Capitolo 5

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"Hazel! Ehi, Hazel!" sentii urlare da sotto.
Ottimo. Proprio ora che mi stavo per addormentare. Guardai l'orologio, erano solo le undici e mezza.
"Guarda che se non scendi io mica posso salire lassù!" continuò una voce maschile.
"Oh, giusto" pensai. Era dai tempi dei fondatori di Hogwarts che i ragazzi non erano autorizzati ad entrare nel dormitorio delle ragazze, anche se il contrario poteva avvenire. Presi una giacca a caso dal baule e scesi giù. Per fortuna il mio pigiama era qualcosa di presentabile, perché ero capitata nel bel mezzo di un festino, organizzato da chissà chi, e i prefetti non si vedevano da nessuna parte. Un caos incredibile.

"Alla buon ora" disse Elliot. Avevo capito che era stato lui a chiamarmi ma non capivo perché. Elliot era il mio migliore amico lì ad Hogwarts, insieme a Lidja, ma entrambi erano praticamente spariti fino a quel momento, perciò non mi aspettavo mi venisse a cercare. Anche se era solo di un anno più grande di entrambe, eravamo completamente diversi: era così riservato e solitario che a primo impatto si poteva pensare che fosse un po' troppo timido, ma chi faceva l'errore di pensarlo spesso capiva frequentandolo anche solo per qualche ora che in realtà non lo era affatto, e non voleva che semplicemente si sapessero i fatti suoi in giro. Era poco più alto di me, aveva i capelli e occhi grigi.
Se imparavi a conoscerlo almeno un po', capivi che era come se avesse intorno a sé una corazza a più strati, e ogni volta che uno strato lentamente cedeva, si intravedeva in lui qualcosa di diverso.
Una persona tutta da scoprire, e da capire, ovviamente.
"Come mai qui? Sei sparito per giorni" dissi, seccata.
"Beh, avevo capito che era successo qualcosa di serio e pensavamo volessi un po' di tempo per te. Perché noi sali da noi?"
"Da voi?"
"Ma si". Fece un ampio gesto con la mano, come a comprendere il frastuono che regnava in sala comune "Lidja ci aspetta di sopra".

Il dormitorio era deserto, se non fosse stato per Lidja, seduta comodamente sopra il letto di Elliot, intenta a sfogliare l'ultimo numero della Gazzetta del Profeta.
"Chi si rivede!" esclamò sorridendo. Ci sedemmo nel letto, che era abbastanza comodo e grande per tutti e tre. Il dormitorio maschile era praticamente uguale al nostro: stanza circolare e letti a baldacchino.
Ci raccontammo le rispettive "avventure" dei giorni appena trascorsi, e dovetti esporre anche le mie disavventure.
"Quindi hai davvero incontrato un Dissennatore?" chiese Lidja alzando gli occhi dalla pagina.
"Si" sospirai depressa.
"Ma se cambiassimo discorso?" domandò Elliot " facciamo una partita a scacchi magici? Voi due contro di me". Io e Lidja ci guardammo per un secondo e accettammo la sfida. Lui prese la bacchetta e disse: "Accio scacchiera", e quella arrivò immediatamente con tanto di pezzi al seguito.
"Sai fare un incantesimo di appello?" chiesi stupita. Di solito si imparavano durante il quarto anno, ma di sicuro non i primi tre giorni.
"Si, quest'estate ho sfogliato un po' il libro" disse noncurante " e come sono arrivato qui ho provato subito con la pratica. Iniziamo?"
disse, muovendo il primo pezzo. In dieci minuti io e Lidja fummo sbaragliate dal nostro avversario. Elliot era un ottimo stratega.
"Quest'anno hai intenzione di giocare a Quidditch?" gli chiesi.
"Cosa? Quidditch? No, non penso, non ho nemmeno una scopa decente" rispose, indicando la sua Comet 260 appoggiata al muro.
"In realtà per te andrebbe bene anche un pezzo di legno fatto levitare con un incantesimo da quanto sei portato per quello sport. Sono sicura che con te Corvonero vincerebbe la coppa" lo rimbeccò Lidja, ma lui la ignorò.

Quando io e Lidja tornammo in dormitorio era ormai l'una di notte, e la sala comune era pressoché deserta.
La mattina dopo, quando mi svegliai, ero in perfetto orario per le lezioni. Dopo essermi fatta una doccia e cambiata,  mi accorsi che come al solito Lidja era ancora nel mondo dei sogni. Cercai inutilmente di svegliarla, ma lei seguitò ad ignorarmi, fin quando non utilizzai il metodo più semplice e veloce di tutti: una ciotola piena di acqua ghiacciata.
"Ehi!!" strillò seccata "c'era bisogno di svegliarmi così?".
"Si" risposi semplicemente, prendendola in giro. Lei prese un cuscino e me lo tirò dietro, mentre io mi abbassavo e quello finiva addosso a Ellen Mc Rabbit. Ben presto iniziò una battaglia che coinvolse anche le altre due compagne del dormitorio che si schierarono con lei, e io e Lidja fummo sepolte in poco tempo, tra le risate collettive.

Terzo anno ad HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora