𝟎𝟒. 𝐇𝐀𝐕𝐄 𝐘𝐎𝐔 𝐅𝐎𝐔𝐍𝐃 𝐀 𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐄𝐓?

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Il mattino dopo, Min Ji si alzò di buon ora. Benché fosse sveglia già da prima che suonasse la sveglia, tenne gli occhi chiusi fino a quando non raggiunse il bagno della sua camera per prepararsi. Si lavò denti e viso e indossò attentamente l'uniforme per il suo primo giorno. Niente era meglio di un pò di acqua fresca per un viso preso a pugni da un sonno molto breve come quello della scorsa notte. Troppe poche ore di riposo, aveva scoperto, non le giovavano affatto, specialmente che il suo era un sonno leggero che anche un insignificante scricchiolio avrebbe potuto disturbare. La notte precedente aveva sentito una porta aprirsi e richiudersi, ne era certa - era per questo che si era alzata a controllare. Subito dopo aveva visto Yoo Hyeon e Ga Hyeon insieme nel corridoio perché una delle due non riusciva a dormire e aveva svegliato l'altra. In qualità di maggiore, si disse che doveva fare qualcosa per loro e far passare via questa nostalgia di casa insieme alla paura di nuovi posti, nell'ultimo caso sentiva anche lei questo bisogno. Forse anche per questo le tre si erano recate in sala ricreativa. La rossa aveva deciso di chiamare anche Yu Bin. Non appena arrivata alla sua porta bussò, ma nessuno era all'interno della stanza. Fu così che fu certa che l'avrebbe trovata in biblioteca - sicuramente curiosa a tra vecchi libri; lo aveva detto a cena che sarebbe andata a farci un salto.
– Dami! – bisbigliò Minji.
Toc. Toc. Toc.
D'un tratto Yu Bin sentì bussare forte alla porta della biblioteca in cui si era chiusa per un pò di tempo e quando la testa di Jiu sbucò fuori, ella la raggiunse.
– Siete sveglie? – chiese Dami.
– Solo noi, di Si Yeon e Sua non si sa niente, credo che siano davvero le uniche a dormire stanotte. Ga Hyeon non riusciva a dormire e ha svegliato Yoo Hyeon nel bel mezzo della notte. Pensavo potremmo andare in sala ricreativa.
Così fecero. Yu Bin annuì e la seguì, non prima di aver messo a posto tutto e chiuso la porta della biblioteca. Le quattro, ora tutte insieme si diressero verso la sala ricreativa, dove c'era già Han Dong a disegnare qualcosa su un foglio, precisamente erano caratteri cinesi. Di origini cinesi, Han Dong aveva vissuto in Cina per molto tempo prima di trasferirsi in Corea del Sud a causa del lavoro del padre. Non era passato molto da quel trasferimento, infatti la ragazza aveva ancora scatoloni in camera sua da svuotare, ma con l'iscrizione a quell'istituto aveva lasciato tutto per com'era e forse era stata una fortuna. Non le importava davvero che fosse tutto a posto, bastava già suo padre con quella mania di perfezionismo a volte troppo soffocante. La vita da persone importanti le stava stretta, perché desiderava non dover essere continuamente punzecchiata e a dover soddisfare le aspettative. Di questo ovviamente Han Dong non ne parlava mai, tanto meno si ribellava, a lei bastava avere il suo album da disegno dove disegnare o scrivere caratteri cinesi e decorarli, alcuni suoi disegni erano davvero delle opere d'arte.
– Unnie? – Han Dong alzò il viso dal foglio sorpresa. Erano quasi tutte sveglie e avevano avuto tutte la stessa idea di raggiungere la sala ricreativa. «Anche loro non riuscivano a dormire? - pensò - almeno non sono l'unica. Le uniche che dormono sono probabilmente Sua unnie e Si Yeon unnie».
– Dong unnie, sei anche tu sveglia? – domandò Ga Hyeon. La piccola, che con la sua camicia da notte sembrava una bambolina, aveva preso pian piano a tranquillizzarsi perché non era la sola a non riuscire a dormire. Questo, pur non essendo il massimo come prima notte, l'aveva comunque aiutata molto a superare la paura del nuovo ambiente e a pensare ad altro. Quando presero a parlare tra di loro, sedute a cerchio, la situazione sembrò non essere più così strana - perché di fatto era strano che tutte fossero sveglie nel cuore della notte e gironzolassero a destra e a sinistra - invece, si era creata un'atmosfera piacevole. Subito dopo vennero raggiunte da Bo Ra e Si Yeon, che Dami era andata a cercare, e rimasero fino al sorgere del sole.
In conclusione, Min Ji non aveva dormito; le sarebbero serviti parecchi caffè oltre ad una buona dose di zuccheri per trovare l'energia necessaria ad affrontare quella giornata. La rossa si vestì con l'uniforme dalla gonna colorata blu, bianco e rosso a strisce, così come lo era il colletto; la camicia e la cravatta bianca. Indossò le parigine, trovandole più scomode di quanto aveva immaginato e si pettinò i capelli. Quando gli occhi lanciarono uno sguardo all'orologio, era in ritardo per la colazione. Allora corse velocemente giù per la rampa di scale, attraverso il soggiorno verso la sala da pranzo.
– Buongiorno – augurò col fiatone.
– Alla buon'ora. Giorno unnie – Bo Ra sorrise, versandole una tazza di caffè. Non serviva che lo chiedesse per dire quanto ne avesse bisogno, così come tutte le altre. Yoo Hyeon era appoggiata con gli occhi chiusi sulla spalla di Yu Bin, la quale sbadigliava in continuazione, portandosi una mano davanti la bocca; mentre la più piccola cercava supporto da Han Dong, che non mancava di accarezzarle la testa teneramente, anche lei assonnata. Si Yeon teneva in mano il suo Iced Americano, sorseggiando lo poco alla volta, alternandolo con un pezzo di croissant al cioccolato. Min Ji constatò che la situazione non poteva andare peggio di così anche se dovette immediatamente pentirsi di averlo pensato, dopo aver appreso la notizia della foto di gruppo prima delle lezioni insieme a Madame Cauchemar, già in attesa di essere raggiunta. Passate le prima ore del mattino, la vecchia si era fatta viva al castello e aveva con sé una macchina fotografica, una di quelle vecchie che funzionano a malapena. Aveva insistito a fare lei la fotografia a tutti i costi ed appenderla in soggiorno, subito dopo invitò le ragazze a pranzare insieme. Fu uno dei momenti più strani della giornata, dove Min Ji faticò ad ordinare i pensieri. Troppe cose le passavano per la testa e tra queste innumerevoli domande che richiedevano risposte difficili.
– Madame – disse – Non ho potuto fare a meno di notare che qui in istituto sembra tutto molto tranquillo e incredibilmente disabitato...
– Lo è, hai perfettamente ragione. Il castello di Janvry è un posto molto tranquillo che ha sempre ospitato il mio istituto e sono particolarmente legata a questo posto, che a volte è la compagnia quella che viene più a mancare.
– Per questo siamo le uniche qui? Perché voleva compagnia e trascorrere le sue giornate con noi –  allora la ragazza affermò facendo piombare il silenzio nella stanza, ma come se ciò non bastasse ella continuò – Credo che siamo le uniche qui e che non ci sia nessun altro, e che la scusa dell'istituto serva per farla sentire meno sola.
– Devo ammettere che per essere arrivate solo ieri siete un'ottima osservatrice, signorina Min Ji. Ebbene, credo che lo abbiate scoperto – la vecchia fece con tono rassegnato – Voi siete le uniche studentesse. L'istituto esiste a tutti gli effetti, lo posso assicurare e non per un motivo assurdo, badate, non voglio che pensiate male, ma il fatto è che siete state selezionate. È raro vedere più di dieci persone iscritte all'anno; non perché io mi senta sola, ma perché teniamo a prenderci cura di ognuna di voi. Quest'anno siete le studentesse al Castello di Janvry, il prossimo anno può essere che non lo siate più e che qualcun'altra prenderà il vostro posto.
– In pratica è una sorta di potenziamento, uno di quei viaggi studio che durano sei mesi o dodici e basta? – Yu Bin si fece coraggio, dopo che bevve un sorso di aranciata.
– Precisamente – affermò la direttrice – Non vi preoccupate di nulla e godetevi la vostra permanenza. Signorine, qui non c'è niente di cui avere paura, tra l'altro i vostri genitori sono stati avvisati di ogni cosa grazie alle lettere che ho loro spedito.
La questione si concluse lì. Madame Cauchemar le aveva lasciate in anticipo di qualche minuto prima che cominciassero le lezioni. Il salotto in cui era stata appesa la fotografia piombò nuovamente in un silenzio tombale che aveva dato modo a tutte le nuove studentesse di guardare la cornice appesa in maniera più approfondita. Molti dei dettagli non era possibile distinguerli in quella carta fotografica rovinata e in realtà niente poteva dirsi essere messa a fuoco.
– Io continuo a non fidarmi di lei – disse Yu Bin aspramente mentre osservava ancora pensierosa quella fotografia. Nel frattempo finì di scrivere qualcosa su un bigliettino e lo aveva messo all'interno di un quaderno.
– È impossibile che i miei genitori non mi abbiano informato di tutto questo, impossible – Si Yeon cominciò ad andare da una parte all'altra del cortile posteriore dove le ragazze stavano preparando una relazione nelle prime ore del pomeriggio.
Le lezioni erano durate meno di quanto si aspettassero, nonostante la clessidra, messa in ogni classe sulla cattedra, scandisse perfettamente il tempo, che la mora non aveva mancato di controllare sul suo fidato orologio da polso tra un cambio d'ora e l'altro.
– Qualcosa mi puzza, sí sí, qualcosa non va, c'è qualcosa di strano. Che poi l'avete sentita. Questo perché ci teniamo a prenderci cura di ognuna di voi. Falsa – continuò strizzando ancor di più gli occhi, senza mai smettere di camminare. Faceva quasi venire il voltastomaco quanto il mal di testa per le sue continue lamentele.
Bo Ra rise rumorosamente, come al suo solito, ma pienamente d'accordo. Si Yeon, quando non le stava bene qualcosa diventava improvvisamente drammatica, se avessimo dovuto identificarla con il personaggio di una qualsiasi fiction televisiva sarebbe stata la ragazza ricca che urlava al telefono al proprio padre di risolvere i suoi problemi, anche se solo apparentemente. Era spassosissima, ma non per questo aveva torto. Era assolutamente vero che tutte loro erano state come abbandonate a loro stesse, specialmente la notte in un castello come quello non esattamente vicino al centro del paese in cui erano. Quello era un dettaglio decisamente da non trascurare. Sarebbe potuto succedere di tutto e nessuno, in ogni caso, sarebbe venuto a scoprirlo. Bo Ra ipotizzava che ci sarebbero voluti minimo due giorni, non prima.
– Il fatto che i nostri genitori non ce l'abbiano detto mi fa dubitare molto. Conoscendo i miei, so per certo che mi avrebbero informato di tutto. Quindi è probabile che Madame non l'abbia specificato quando ci hanno accettato come studentesse qui, oppure quelle lettere non sono mai arrivate ai nostri genitori. La cosa che più mi sconvolge però è: se non ha parlato di questo, esattamente di quante altre cose Madame non ci ha informato – disse Yoo Hyeon. – Sono più che sicura che ci sia qualcosa sotto che qualcuno vuole tenerci nascosto e che prima o poi verrà alla luce quando meno ce lo aspettiamo. Non vorrei che dovessimo arrivare ad un punto di non ritorno.
Min Ji scosse la testa con sguardo preoccupato verso Yu Bin, la quale invece non mostrava alcun tipo di emozione, anche se lei stessa avrebbe affermato che era arrabbiata e probabilmente molto delusa dal susseguirsi degli eventi. Ora che cosa avrebbero dovuto fare? Come muoversi venendo a conoscenza di questo fatto e man mano di tutti gli altri? Yu Bin ci pensò durante una passeggiata.
Erano più o meno le quattro del pomeriggio. Dopo aver consegnato le relazioni entro l'orario stabilito, le ragazze decisero di percorrere insieme il cortile alberato di fronte l'ingresso del castello per prendere un pò d'aria fresca. Era l'inizio di ottobre. L'aria percepita era diventata più pungente di quella ricordavano al loro arrivo nell'Essonne. Il prato invece aveva perso quella sua caratteristica brillantezza come se il verde avesse assorbito il grigiore di quelle giornate piovose. Yu Bin si ritrovò ad osservare tutto in un silenzio spietato, poco più avanti rispetto alle sue compagne, mentre giocava con un sottile anello dorato posto all'anulare destro. Stava attentamente riflettendo se fosse una buona opzione quella di indagare meglio sulla questione sorta quella mattina e trovare qualche prova che loro non fossero state intrappolate senza che i loro genitori lo sapessero, oppure lasciare tutto com'era e lasciare che gli eventi prendessero una piega già stabilita. Alle sue spalle il resto del gruppo camminava a coppie parlando del più e del meno, sghignazzando per qualcosa di buffo o semplicemente godendo dell'arrivo della stagione autunnale. A volte Yu Bin avrebbe voluto afferrare un briciolo di quella spensieratezza per potersi separare dalla sua formidabile, quanto limitante, razionalità. Lei era una ragazza cresciuta troppo in fretta.
– Se entrassimo nell'ufficio della direttrice verso notte fonda potremmo trovare le lettere che non ha mai spedito – disse all'improvviso Si Yeon, che si mise a saltellare per la brillante idea mentre aspettava conferma da parte delle altre, specialmente da lei.
– Sei impazzita per caso?! – Bo Ra la precedette, fissando la mora con gli occhi spalancati – Non possiamo intrufolarci nel suo ufficio, potrebbe scoprirci.
– Ma se fino a ieri eravamo le uniche in questo castello, fidatevi, dobbiamo farlo – l'altra ribatté.
– Mi dispiace dover dire che ha ragione, ma Si Yeon ha ragione. Non abbiamo altre possibilità di scoprire se i nostri genitori sono a conoscenza della cosa, e magari potremmo comunicare con loro – Yubin finalmente prese la parola. Aveva smesso di guardare il viale alberato, per ammettere che la sua unnie aveva avuto una buona idea. Min Ji, come tutte le altre, ci rifletté qualche secondo prima di concordare, malgrado tutti gli avvertimenti possibili di Bo Ra, la quale alla fine se ne convinse.
– La gita notturna un'altra volta – Si Yeon le sussurrò all'orecchio in modo innocente, facendola spaventare. Tra le tante cose c'era anche quella promessa che aveva fatto alla mora in un momento di disperazione, per cui la maggiore scosse la testa e fece un mezzo sorriso arresa, già di ritorno al castello.
Superarono il cancello per accedere al cortile posteriore in fila indiana quando Min Ji si bloccò all'improvviso strisciando le parigine sui sassolini della strada producendo un rumore sordo. Qualcosa di molto piccolo e scuro aveva attirato la sua attenzione vicino ad un'aiuola con della menta. Era davvero molto piccola, quasi invisibile e si mimetizzava perfettamente con il pavimento di pietra, si muoveva lentamente e necessitava di essere studiata da vicino. Minji si allontanò subito dalla fila e osservò meglio la creatura, così vicino poté affermare che si trattava di un ragno dalle considerevoli dimensioni. Da lontano sembrava minuscolo anche se le sue reali dimensioni potevano essere paragonate al doppio di quelle di un calabrone. Il ragno ferito, anche se non portava alcun segno, che camminava davvero male a tal punto che la giovane ebbe pena per lui e lo catturò con un barattolo per poterlo curare - lei non aveva paura dei ragni e neanche degli insetti, quindi se avesse potuto aiutarlo lo avrebbe fatto. Lo portò con sé al castello.
– Carino unnie, hai trovato un nuovo animaletto? – Yoo Hyeon la vide arrivare col barattolo. La bionda l'aveva aspettata prima di giungere al tavolo a cui le altre erano già sedute per elaborare il loro piano.
– Sembra che io gli piaccia molto, ma devo capire se sta bene, prima non riusciva a camminare bene – disse la rossa e prese Yoo Hyeon per mano – Andiamo adesso.

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