Capitolo 3

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La mattina dopo mi alzai presto, in modo da scendere in Sala Grande per la colazione senza incontrare nessuno. Mi ero completamente scordata che quel giorno il professor Vitious, direttore della mia casa, doveva consegnare gli orari di lezione, così dovetti attendere che tutto il tavolo di Corvonero si riempisse e non servì a niente scendere giù per prima. Non appena mi fu dato l'orario lo scrutai con ansia per vedere quali lezioni avremmo avuto quel giorno. Per fortuna Difesa contro le Arti Oscure era solo mercoledì, così passai i quasi due giorni precedenti a mimetizzarmi per il corridoio o a prendere la prima rampa di scale non appena intravedevo in lontananza il professor Lupin, infatti ero così imbarazzata per via dell'incidente sul treno che non sarei riuscita neanche a dirgli " buongiorno".
Durante Incantesimi mi ricordai che la sera prima Silente aveva detto qualcosa riguardo le selezioni del Quidditch, che se avevo capito bene si sarebbero tenute a fine mese. Il Quidditch mi era sempre piaciuto anche se non mi ero mai fatta avanti per le selezioni dal momento che non mi consideravo esattamente bravissima, ma quest'anno decisi che ne avrei preso parte. Al massimo sarei diventata una riserva, ma questo non mi importava, mi sarei divertita lo stesso e avrei passato qualche ora in più lontana dal castello per gli allenamenti. Appena terminato Incantesimi, uscii dall'aula, proprio mentre dalla porta accanto usciva un gruppo di Tassorosso reduci dall'ora di Difesa contro le Arti Oscure e ovviamente anche il professore. Non appena me ne accorsi mi aggregai a un gruppo di compagne che uscivano dall'aula e mi dileguai in fretta verso la lezione successiva.
Sempre in mattinata ci fu la prima lezione di Divinazione, una nuova materia tra quelle facoltative che si iniziava dal terzo anno ( oppure se ne sceglieva un'altra per esempio Babbanologia o Antiche Rune). Quando l'avevo scelta avevo pensato che potesse essere molto interessante, ma bastò mezz'ora perché la maggior parte della classe capisse che la professoressa Cooman non aveva la più pallida idea di cosa stesse dicendo. Ad un certo punto ci divise in coppie ( io finii con Anthony Goldstein, con cui andavo abbastanza d'accordo) per dilettarci nella lettura delle foglie di tè. Io non vidi un bel niente, tanto meno riuscii a dare un significato a quei grumi che erano rimasti in fondo alla tazza del mio compagno, così inventai tutto fingendo di consultare Svelare il Futuro. Dopo soli cinque minuti la professoressa si avvicinò al nostro tavolo e lanciò un urlo vedendo una sagoma informe in fondo alla mia tazza che a sua detta era il Gramo, il peggior presagio di morte.
Il pomeriggio, a Trasfigurazione, tutti erano disattenti e intenti a fissarmi, fin quando la professoressa Mc Granitt, seccata, non chiese loro quale fosse il motivo di tanta distrazione. Quando spiegai che prima avevamo conosciuto la professoressa Cooman, che aveva predetto la mia morte prematura, lei rispose con un " Oh, capisco" con voce gelida. Intuimmo tutti che non era la prima volta che la professoressa aveva fatto profezie del genere. Probabilmente faceva così con almeno un alunno di ogni classe.
Il giorno dopo ci fu la prima lezione di Cura delle Creature Magiche. Hagrid, il nuovo insegnante che fino a quel momento faceva solo il guardiacaccia, dedicò la lezione alla cura degli Ippogrifi, che erano una sorta di incrocio tra un uccello e un cavallo. Ci spiegò che questi sono molto orgogliosi ed irascibili e a turno fece avvicinare loro dei volontari ( tra cui non io). Alla fine però mi convinsi e provai ad inchinarmi davanti alla creatura, che si inchinò a sua volta permettendomi di accarezzarla. Fu una prima lezione fantastica.
Infine ci dirigemmo tutti in Sala Grande per la cena, e con mio gran sollievo nessuno fece caso a me.
Il giorno trascorse abbastanza tranquillo, nonostante io cominciassi ad essere ansiosa di fare qualche altra figuraccia a Difesa il giorno dopo.
Il mercoledì mattina mi svegliai di soprassalto, nervosa come non mai. Nemmeno la lezione di Pozioni con i Serpeverde sembrò riscuotermi dal mio perenne stato d'ansia, nonostante il professor Piton incutesse più paura di tutti e nei suoi occhi freddi non ci fosse nemmeno un briciolo della gentilezza del professor Lupin. Le ore passarono più in fretta del solito e non fui minimamente preoccupata di aver fatto una pozione scadente, anche se non era da me.
Finita la lezione decisi che non sarei arrivata in anticipo a Difesa come facevo invece ogni volta, perché non avevo voglia di stare da sola con il professore, che avrebbe sicuramente iniziato a parlare di qualcosa, in attesa dei compagni. Così iniziai a fare un tema di Storia della Magia, ed ero così assorta che mi accorsi di essere in ritardo. Afferrai la borsa e corsi verso l'aula, mentre pensavo che probabilmente scusarmi il primo giorno di lezione per un ritardo era sicuramente peggio che arrivare in anticipo ed aspettare. Una volta arrivata in classe tirai un sospiro di sollievo perché mi accorsi che nonostante ci fossero già tutti il professor Lupin non era ancora arrivato. In compenso tutti i banchi erano occupati tranne il primo davanti alla cattedra, così mi avviai depressa al pensiero di dover stare appiccicata alla cattedra per tutto il tempo, e per di più da sola. Giusto il tempo di sedermi e la porta si aprì di nuovo, e questa volta entrò lui. Fece un rapidissimo appello per memorizzare qualche nome e poi annunciò che quel giorno avremmo fatto lezione pratica in un'altra stanza. Io lo seguii particolarmente contenta di non dover stare al primo banco, ma il mio buonumore svanì quando entrammo dentro un'aula vuota, tranne per un armadio al centro.  Oddio, cosa mai ci sarà dentro? Altri folletti? Spero tanto di no. pensai esterrefatta.
La risposta arrivò subito dopo quando l'armadio si mosse e tutti indietreggiarono.  " State tranquilli, non c'è pericolo" disse il professor Lupin " dentro c'è un molliccio". Io non fui per niente rassicurata, ero anzi disperata perché avevamo lasciato tutto in classe tranne la bacchetta e non avevo nemmeno un foglio di pergamena per prendere appunti. " Qualcuno sa dirmi cos'è?" aggiunse poi. Non so chi per fortuna spiegò brevemente che i mollicci non hanno una vera e propria forma perché assumono le sembianze di ciò di cui qualcuno aveva più paura. A quel punto mi guardai intorno, invasa dal panico. Il professore si complimentò e continuò la sua spiegazione, dicendo che c'era un modo molto semplice per neutralizzare un molliccio, bastava pronunciare la formula " Riddikulus". Tuttavia poi aggiunse che non era così semplice, perché mentre si diceva la formula bisognava immaginare che il molliccio cambiasse aspetto diventando qualcosa che la vittima trovasse divertente, in modo da disorientarlo. Quindi ci chiese di chiudere gli occhi e pensare a come neutralizzare il nostro.
"Qualcuno vorrebbe dare una dimostrazione?" chiese ad un tratto.
Coosa, ma è matto? pensai. Io non sarei andata di certo, non sapevo manco quale fosse, la mia più grande paura. Per fortuna riuscì a trovare un volontario, che ebbe successo, e in breve tempo si formò una fila di compagni entusiasti che volevano provare l'incantesimo e quasi tutti riuscirono. Alla fine restammo solo io e Lisa Turpin, che sembrava ancora più spaventata di me. Il professor Lupin chiese chi mancasse e io stavo già andando a nascondermi quando qualcuno che non riuscii a vedere disse che mancavo io. Così avanzai rassegnata verso il molliccio dopo aver lanciato un'occhiataccia verso la direzione da cui era pervenuta la voce, senza avere idea di cosa mi aspettasse, infatti non avevo capito né quale fosse la mia più grande paura né come neutralizzarla e il momento di riflessione era stato praticamente inutile. Mi sollevai le maniche quasi senza accorgermene, ed era una cosa che non facevo mai, perché erano piene di graffi e quelli non erano graffi normali, avrebbero di sicuro destato sospetti. Per la cronaca non avevo niente nel baule a maniche corte tranne un pigiama perché non volevo farli vedere, mi avevano visto pochissime compagne indossarlo e non avevo mai dato nessuna spiegazione a riguardo. Con un tuffo al cuore mi sembrò che il professore li avesse notati. Il molliccio parve studiarmi un attimo e poi si trasformò.
Una sensazione di gelo mi invase. Si era trasformato in un lupo mannaro. Più tardi mi chiesi se per caso non fossi io stessa trasformata in un lupo mannaro, infatti avevo sempre avuto una grandissima paura di diventarlo da quel famoso giorno.
OH CIELO! pensai  ADESSO VADO IN IPERVENTILAZIONE!
Quasi nessuno probabilmente era riuscito a capire che fosse un lupo mannaro al posto di un semplice animale, perché vidi con la coda dell'occhio che non sembravano molto colpiti.
COME FACCIO A FARLO SPARIRE?? continuò il mio cervello, mentre il panico cresceva. Dovevo fare qualcosa, e subito.
"Riddikulus!" esclamai, senza avere idea di cosa sarebbe successo. E ovviamente non successe nulla. Riprovai, ma l'incantesimo non funzionò. AIUTO! SONO UN DISASTRO! pensai. Avrei voluto sprofondare. Per fortuna il molliccio cambiò improvvisamente direzione e puntò verso Lisa. Si trasformò in quello che aveva tutta l'aria di essere un enorme drago e quando finì di affrontarlo il professor Lupin si lanciò in avanti per chiuderlo di nuovo nell'armadio. Nel frattempo notai che il molliccio era mutato in qualcosa che poteva essere la luna o una sfera di cristallo. Dopodiché ci riportò in classe e annunciò che la lezione era finita, assegnando vari punti per Corvonero alla maggior parte della classe. Quasi tutti presero le loro cose soddisfatti e si avviarono verso l'uscita per la lezione successiva. Mentre mi giravo anch'io dirigendomi verso la porta dell'aula decidendo se fosse stato meglio sprofondare sottoterra senza tanti preamboli oppure essere inghiottita dalla piovra gigante del lago del parco sentii che qualcuno mi stava chiamando.

Terzo anno ad HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora