𝟏𝟑. 𝐁𝐀𝐁𝐘 𝐆𝐎𝐎𝐃𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓

37 2 3
                                    

┊┊┊┊⋆ ✧    ·   ✧ ✵
┊┊┊☆ *   * ⋆
┊┊★ *
┊┊* . * ✦
┊☆ ° ✧    ·
★*


𝕮𝖍𝖆𝖕𝖙𝖊𝖗 6

Hey, when the moonlight is
Covered by the clouds
I'm watching over you
Wait, quietly
I wait for you to fall asleep

–––

(questo capitolo potrebbe contenere delle scene forti)

Nonostante fossero passati ormai giorni, quasi due settimane da quella sera, Kim Buk e quella ragazza non si erano ancora fidati l'uno dell'altra — ciò era abbastanza evidente, ognuno di loro aveva il proprio piano da seguire per poter cogliere di sorpresa l'altro anche se i risultati erano stati minimi. Se da una parte c'era la loro storia d'amore da copertina, dall'altra i segreti che si nascondevano potevano davvero potevano far esplodere una bomba che aveva già iniziato il suo conto alla rovescia. Difatti, mentre, durante il giorno vivevano bene insieme, facevano lunghe passeggiate mano nella mano rivivendo alcuni intensi ricordi del loro recente passato, fingendosi davvero innamorati; di morte ognuno restava per i fatti suoi fino a mezzanotte o l'una, chi a lavorare al suo mistero e chi a svolgere i suoi incantesimi. Si rivedevano all'una e mezza, facevano l'amore, per mantenere comunque una copertura e poi andavano a dormire, abbandonandosi alle braccia di Morfeo. «La cosa non sarebbe durata per molto» pensò Kim Buk, nuovamente senza vestiti avvolto dalle lenzuola solo dal c'entra in giù fino alle caviglie. Si era leggermente spostato dalla figura femminile che gli stava accanto, anche lei svestita, con le labbra gonfie, occhi chiusi e le guance appena tinte di rosa. Sarebbe stato tutto molto più facile se non fossero stati amanti per due settimane, se lei non fosse implicata in un mistero da risolvere e se non gli piacesse davvero. Perché nonostante lui non l'amasse ancora, credeva che col tempo avrebbe potuto provare qualcosa per lei. Era colpa di quelle maledette Dreamcatcher e del loro libro se lui non poteva dirsi libero di fare quello che voleva con la giovane senza sospettare di lei — non avrebbe neanche potuto vivere la sua avventura per poi lasciarla perché le serviva, anche se non l'avrebbe mai lasciata — eppure, in due settimane, si era accorto, non era successo nulla di strano: niente fatti strani, niente tranelli o qualcosa che avrebbe fatto pensare che lei stesse tramando qualcosa. Forse, pensò, lei si era davvero fidata di lui, oppure era davvero un'ottima attrice e lui ci stava cascando come un topo nella sua trappola.
Con un balzo felino, l'uomo andò a baciare intensamente il collo della ragazza ancora in dormiveglia. Non era solito farlo, ma credeva che non ci fosse modo migliore per svegliare qualcuno. Così fece, tempestò quella pelle nivea di baci. Gli occhi della ragazza si erano già aperti e sorridevano.
– Buongiorno – uscì dalle sue labbra prima che l'uomo le tappasse. Kim Buk le accarezzò il fianco e parte del gluteo come al solito. Da quando aveva provato a pizzicare anche solo una piccola porzione di quella natica non aveva più smesso, era un suo punto debole.
– Vado a preparare la colazione – disse e si alzò.
Lei nel frattempo si alzò e si vestì. Quel giorno aveva l'obiettivo ben preciso di fare un incantesimo, per far sì che il libro smettesse di procurare problemi alle sue amiche e di permettere che dall'altra parte, nel mondo oltre lo specchio, potessero svolgere il giusto rituale per riaverlo e così tornare nel mondo reale.
Si erano già confrontate con questo, oltre al fatto che Yu Bin non aveva avuto molta voglia di parlare con lei riguardo il suo operato. Era gelosa della sua migliore amica, inoltre sapeva e le aveva detto che Kim Buk aveva intenzione di usarla.
– Lo so benissimo, Dami – avevano iniziato a discutere nuovamente la sera precedente dopo una breve riunione.
– Non indossi l'anello che ci siamo regalate al Castello di Janvry, lo indossi sempre meno per paura di poter rovinare tutto quello che ti sta offrendo lui! – sembrava furiosa.
– Sono sotto copertura Dami, non posso tenerlo con me, e poi, ti prego di smettere di essere gelosa. Lo sai che non potrei mai innamorarmi di uno come lui. È pericoloso e fuori questione e un pervertito.
– Quando sono costretta ad assistere a certe cose, penso davvero che potresti stare con lui. Che sia una finta o no, fa male comunque.
– Sai che non piace neanche a me, ma devo, questo atteggiamento lo porta a fidarsi di me. Potrei pure mettere il mio fondoschiena in faccia, adorerebbe soltanto quel maiale. Presto finirà.
– Lo spero.
Yu Bin non lo avrebbe digerito così facilmente pur sapendo bene che fosse una messinscena, ma col tempo «lo avrebbe accettato» e magari anche superato. Quando si sarebbero viste, avrebbe solo pensato a quanto fosse bello che fossero di nuovo tutte insieme.
La ragazza, con questo pensiero, andò in cucina e si sedette a mangiare. Consumò tranquillamente la sua colazione prima che Kim Buk prendesse parola. Quel giorno aveva piano diversi, sarebbero rimasti a casa tutta la mattinata e parte del pomeriggio uscendo solo verso le quattro e tornando alle nove, orario di cena, e poi sarebbero stati un pò insieme in ufficio. Il fatto che non avessero mai parlato del suo lavoro, lasciava il detective in una comfort zone, ma se avesse provato a testare la ragazza anche in quell'argomento forse avrebbe davvero provato a fidarsi di lei. Così fecero. Rimasero a casa l'intera giornata, sistemando diverse cose senza smettere di controllarsi a vicenda per tutto il giorno nella maniera più sottile che potesse esserci. Poi, si prepararono ed uscirono, signorina aveva voluto a tutti costi partecipare ad una messa. Lei e Kim Buk si ritrovarono l'uno di fianco all'altro seduti in una delle tante panche della navata centrale.
– È strano per delle persone come noi frequentare luoghi così.
– Quello che siamo non influisce sul nostro Credo o sul nostro orientamento religioso. Sono sempre stata una buona cristiana e certi affermerebbero che non è così.
– Certi non lo affermerebbero neanche su di me. Sono stato sposato un tempo, con una donna meravigliosa, che mi ha lasciato purtroppo. È andata via di casa durante la notte e non è più tornata, ma forse era anche colpa mia: troppi segreti. Poi sei arrivata tu e mi hai aperto gli occhi su un nuovo mondo un pò più colorato».
– Per questo volevi che stasera ti assistessi durante le tue ore di lavoro? È questo quello che vuoi dirmi? È un passo importante.
– Me ne rendo conto, per questo, appena usciamo da qui, ti compro qualcosa da mangiare e una bottiglia di whisky, forte.
– Vuoi ripetere certe cose?
– Questa volta, ti posso assicurare che non sarò il solo ad alzare il gomito. Anzi, farò in modo di renderti ubriaca almeno quanto me.
– Nobile da parte tua.
La messa finì una ventina di minuti dopo, lasciando che i fedeli lasciassero la chiesa per continuare a svolgere le loro solite questioni. Per quanto riguardava Kim Buk e la ragazza, loro andarono a mangiare fish&chips nel ristorante poco lontano da casa, dopo aver acquistato molte più bottiglie di alcool di quelle che lei aveva creduto. Non le avrebbero sicuramente aperte tutte, ma mai dire mai.
Tornati all'appartamento, entrambi si vestirono più comodi e leggeri possibile.
La ragazza si lavò il viso per rinfrescarsi e si lavò i denti accuratamente, restando da sola per un paio di minuti con i suoi pensieri. Presto lo spettacolo sarebbe finito in meglio, solo ancora molto poco e...
– Pensavo volessi fare un bagno prima di metterci in ufficio – Kim Buk la interruppe con sguardo ammiccante. Stava sbottonando la sua camicia lentamente. Per quel gesto un terribile vento si abbatté sulla finestra del bagno.
«Dami» lei scosse la testa e prese la mano dell'uomo accarezzandone il dorso per fermarlo
– Meglio dopo tesoro, sarebbe meglio per alleviare qualsiasi accenno di stress.
– Hai ragione, comunque ho scoperto tante cose sulle tue amiche – l'uomo tornò verso il suo ufficio e aprì la prima bottiglia di whisky.
– Perché non me ne parli quando mi sarò preparata.
–Preparata per cosa?
– Per essere la tua segretaria personale – la ragazza indossò una camicetta bianca, una gonna corta e delle decolté nero lucido. Legò capelli in una crocchia e mise dei finti occhiali. Fece l'occhiolino al detective, il quale sorrise compiaciuto e la prese per mano, conducendola fino in ufficio. Un ufficio pieno di cose strane che avevano a che fare col paranormale e anche con le Dreamcatcher. Il loro libro stava proprio lì sulla scrivania.
– Sapevi che nel libro ci sono scritti i loro peggiori incubi, tutto quello che potrebbe spaventarle – Kim Buk prese a parlare, prendendo posto sulla poltroncina di fronte l'ufficio. I due bicchieri per il whisky erano già pronti vicino al libro in questione e la bottiglia lì accanto.
– Ci sono cose che non ho letto neanche io, figurati – lei rispose, ovviamente lo sapeva e se ne preoccupò per lungo tempo, sperando soltanto che le ragazze non avessero passato brutti momenti a causa sua.
– Però le conosci bene, non è così?
– Sì, le conosco abbastanza per essere stata una compagna in istituto, abbastanza da creare un buon rapporto – la ragazza parlò tristemente, guardandosi allo specchio, come se nel suo riflesso potesse vedere i momenti passati nella spensieratezza di quel periodo. Kim Buk se ne accorse all'istante, poi che quella di era irrigidita, lo spinse ad alzarsi e ad avvicinarla per poi risedersi. La giovane, seduta sulle sue gambe muscolose si abbandonò al petto dell'uomo mentre veniva consolata e nel frattempo avevano già iniziato a bere.
– Non dovrei parlarne con tanta leggerezza perdonami.
– Perdonami tu, invece. Dovrei pensare a ciò che ho ora qui con me. Il mio uomo, non è così?
– È presto per definirmi il tuo uomo.
– Perché tu puoi definirmi la tua donna e io non il mio uomo?
– Hai ragione tesoro. Hai perfettamente ragione, la mia donna –  disse e in parte ci credete davvero, assaporando nuovamente le sue labbra. Pensò che da quel momento a fine serata si sarebbero ridotti nuovamente senza vestiti, ma non poteva farci niente
– Non sei neanche al primo bicchiere e già vuoi andare al sodo? – lo prese in giro lei.
– Mi provochi così dolcemente e in maniera così innocente che non posso resistere.
– Allora ammetti di avere poca resistenza, beh... la serata non è ancora finita, ma non sono sicura che potresti tenerti più di tanto. Sei indomabile» lei disse, sedendosi sul ventre piatto dell'uomo sull'unico punto che poteva permetterle il controllo. Ormai da un paio di giorni aveva capito che doveva utilizzare alcune tattiche per avere più consenso da lui; ovviamente non ne era orgogliosa, ma era l'unico modo.
(Scena davvero molto hot 🛑).
– Tesoro-o – ansimò, liberando un gemito graffiato. Lei si stava muovendo, velocemente, che lui la fermò. Slacciò i suoi pantaloni mentre si lasciavano baci fugaci. Stavano ancora parlando di quelle ragazze, lei seduta sulle sue gambe, sfogliando il libro, quando l'uomo face salire la sua mano sotto la sua camicia, stingendo la pelle tra le dita. Minacciò di abbassare la zip della gonna e di privarla velocemente di ogni indumento.
– Questa notte te la ricorderai per tutta la vita – le promise prendendola di peso per voltarla dalla sua parte, mentre la ragazza continuava a dimenarsi in preda a quei baci tanto passionali e a causa delle continue carezza che l'uomo le faceva sui fianchi e l'interno coscia, ormai più deciso di averla quella notta. Doveva ammettere che quella sera gli stava piacendo. Ad un tratto, prima che potesse venire, lei smise di tirargli i capelli e stringerlo al petto, oltre che a mordere il lobo dell'orecchio, ciò lo fece ringhiare e ricambiare il favore; con le mani sporche di whisky provò a stimolarla pesantemente e velocemente facendola sobbalzare. Lei gettava continui ansimi legati a quella improvvisa invasione, ma dovette ricredersi quando  Kim Buk decise di introdursi in lei rude, guidando i movimenti, fino a quanto non sentì i primi segni di un chiaro cedimento. C'era quasi, se lo sentiva, e ne era più che compiaciuto, la sua virilità di maschio alfa dominante ne stava godendo a pieno.
– Ci siamo! – cambiò improvvisamente posizione, spostandosi sopra la scrivania, lasciando che lei occupasse tutta la superficie col suo corpo. Si sentiva potente, e lei lo stava portando allo stremo. Quando urlò nuovamente, finalmente venne buttando la testa indietro. Poi si abbandonò sulla sedia.
– Hey tesoro, credo davvero che potrei innamorarmi di te.
– Ma cosa dici?
– Mi hai fottuto il cervello signorina, nessuna dopo mia moglie era riuscita a farlo. A farmi sentire così potente, così desiderato, così importante; ma tu, angelo mio, mi hai donato di nuovo la vita – Kim Buk accarezzò il suo viso.
Alla fine si disse che aveva ragione, aveva cominciato a provare qualcosa per la sua nemica, ma chissà se fosse stato lo stesso per lei. In ogni caso, non se ne preoccupò, pensò più che altro a preparare le vasca per un bagno, lasciando la ragazza sola in ufficio. Era quello il momento perfetto per svolgere un compito. Prese il libro che con tanta pazienza aveva cercato e gli fece un incantesimo — così facendo i segreti del libro sarebbero stati al sicuro, poi si occupò di attivare tutti gli specchi all'interno dell'ufficio, in modo che in qualsiasi momento avrebbero potuto svolgere il rituale per riprenderlo e uscire. Poi raggiunse l'uomo.
Così si concluse quel suo ultimo giorno a casa di Kim Buk, quella serata che non avrebbe sul serio dimenticato, ma che era sicura, una volta vista Yubin, sarebbe stata il suo ultimo pensiero. Quando chiuse gli occhi, sapeva che avrebbe dovuto lasciare la casa prima che sorgesse il sole. Per il momento il suo compito tanto sofferto era finalmente finito. Si sarebbe ripulita da quelle due settimane che aveva dovuto vivere per servire e riverire quell'uomo perverso che si era servita di lei per piacere. Ora che l'avrebbe lasciato si sentiva libera.
Sparì nel nulla, e Kim Buk, quando si svegliò, non trovò più nessuna sua traccia.
è stato difficile per me scrivere questi ultimi capitoli e ho cercato di ridurre al massimo ogni cosa.

è stato difficile per me scrivere questi ultimi capitoli e ho cercato di ridurre al massimo ogni cosa.

◯  All the Dreamcatchers Steal NightmaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora