Capitolo 2

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Ciò che mi ero dimenticata di dire è che quel giorno aveva piovuto praticamente tutto il tempo e durante il pomeriggio la situazione era progressivamente peggiorata, quindi oltre al fatto di essere al buio si aggiungeva la pioggia scrosciante che si abbatteva contro i finestrini e il tutto non era esattamente rassicurante. Mi chiesi come facesse il professor Lupin a continuare a dormire come se niente fosse. Pensai che le cose erano due: o era uno sfaticato a livelli planetari, di quelli che dormono come sassi e nemmeno un cannone riesce a svegliarli oppure era così stanco che non faceva una dormita del genere da tempo.
Ad un certo punto se possibile tutto si oscurò ancora di più. Cercai di vedere qualcosa dal finestrino e qualcuno si affacciò nel corridoio per capire cosa stesse succedendo. Ron ipotizzò che il treno fosse già arrivato a scuola ma Hermione gli fece notare che era troppo presto ed era praticamente impossibile. Mentre continuavano a battibeccare vidi delle ombre che avanzavano nell'oscurità quasi totale e con un brivido notai che una figura incappucciata entrava lentamente nello scompartimento. Feci appena in tempo a vedere sotto il cappuccio una specie di volto informe, senza occhi, e il corpo coperto di croste, quando non capii più niente. Mi sentii infelice come non ero mai stata prima e mi sembrò che le sensazioni positive venissero  risucchiate in qualche modo  da quell'essere. Probabilmente la temperatura si era abbassata di almeno dieci gradi al suo passaggio, perché iniziai a provare un freddo intenso, di quelli che penetrano fino alle ossa. Come se non bastasse, iniziarono ad affiorare all'improvviso dei ricordi spiacevoli e fui catapultata indietro nel tempo a qualche settimana prima.

Mi trovavo a poco più di un mese dal primo settembre, e stavo camminando in una foresta, non ricordo nemmeno più per quale motivo. Dopo un po' mi sedetti appoggiandomi al tronco di un albero e  chiusi gli occhi per godermi l'aria del tardo pomeriggio, che filtrata dagli alti alberi era una piacevole brezza sul mio viso, e riportava alla mente dei ricordi felici. Da un momento all'altro sarei dovuta rientrare, poiché il sole stava iniziando a tramontare, quando improvvisamente sentii qualcuno avvicinarsi, e quando realizzai che si stava dirigendo verso di me mi girai di scatto. Quello che vidi mi paralizzò dal terrore: davanti a me si trovava un uomo, che assomigliava incredibilmente ad un lupo, tanto che era ricoperto di peli e gli mancava solo il muso allungato. Ricordai vagamente che giorno fosse e che quella sera ci sarebbe stata la luna piena, e compresi pienamente che quello davanti a me era un lupo mannaro, anche se non completamente trasformato. La realtà mi colpì come uno schiaffo, e la mia mano corse alla bacchetta, che non c'era. Non c'era perché ai minorenni era vietato fare magie fuori dalla scuola, e in più andavo spesso in quella foresta e non avevo mai incontrato nulla di strano essendo un posto frequentato spesso dai babbani, che andavano anche a farci dei pic-nic o semplicemente per esplorare i numerosi sentieri. Il lupo mi vide e mi attaccò subito senza darmi il tempo di reagire né di fare nient'altro. Nel giro di pochi secondi ero già a terra mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta. Ci rotolammo a terra per quelle che parvero ore, io cercando di liberarmi e lui tentando di uccidermi, sicuramente con l'intento di mangiarmi per cena. Non so come, ad un tratto qualcuno mi trovò, fece un incantesimo contro il lupo e quello fuggì non prima di avermi morso un avambraccio e lasciato numerosi graffi sulle braccia e uno particolarmente profondo che arrivava fino alla base del collo, dopo aver lanciato uno sguardo sprezzante al mago che lo aveva lanciato. Fu uno dei momenti più brutti della mia vita, e pensai che  per via del morso sarei stata anche io un lupo mannaro a vita.

Improvvisamente qualcuno mi riportò al presente. Ci fu un mormorio di voci e aprii gli occhi. Mi trovavo distesa in un angolo sul pavimento dello scompartimento ed ero circondata da alcuni compagni, che mi fissavano preoccupati. Qualcuno fuori dal mio campo visivo parlò, diede loro qualcosa e gli chiese di attendere un attimo in corridoio. Intanto notai che le lanterne erano state riaccese e il treno aveva ricominciato a muoversi. La voce sconosciuta si fece più vicina, mi guardai intorno e vidi che il sedile davanti a me era vuoto ed ero l'unica rimasta nello scompartimento. Feci due più due e capii che il professor Lupin doveva essersi finalmente svegliato. L'uomo mi si avvicinò com aria preoccupata e io mi resi conto di essere ancora stesa per terra. Provai ad alzarmi ma lui mi fermò e disse qualcosa come " non ancora, stai giù" poi aggiunse " ti chiami Hazel... giusto?" come se avesse sentito il mio nome da qualche parte ma non fosse sicuro.
In qualche modo riuscii ad annuire.
" Come ti senti?" mi chiese
" Meglio, grazie" risposi, mentre il mio cervello iniziò a formulare pensieri del tipo: " OH BENE! COMPLIMENTI! TI SEI GIÀ MESSA IN RIDICOLO CON IL NUOVO PROFESSORE PRIMA ANCORA DI METTERE PIEDE DENTRO LA SCUOLA!"
Lui parve leggermi nel pensiero e disse gentilmente " Non preoccuparti, sono cose che succedono" mentre dopo aver frugato nella valigia si inginocchiò e mi porse un pezzo di una grossa tavoletta di cioccolato. Lo presi e ne mangiai un pezzetto, ancora troppo stordita per aggiungere qualcosa o anche solo per riuscire a ringraziare, e mi sentii subito meglio. In qualche rivista babbana avevo letto che il cioccolato era utile per contrastare cose come la depressione, e a quanto pare anche nel mondo dei maghi aveva la sua utilità.
"Professore?" chiesi, dopo essermi sollevata il tanto necessario da sedermi appoggiata alla parete " posso farle una domanda?"
" Certo che puoi" fece lui, intuendo già quale sarebbe stata.
"Che cosa erano quelle creature?"
Lui mi guardò per un secondo prima di rispondere e per la prima volta lo guardai negli occhi. La prima cosa che notai fu che non riuscivo bene a capire se questi fossero castani oppure verdi, avevano una sfumatura particolare.
" Dissennatori" rispose " guardie di Azkaban, la prigione dei maghi. Cercavano Sirius Black, un evaso. Sono delle creature particolari, si nutrono dei pensieri e delle sensazioni positive risvegliando in ciascuno di noi il nostro, o i nostri, peggiori ricordi".
Io annuii ancora incapace di dire altro. Qualche minuto dopo per fortuna riuscii a rialzarmi e a sedermi nuovamente nel sedile che avevo occupato per tutto il viaggio, e dopo aver chiesto un'ultima volta se stessi bene il professor Lupin andò ad aprire lo sportello per far rientrare gli altri.
" Professore" lo chiamai nuovamente.
"Sì?"
"Io... ehm... grazie mille" dissi timidamente.
Lui mi sorrise mentre i compagni riprendevano posto.
Tutti mi lanciarono occhiate ansiose, ma ancora non me la sentivo di parlarne, soprattutto non con il professore lì davanti, così presi un libro a caso dal baule e finsi di leggere, mentre lui annunciò che sarebbe andato a parlare con il macchinista e che tra poco più di venti minuti saremmo arrivati. Intanto chi ancora non lo aveva fatto ne approfittò per mettersi la divisa scolastica e quando lui tornò io stavo ancora fingendo di leggere. Una volta arrivati scendemmo dal treno e salimmo sulle carrozze, e ancora una volta mi ritrovai con Harry, Ron ed Hermione, che per fortuna non fecero domande. Da quanto capii anche Harry era svenuto quando era entrato il Dissennatore, quindi per fortuna non ero stata l'unica. Mi chiesi cosa potesse aver visto di tanto brutto. Mi dissero anche che il professor Lupin aveva fatto una sorta di incantesimo scaccia-dissennatori per far allontanare la creatura dallo scompartimento.
All'ingresso del castello i tre furono chiamati da parte dalla professoressa Mc Granitt, così mi avviai da sola verso la Sala Grande, sperando che nessun altro avesse saputo del mio piccolo incidente con quegli esseri orrendi. Una volta seduta al tavolo di Corvonero e assistito allo Smistamento, Silente si alzò in piedi per fare alcuni annunci: prima di tutto ricordò agli alunni del primo anno che era vietato entrare nella Foresta Proibita, presentò ufficialmente il professor Lupin come nuovo docente di Difesa contro le Arti Oscure e annunciò la promozione ad insegnante di Hagrid, che d'ora in poi avrebbe insegnato Cura delle Creature Magiche. Dopo il banchetto ci dirigemmo tutti verso la sala comune guidati dai Prefetti, che avevano il compito di guidare gli alunni del primo anno e di annunciare a tutti la nuova parola d'ordine, cosa di cui noi Corvonero non avevamo bisogno, infatti non abbiamo né passaggi segreti per arrivare in sala comune né parole d'ordine. Perché? È molto semplice: in cima alla scalinata della nostra torre, si trova un batacchio, che pone una domanda a chi deve entrare, a cui è in grado di rispondere solo un Corvonero o poche altre persone, anche se a volte gli alunni del primo anno hanno difficoltà a superare i quesiti, ma si impara in fretta se non si vuole restare chiusi fuori.
Subito dopo essere entrata in sala comune salii in dormitorio e andai a letto senza perdere tempo, infatti ero troppo stanca per poter fare altro e il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi fu di sperare di non fare mai più una figura del genere davanti a qualcuno.



Terzo anno ad HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora