10.

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NICO

Non appena chiudo la telefonata e getto il cellulare sul letto, mi lascio andare a un lungo sospiro, a metà fra la frustrazione e il palese nervosismo, per poi alzare la testa e ritrovarmi così di fronte lo sguardo piuttosto serio dei miei due migliori amici.
Non hanno bisogno di chiedermi con chi fossi al telefono, perché mi conoscono e sanno benissimo che riservo quel tipo trattamento al mio cellulare solo quanto parlo con mio padre.

<< Livello di rottura da 1 a 10?>>.

Ema.

<< 8.>>

<< Nico, ricordati cosa ci siamo detti prima di partire. Per tutta la durata di questa vacanza le nostre famiglie, o meglio, i nostri padri e le loro aspettative, con tutti gli annessi e connessi, li avremo lasciati a Firenze. E così dobbiamo fare. Non soltanto perché lo abbiamo promesso, ma soprattutto perché lo meritiamo.>>

Gio, non appena finisce di parlare, avanza lentamente verso di me, per poi appoggiarmi una mano sulla spalla e fissarmi in silenzio in attesa di un mio cenno, che per fortuna non tarda ad arrivare.

<< Hai ragione, Gio. Solo che quell'uomo ha la capacità di farmi saltare i nervi in meno di due minuti e a volte e' davvero difficile rimanere calmi. Lo amo profondamente, ma ci sono dei momenti in cui vorrei davvero mandare affanculo lui e i suoi standard del cazzo.>>

<< Lo so, credimi. Ma stasera ci aspetta una prima serata da urlo e non ho intenzione di farcela rovinare da tuo padre, ne dal mio o da quello di Ema.>>

<< Ben detto.>>

Ema.

<< Parlando invece di cose più leggere... come va con Emma?>>.

Gio.

<< Perché mi chiedi di cotoletta?>>.

<< Forse perché state flirtando, anche in maniera leggermente originale, da quando vi siete conosciuti?>>.

Il tono del mio amico è assolutamente rilassato, anche se per me che lo conosco molto bene è quasi immediato cogliere anche la sfumatura di ironia celata sotto.

<< Non stiamo flirtando. Siamo in guerra, il che è ben diverso. Riconosco che è molto bella, ma ha un carattere del cazzo.>>

<< Se per questo anche tu.>>

Ema.

<< Secondo me questa "guerra">>, e mentre Gio pronuncia l'ultima parola la virgoletta pure, giusto per evidenziare ancora di più quanto gli sembri assurda, << è semplicemente una scusa del cazzo per non ammettere che ti rode parecchio il fatto che ti tiene testa.>>

Ema, seduto esattamente di fronte a me, invece di parlare a mio favore, si limita ad annuire convinto, per poi alzarsi e iniziare a scegliere i pantaloni per questa sera.

<< Amico, mi fido del tuo istinto e lo sai. Ma l'ultima frase che hai detto, mi sembra tanto una di quelle che si potrebbero trovare nelle storie che leggeva ai tempi mia sorella su Wattpad. E considerando che le ho sempre ritenute piene dì cliché del cazzo, non serve che io dica altro.>>

<< Io l'ho detto. Avete chimica. E in casi come questi, o vi ficcate la lingua in bocca, oppure uno dei due ci lascia le penne.>>

<< Che melodrammatico! La faida con la milanese è nata per caso e regala perle, lo ammetto, perché farla incazzare è facile come rubare le caramelle a mia sorella, oltre che parecchio divertente. Ma la cosa finisce lì.>>

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