Capitolo 10

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Intanto pareva che ogni tipo di sventura incombesse su di me: quel giorno non solo non ero riuscita a prendere appunti a Storia della Magia, da quanto Rüf era noioso, ma la pozione che stavo tentando di fare stava uscendo un disastro, poiché ero ancora arrabbiata per il comportamento di Piton, che pareva non avere alcun tatto verso i problemi altrui. Guardai distrattamente le istruzioni alla lavagna: avevo mescolato prima la polvere di milza di pipistrello con il succo di Horklump come c'era scritto, e avevo girato per dieci volte in senso antiorario; in seguito avevo aggiunto dell'Asfodelo dopo aver mescolato il tutto con un po' di ingrediente base. Il colore della pozione doveva assumere una tonalità che a me ricordò molto il colore dell'impasto quando si fanno le torte babbane dopo aver mescolato l'uovo, lo zucchero e la farina. Per essere sicura diedi un'occhiata al calderone di Hermione, e vidi che la sua era perfetta, mentre l'intruglio nel mio stava raggiungendo una minacciosa sfumatura arancione anziché rimanere pallida. Non avevo idea di come rimediare, e a cinque minuti dalla fine Piton fece un nuovo giro d'ispezione per criticare quanti più lavori possibile, come al suo solito. Diede un'occhiata sprezzante alla mia ora e mezza di lavoro e sentenziò sarcastico: "Davvero un bel lavoro, signorina Hardy, peccato che non abbia esattamente l'aspetto giusto. Devo dedurre che abbia sbagliato qualcosa".
"Caspita che gran scoperta" avrei tanto voluto ribattere. Per tutta risposta, presa dalla disperazione, guardai l'orologio: mancavano tre minuti esatti. Piton continuò il giro. Io andai in dispensa, guardai freneticamente gli ingredienti rimasti, e ne presi uno a casaccio, senza avere alcuna idea di cosa stessi facendo. Avrei potuto fare chissà quale pozione senza saperlo. Con mio grandissimo sollievo, il liquido nel mio calderone cambiò colore e diventò proprio della sfumatura giusta. Alla fine dell'ora ne riempii un paio di ampolle e ne deposi una nella cattedra con il mio nome, mentre i Grifondoro iniziavano ad uscire dall'aula.

Quella sera avevo intenzione di passare in biblioteca e prendere in prestito tre o quattro volumi per fare il tema di Piton e avere a disposizione più informazioni da fonti diverse, così mi avviai con Lidja in biblioteca, anche se lei non aveva nessuna voglia di iniziare e lo avrebbe fatto in un altro momento.
Arrivammo giusto in tempo, perché venni a sapere che un quarto d'ora dopo c'era già una lista di attesa lunga una settimana per la prenotazione, e quindi non avrei fatto in tempo a prenderli. L'idea era quella di rinchiudermi in dormitorio, tirare le tende attorno al mio letto e mettermi lì, lontano dal caos della sala comune. Come entrai nella torre di Corvonero vidi un gruppetto del sesto anno che a quanto pareva passava il tempo libero a progettare nuovi scherzi.
Caspita che barba, pensai, sfogliando un volume che si intitolava " creature magiche Oscure: come riconoscerle e affrontarle" e contemporaneamente " I lupi mannari nel corso dei secoli". In particolare quest'ultimo era piuttosto noioso, e sembrava davvero infinito, con le sue tremila cinquecento pagine.
A cosa mi serve fare questo tema? Probabilmente so più cose sull'argomento della maggior parte della scuola, pensai seccata. Alla fine mi rassegnai, intinsi la piuma nel calamaio d'inchiostro e iniziai a scrivere. Ogni tanto mi fermavo per dare un'occhiata al manuale.
"Ogni morso o graffio inferto da una simil creatura è permanente, indipendentemente dal fatto se questo fosse trasformato o meno"
Wow, davvero incredibile, pensai alzando gli occhi al cielo.
"Durante il ventesimo secolo, vennero ideate diverse pozioni per alleviare gli effetti della licantropia. La pozione più famosa fu sicuramente la Pozione Antilupo.
Per quanto riguarda la mensile trasformazione di un Lupo Mannaro, si sa che questa è estremamente dolorosa ed è di solito preceduta e seguita da alcuni giorni di pallore e malattia".
Mmh. Questo è interessante, non lo sapevo. Annotai tutto.
Infine cercai di mettere insieme qualcosa di sensato e a mezzanotte inoltrata smisi di scrivere, poiché stavo praticamente dormendo seduta.

La mattina dopo, stavo giusto mettendo il piede sull'ultimo gradino della scala del dormitorio, quando qualcuno mi chiamò. Mi girai e vidi Roger Davies che correva verso di me, dicendo che aveva indetto una riunione di emergenza con la squadra in un angolo della sala comune. Ci comunicò che aveva saputo all'ultimo che Grifondoro avrebbe affrontato Tassorosso e non Serpeverde nella prima partita, e perciò che anche il nostro, o meglio i nostri, futuri avversari sarebbero cambiati, così iniziai a fantasticare sull'incontro che avrebbe aperto la stagione. Ovviamente sarei stata sugli spalti ad assistere.

Il giorno tanto atteso arrivò in fretta. Quando scesi in Sala Grande per la colazione vidi che c'era già qualcuno, ma nessuno delle due squadre proferì parola, invece ogni tanto tutti lanciavano occhiate ansiose fuori dalla finestra, dove infuriava quella che aveva tutta l'aria di essere una bufera. Stranamente in Sala Grande c'era più silenzio del solito, e questo non aiutò a tenere alto il morale, e fu quasi rimpiangendo la sala comune e il dormitorio che uscii fuori, mentre gran parte degli studenti e insegnanti si precipitavano fuori per assistere. Il tempo era così pessimo che non si vedeva quasi niente. Vidi vagamente la professoressa Mc Granitt in prima fila tra i Grifondoro e i Serpeverde che tifavano per Tassorosso.

Stava andando tutto bene, se così si può dire tra la nebbia, la pioggia e il vento che infuriavano sul campo da Quidditch, fin quando dei Dissennatori non invasero il campo. Il risultato fu che molti fuggirono terrorizzati ed Harry Potter, cercatore di Grifondoro, cadde dalla scopa. Così la partita finì con Diggory, il cercatore avversario, che non si era accorto di nulla tra la nebbia e il resto, che aveva preso il boccino d'oro quando ormai tutti avevano rivolto altrove la loro attenzione. Madama Bumb, che arbitrava la partita, non volle sentire ragioni mentre Diggory cercava di convincerla a ripetere la partita o a rimandarla a un altro giorno. Nessuno aveva mai visto Silente più infuriato di quel giorno, poiché il ministero della magia aveva insistito per mandare alcuni Dissennatori ad Hogwarts a causa della fuga di Sirius Black, e questo era il risultato.
Stavo giusto tornando dopo qualche ora in sala comune con Lidja, commentando la partita, quando incontrai in un corridoio del terzo piano un'altra persona alquanto sgradita, cioè Piton. Era più infuriato del solito, e sembrava che noi fossimo cascate proprio lì per subire la sua ira repressa. Ci guardò con malevolenza.
"Bene bene, gironzoliamo per la scuola, vedo". Aprii bocca per rispondere, ma Lidja mi precedette.
"Stavamo tornando alla torre di Corvonero".
"La torre è dall'altra parte del corridoio" sentenziò "dieci punti in meno a Corvonero per aver girovagato per il castello"
"Ma non stavamo facendo nulla! " sbottai senza riuscire a trattenermi. Lidja annuì. Piton sollevò un sopracciglio con aria soddisfatta.
"Pu-ni-zio-ne" scandì "Stasera. Alle cinque. Nel mio ufficio. Entrambe". Detto ciò girò sui tacchi e sparì in un'aula sbattendosi la porta alle spalle.
"Non ci credo!" feci incredula "non oggi! Di sabato poi! Mi dispiace Lidja, non volevo trascinarti".
"Oh, andiamo, sai benissimo che non è colpa tua" rispose, ma questo non bastò a calmarmi. Entrai nella torre di Corvonero infuriata.
"Che succede?" chiese Elliot preoccupato.
"Piton! Ecco che succede! Non lo sopporto!"
"Ci ha dato una punizione senza motivo" disse Lidja al posto mio.
"Oh no, ci risiamo" sospirò lui " l'altro giorno ha fatto lo stesso con Michael per qualche motivo assurdo. Sembra davvero di pessimo umore, in questi giorni".

Quando ormai mancavano solo venti minuti alle cinque iniziai a scendere nei sotterranei per non fare tardi, conoscendolo avrebbe potuto allungare la punizione se fossi arrivata in ritardo. Dopo essermi accertata di dove fosse l'ufficio, mi appostai dietro un'armatura lì vicino per non entrare in anticipo. Se qualcuno mi avesse beccata, avevo almeno una scusa per dire perché ero lì. Lidja era andata ad una lezione di Antiche Rune, perciò non c'era stato tempo di recarci insieme e mi avrebbe raggiunta direttamente nell'ufficio di Piton. Ora mancavano solo pochi minuti: mi avvicinai alla squallida porta e bussai. La voce che rispose tuttavia non sembrava affatto di Piton. Mi si parò invece davanti la professoressa Mc Granitt.
"Buon pomeriggio" dissi, confusa " sono qui per..."
"Lo so, lo so. Il professor Piton è stato chiamato improvvisamente dal preside per sbrigare alcune faccende. Ho già parlato con la signorina Grey venendo qui."
"Quindi la punizione è rimandata?" chiesi speranzosa. Forse potevo ancora godermi il sabato.
"No, non credo. Il professor Piton ci tiene che scontiate ugualmente la vostra punizione."
"Ma...". Come non detto.
" Io non posso occuparmene ora. Per questo, deve scontarla dal signor Gazza".
Gazza? Oh no, ci risiamo, pensai disperata. Si sarebbe sicuramente vendicato poiché non era riuscito a mettermi nei guai.
"Dal signor Gazza? Non posso proprio..."
"No. Mi segua" disse lei, leggendomi nel pensiero, senza darmi possibilità di replica.

"Molto bene. Come le dicevo, deve occuparsene lei" disse la Mc Granitt a Gazza, che mi guardò con una faccia talmente soddisfatta che mi fece rabbrividire. Non appena sparì dalla nostra vista iniziò a pensare a cosa farmi fare, camminando avanti e indietro per il suo ufficio.
"Ci sono!" disse ad un tratto, sbattendo un pugno sulla scrivania. Io sobbalzai.
"Ecco il suo incarico, Hardy. Ha tre ore di tempo. Deve portarmi qui Pix".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 22, 2021 ⏰

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