestiti. Andò verso la destinazione svogliatamente, strascicando i piedi per terra, e per fortuna trovò la sua piccola chiave grigia, che giaceva accanto a tremila yen lasciati incustoditi a mani avide di onigiri. La prese con due dita e la fece roteare tra di esse, assaporando a pieno il freddo contatto del metallo con la sua pelle, accaldata dallo sbalzo termico tra l'interno dell'abitazione e le strade di Konoha. Rilassò il corpo, cercando di entrare a percepire anche le più deboli sensazioni che lo circondavano: dal battito del suo cuore al respiro calmo che proveniva da un futon imbottito di fianco a lui. Quasi si sbilanciò sulle assi del pavimento, rendendosi conto di essere terribilmente vicino alla ragazza a cui aveva quasi cavato un occhio la mattina. Vedeva la garza inzuppata appoggiata sul suo viso e anche la grande macchia cremisi che si era formata sopra. Si inginocchiò, facendo scricchiolare il legno, e le poggiò l'indice sul mento. Ella mugolò una parola simile a "sama" nel sonno e strusciò la guancia contro il palmo del corvino, nella sua pura ingenuità. Quella reazione lasciò Itachi senza fiato, tanto preso dalla dolcezza della scena che aveva appena vissuto. Si morse il labbro e si allontanò lei, senza fare rumore. Il giorno dopo le avrebbe parlato.~ Author's Note ~
* . . . *
* she's typing *
* she's writing the next chapter *
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• 𝘸𝘢𝘵𝘦𝘳𝘧𝘢𝘭𝘭 •
Fanfictionfinished. itachixreader fanon au. other ships: sasuino, shikatema, narusaku from the book: "t/n si sentì, per la prima volta nella sua vita, libera. libera di ogni peso, di ogni preoccupazione, di ogni tormento passato. perché li stava sopportando l...