𝟎𝟓. 𝐇𝐀𝐋𝐋𝐎𝐖𝐄𝐄𝐍

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Una tradizione pagana che, con l'avvento del Cristianesimo venne trasformata nel giorno della vigilia di tutti i santi. Ognissanti, Halloween, "All Hallow's Eve". Una festa d'importazione, che durante il XX secolo ha assunto negli States una simbologia sempre più macabra, caratterizzata da una iconografia legata alla morte ed all'occulto. E' una notte di scherzi 'da paura'. Maschere spaventose, streghe, pipistrelli. Anche in Italia, negli ultimi anni, partecipano in tantissimi. Le decorazioni a tema ornano i negozi e le case addobbate sono pronte ad accogliere i bambini con il loro famoso rito:o scherzetto. Un'usanza che risale al Medioevo, alla pratica dell'elemosina: il giorno di Ognissanti, infatti, i mendicanti andavano di porta in porta, ricevendo cibo in cambio di preghiere per i cari defunti. E' la notte delle streghe, quella tra il 31 ottobre ed il 1 novembre che ormai anche gli adulti meno avvezzi ai 'dolcetti' ed agli 'scherzetti' hanno imparato ad accettare e qualcuno, almeno un po', ad amare. Halloween era una festa che arrivava da Oltre Oceano e che faticava ad imporsi. Recentemente è diventata di gran moda. Ma la sua storia è più lontana. Le sue origini, infatti, sono antichissime ed europee. Prima di diventare una festa dalle tinte horror, era una ricorrenza celtica. Le sue origini, infatti, possono essere fatte risalire alla festa celtica di Samhain, che in irlandese significa 'fine dell'estate'. Per i Celti era la celebrazione per l'ultimo raccolto, prima dell'arrivo della stagione fredda. Una notte importantissima, una sorta di Capodanno. Qualcosa di molto lontano dalle tinte fintamente macabre e molto commerciali che Halloween assumerà ai nostri giorni. Già nella tradizione celtica, nella notte di Samhain, si diceva che il confine che separa il mondo dei morti da quello dei vivi poteva essere 'attraversato' ed i morti potevano tornare nel mondo dei vivi ed entrare in contatto con essi. Durante la festa di Sahmain si celebravano, quindi, i propri cari estinti, come facciamo il 2 novembre, con la commemorazione dei defunti. Durante la festa di Samhain, inoltre, i Celti costruivano dei falò per attirare gli insetti e, di conseguenza, i pipistrelli. Le superstizioni medievali su questo animale notturno, insieme a quelle sulle streghe e sull'oscurità, contribuiranno a creare l'immaginario ed il mito neo-gotico di Halloween, esattamente come i gatti neri. Un altro simbolo di Halloween è la zucca intagliata. Perchè la notte di Halloween decoriamo le nostre case con una zucca? L'usanza risale alla leggenda irlandese di Jack-o'-Lantern. Questo fabbro, dopo essere riuscito più volte ad ingannare il diavolo, alla fine pagò un caro prezzo. Venne rifiutato sia dal paradiso che dall'inferno e fu costretto a vagare come un fantasma nel mondo dei vivi per l'eternità. Una zucca illuminata fuori dalla propria abitazione, da allora indica a Jack che non c'è posto per lui. Un'altra usanza che risale al Medioevo e si rifà alla pratica dell'elemosina: il giorno di Ognissanti, infatti, i mendicanti andavano di porta in porta, ricevendo cibo in cambio di preghiere per i cari defunti.

Quel 31 di ottobre, quando le lezioni finirono alle 15:00 in punto, il cortile fu nuovamente riempito con le risate cristalline delle ragazze del Castello di Janvry. L'ultima lezione era stata dedicata alla ricorrenza che si celebrava quel giorno e il giorno successivo: Halloween - o come veniva chiamata dai francesi cristiani la notte di Ognissanti. Per l'occasione, Madame Cauchemar aveva permesso alle sette ragazze di festeggiare per il resto del pomeriggio e il giorno successivo come giorno segnato rosso sul calendario.
– Qui in Francia le scuole sono chiuse, così come in ogni altra parte. Sono giorni festivi e come giusto che sia meritano di essere celebrati. Le lezioni riprenderanno il 3 di novembre, per allora dovrete aver svolto tutti i vostri compiti – aveva chiarito in una delle sue visite, poco specificando se anche lei avrebbe festeggiato fino a quando l'arrivo di una lettera annunciò alla direttrice di essere stata invitata ad una cena di famiglia. «Buon per noi - si disse Min Ji - così prenderemo le lettere dal suo ufficio e scopriremo se i nostri genitori sono a conoscenza della cosa».
– Non mi piace ammetterlo ragnetto, ma se così fosse le uniche possibilità sono due: scappare o indagare sul mistero intorno a questo strano istituto – Min Ji si mise ad osservare il ragno nel suo barattolo. Aveva fatto due buchi in cima affinché potesse respirare e non scappare da nessuna parte, avrebbe potuto farsi del male ed era l'ultima cosa che il ragno avrebbe voluto. Meglio lì che nel gigantesco e pericoloso mondo che lo circondava.
– Il fatto che la vecchia non ci sia è di grande aiuto, possiamo entrare velocemente nel suo ufficio e rovistare, poi ci divertiremo e nessuno saprà niente – Si Yeon cominciò a parlare del piano e di quanto erano state geniali a idearlo in questo modo, omaggiando la fortuna che le avrebbe assistite. In men che non si dica la mora si mosse verso l'armadio di camera sua, dove tutte erano riunite, per scegliere il proprio vestito di Halloween.
– Hai davvero voglia di travestiti? – le disse Bo Ra – È necessario?
– Per la missione non andremo tutte quante, quindi le altre possono rimanere a festeggiare, sorvegliare la situazione come se fossimo agenti sotto copertura. Dato che andranno Jiu unnie, Dami e Han Dong, noi altre rimarremo a fare il resto.
Bo Ra alzò gli occhi al cielo, al solito suo, prendendo posto sulla sedia della scrivania.
Alle sei in punto, Madame Cauchemar aveva salutato le ragazze dopo aver visto i loro travestimenti, sorpresa per la loro creatività. Una dopo l'altra aveva fatto i suoi complimenti, augurando una buona serata. Non aveva la minima idea di cosa le fanciulle avessero fatto una volta che lei sarebbe arrivata al cancello del castello; anche se avesse dovuto sospettare non avrebbe avuto niente da temere, la notte di Halloween riservava delle belle sorprese, così andò con un sorriso maligno.
– È andata! – Siyeon avvisò le altre, guardando fuori dalla finestra vicino all'entrata. Svelta si allontanò da essa si ricongiunse con le altre per attuare il loro piano – Siamo d'accordo, Jiu unnie, Dami e Han Dong andranno nell'ufficio. Noi rimaniamo qua in soggiorno per controllare che nessuno entri.
– Non separatevi ragazze, non appena torniamo qui vi raccontiamo tutto. Tenete gli occhi aperti, non mi piaceva l'espressione di Madame Cauchemar – disse Min Ji.
– Che quella vecchia abbia intenzione di intrappolarci in qualche tranello?
Sarebbe stato bello per Bo Ra dire che era solo una stupidaggine, ma il fatto è che non aveva idea del fatto che loro fossero davvero bloccate, intrappolate in qualcosa senza saperlo. E come da terzo in comando, dopo Si Yeon e Minji, rimase in soggiorno dove Madame Cauchemar aveva lasciato loro un libro da cui sbucava un segnalibro da un colore sgargiante. Lo prese e lo guardò attentamente. Perché la vecchia lo aveva lasciato?
– Che stai facendo unnie?
– Questo c'è lo ha lasciato la vecchia qui perché potessimo vederlo, dovremmo vedere cosa ci sia dentro – la maggiore propose, aprendo il libro alla pagina segnata dal cartellino giallo, senza aspettare il consenso di Si Yeon. Guardò attentamente la pagina e lesse il titolo La sposa di Janvry.
– Unnie, non mi piace affatto quel titolo – disse Yoo Hyeon, stringendo la mano di Ga Hyeon per farsi coraggio.
– Eppure credo che sia importante per noi leggerlo, c'è un motivo se è qui e se segna proprio La sposa di Janvry. Nessuno di noi aveva mai sentito una cosa del genere, ed è strano come sbuchi fuori. La vecchia ci sta dando degli indizi.
E mentre Bo Ra parlava, Min Ji e le altre si erano intrufolate nell'ufficio per rovistarne ogni angolo in cerca delle lettere, trovate riposte sotto il falso fondo del castello. Avevano ragione: nessuno dei genitori sapeva che fossero sole in luogo tanto misterioso. Quando tornarono per annunciare ciò che avevano scoperto, vi fu un lungo momento dominato dal silenzio, fin quando la più grande chiese a Bo Ra di leggere quel libro così curioso per concentrare l'attenzione su altro. L'altra fece appena un accenno, mentre Yu Bin si proponeva per leggere al suo posto, Sua accettò volentieri, stringendosi al braccio di Si Yeon.

L'épouse de Janvry
La leggenda narra che nel XVIII secolo, il castello di Janvry era di proprietà di un conte, il Conte di Jerome Chandelier, arrivato da Parigi per abitare quella casa. I suoi genitori avevano acquistato i terreni e l'immenso castello come regalo di nozze, perché a breve si sarebbe sposato con una graziosa ragazza, figlia di due ricchi banchieri. Si dice che i due si fossero conosciuti ad un gala e che avessero parlato per tutta la sera. Lei era bella, più di qualsiasi altra, elegante, raffinata e perdutamente innamorata del suo conte. Lui sembrava non esser da meno, così, alla prima occasione i de parlarono di matrimonio alle corrispettive famiglie, le quali, più per interesse nella coppia di giovani avevano interesse per i benefici che ognuno di loro poteva trarre dall'altro, arrivando persino a spillare fino all'ultimo centesimo i patrimoni l'uno dell'altro. Sembrava essere stata una fortuna per i due giovani aver avuto immediatamente il consenso dei genitori, e presto il matrimonio venne organizzato, proprio a Janvry.
Il giorno della cerimonia, una carrozza si occupò di scortare la ragazza fino al castello, quando quella carrozza cambiò rotta bruscamente e non si seppe più niente. Alcuni degli invitati al matrimonio fecero delle congetture a riguardo: si pensava che fosse stata rapita e uccisa; difatti il cadavere venne trovato nel bosco vicino a Janvry; il corpo privo di vita era ancora avvolto dal vestito bianco da sposa, e la bellezza della giovane non aveva cessato di esistere su quel viso spento. Fu un enorme colpo per il conte, il quale, non aveva idea che il tranello fosse stato organizzato dai suoi genitori per avere anticipatamente l'eredità che le spettava, ma non ci fece neanche tanto caso quando le sue tasche furono riempite fino all'orlo. La giovane sposa, nonostante ciò, venne celebrata con un funerale e il suo vestito fatto indossare ad un manichino chiuso per sempre nella soffitta del castello. Il conte poi si risposò. Si narra che l'anima giovane sposa sia rimasta su questa terra e che non si sia mai spostata dal suo vestito, quanto dal suo corpo e che ce l'abbia a morte con tutte le ragazze che vivono o visitano il castello ogni anno, anche se non ci sono prove a riguardo pare che si diverta a maledire ognuno di loro.

– Grazie a Madame Cauchemar, sicuramente non faremo sogni tranquilli stanotte. Aish, odio quella donna – Min Ji guardò il resto delle ragazze, le quali non accennavano a muoversi, troppo impressionate da ciò che aveva appena letto Yu Bin. La festa continuò per svariati minuti, ma subito dopo ognuno tornò in camera sua.
Ga Hyeon era troppo spaventata per poter pensare di dormire o anche solo pensare di chiudere gli occhi, ma naturalmente acconsentì alla proposta della sua unnie e si fece accompagnare da Han Dong e Yoo Hyeon, sue vicine di stanza.
– Sei sicura che starai tranquilla qui da sola? – la graziosa cinesina aveva domandato alla piccola, una volta che la porta della sua camera fu aperta – Se vuoi puoi dormire da me o da Yoo Hyeon, non saresti di alcun disturbo.
– Non ti preoccupare unnie, sto bene – la piccola mora si fece coraggio. Non voleva mostrarsi debole rispetto alle sue unnie, voleva essere coraggiosa, affrontare le sue paure da sola e poi essere fiera di sé per averlo fatto, forse per apprezzarsi un pò di più. Ga Hyeon si sforzò di fare un sorriso mentre si tolse il suo costume e mise la camicia da notte. Poi si struccò e si mise sotto le coperte. Fu solo il quel momento che le due più grandi la lasciarono in stanza spegnendo la luce. Da lì iniziò l'incubo; perché, nel frattempo che Ga Hyeon cercava di trovare qualsiasi cosa per potersi addormentare, fuori nel corridoio vuoto del secondo piano una figura si spostava lentamente con un grosso e vecchio candelabro d'argento in mano. Non si sapeva chi fosse nè cosa cercasse, solo che provenisse dal corridoio che collegava l'ala ovest all'ala nord, quel corridoio cosparso di zagara e menta che Yu Bin aveva a lungo osservato da lontano. Quei rimedi nulla poterono fare, poiché la presenza oscura che stava avanzando aveva deciso che era arrivato il momento di agire. Per chi non avesse avuto la paura già solo nel vedere da lontano una figura così macabra, da vicino le sensazioni e la paura paralizzavano all'istante mentre il manichino di legno non aveva alcuna intenzione di sostare se non ritenuto davvero necessario. Il fatto che più metteva i brividi non era che il manichino fosse spaventoso per il suo aspetto, quanto per l'anima nera che lo possedeva, forse uno spirito. Pian piano il legno prendeva forma, aveva tatuaggi neri sulle braccia e sulle gambe dalla dubbia provenienza, ispirava tanta malignità. Gli occhi, se incrociavano la figura di qualcuno erano capaci di scrutare anche nel più profondo dell'inconscio; valutavano attentamente, forse mandavano qualche messaggio e se non diceva qualche parola allora non ci si poteva aspettare che facesse del male. Non era la violenza ciò che lo spirito voleva, solo la paura nelle vittime che malediva. Alzato il velo bianco, passò velocemente due camere ed entrò nella terza dove una piccola figura si dimenava sul letto a causa di un brutto sogno, l'ennesimo di Ga Hyeon.
Quando gli occhi della ragazza si aprirono, di un azzurro intenso che non le apparteneva, credeva ancora di star sognando, ma non sapeva che in realtà fosse tutt'altro e lo spirito della sposa seppe sfruttare bene l'occasione - mise una mano sugli occhi della ragazza come se volesse fargli un incantesimo. Sul viso legnoso, prese forma un sorriso pieno di cattiveria. Poi si dileguò, andando via come era tornata.

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