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EMMA

Quando il giorno dopo apro gli occhi, per i primi istanti non ho ben chiaro se sia mattino oppure pomeriggio.
Questo perché, nonostante il sole sia ben alto, non ho sotto mano il cellulare e intorno a me non percepisco suoni o rumori, se non si contano chiaramente gli sbuffi rilasciati di tanto in tanto da Bea.
Ho una sete pazzesca e mi fa male un ginocchio, ma a parte queste due piccole considerazioni, mi sento come un fiore appena sbocciato.

Pur avendo bevuto parecchio, non ho la tipica nausea da dopo sbronza, in primis grazie a tutta la pasta ingurgitata prima di uscire, ma soprattutto alle due bottiglie di acqua che mi sono bevuta prima di andare a dormire stamattina. Abitudine che ho preso fin dalle prime uscite e che mai mi ha abbandonato negli anni.

Per fortuna mia e di chi ritorna a casa con me.

Dopo svariati minuti passati a fissare il soffitto, decido di alzarmi lentamente per andare a fare colazione, visto che la mia pancia ha iniziato a emettere suoni vagamente simili a quelli di Bea e la cosa non è affatto un buon segno.

Una volta in piedi, mi stiracchio ancora, per poi dirigermi rapidamente in bagno, fare pipì e lavarmi bene faccia e mani. Istintivamente faccio per lanciarmi una breve occhiata allo specchio, ma dato che non sono poi così tanto coraggiosa, decido di evitare studi approfonditi della mia faccia da sconvolta, o come mi chiama spesso mio fratello, da Phil di
Una notte da leoni.

Facendo attenzione a non fare troppo rumore, esco dalla nostra stanza, per poi scendere le scale e andare in cucina alla ricerca di qualcosa di commestibile. Al momento non percepisco altri suoni umani, il che significa che posso gustarmi una colazione in santa pace, senza bisogno per forza di fare conversazione.
Se mi trovassi in casa solo con le ragazze, questo problema non si porrebbe, dal momento che siamo decisamente in confidenza e sappiamo bene come siamo nel post sbronza.
Ma dato che ci sono anche i ragazzi, il codice delle buone maniere instillato dai miei finisce sempre per avere la meglio, portandomi quindi a parlare e sorridere pur non avendone per nulla voglia.

Mentre sono di fronte alla dispensa, indecisa sul da farsi, noto con la coda dell'occhio tutte le provviste che abbiamo comprato e l'indecisione si tramuta in una certezza: prendo tutto.
Dopo aver preparato la moka per dodici persone, afferro i biscotti, la marmellata e svariati piattini e posate, per poi dirigermi a passo spedito in terrazza e disporre il tutto anche per gli altri, quando e se mai decideranno di fare colazione.

L'orologio segna infatti quasi l'una, e considerando che siamo tornati a casa poco dopo le sette, non escluderei una resurrezione nel tardo pomeriggio, perlomeno ad opera di Ceci ed Ema.
Nel ripensare alle perle di ieri sera non posso fare a meno di sorridere divertita, perché le loro espressioni, se all'inizio erano composte e buffe, verso la fine si sono trasformate in vere e proprie smorfie senza alcun tipo di contegno o censura.
Specialmente quando hanno trovato Nico e la sottoscritta nel parcheggio, con le lacrime agli occhi per le troppe risate e nessuna intenzione di smettere.

Una volta seduta, inizio a spalmare la marmellata su tre fette di pane, ovviamente mangiando biscotti come se non ci fosse un domani. Mentre mi godo questa colazione silenziosa e stranamente pacifica, mi prendo anche qualche istante per ammirare la vista della baia e dei colori che si alternano costantemente, regalandomi uno scenario a dir poco pazzesco.
Blu nel mare, azzurro tendente al celeste nel cielo e verde con tratti marroni nelle colline circostanti.

Sono talmente assorta in questa contemplazione che non mi accorgo minimamente dell'arrivo di Ema e Ceci, tanto che i due per farsi mettere a fuoco dalla sottoscritta sono costretti non soltanto a ripetere il saluto, ma anche a darmi due baci sulle guance.

E se questo gesto da Ceci rasenta la normalità, da parte di Ema ha come effetto quello di farmi strabuzzare gli occhi dalla sorpresa.
Lui, nel momento in cui assiste alla mia reazione, scoppia a ridere di gusto, per poi sedersi accanto a me e afferrare almeno cinque biscotti dalla scatola.

<< Emma, come mai quella faccia stupita? Ormai siamo una famiglia!>>.

<< Una famiglia?>>.

<< Esatto, Sis. Non dici sempre che l'estate porta con se quella magia inspiegabile che porta tutti ad agire e sentire cose che normalmente non farebbero?>>.

<< Si, è vero, ma ...>>.

<< Niente ma. Ieri sera, o stamattina, non ricordo bene, Ema ed io ci siamo confrontati sulle nostre teorie più importanti e abbiamo deciso che proprio per vivere al massimo questa vacanza, lo faremo come una famiglia. Senza filtri, sempre insieme e senza pensare troppo. Questa ultima parte è ovviamente per te.>>

Ema, nel sentire l'ultima puntualizzazione di Ceci, prima ingurgita altri quattro biscotti e poi, dopo aver bevuto un generoso sorso di caffè, rivolge la sua attenzione alla sottoscritta.

<< Sono curioso, Emma. Non avrei mai detto che sei una persona razionale e che ama avere tutto sotto controllo, sai?>>.

<< Sembrerà assurdo e un totale controsenso, ma in me convivono entrambi i lati. Sono impulsiva ed estremamente maldestra, come hai potuto già constatare di tuo, ma anche dominata dalla logica e dalla voglia di avere tutto sotto controllo, per non parlare poi di quella vena leggermente competitiva che spesso viene fuori nelle situazioni meno ovvie. Il fatto è che sono cresciuta in una famiglia dove il nostro cognome è tutto, di conseguenza bisogna sempre agire al meglio, non importa la condizione e la situazione che magari stai attraversando. E dato che amo profondamente la mia famiglia, per quanto a volte mi faccia impazzire, durante l'anno cerco sempre di essere una figlia di cui essere fieri, ma quando poi esco con gli amici, specialmente d'estate, mi concedo di lasciarmi andare ed essere semplicemente me stessa, non sopprimendo almeno per quel frangente nessun lato di me.>>

Ema, non appena smetto di parlare, invece di sbuffare o rimanere sorpreso dal mio improvviso sfogo con annesso scorcio sulla mia vita a Milano, si lascia andare a un lungo sorriso, che finisce inevitabilmente per contagiare anche me.
Non contento, si avvicina leggermente con la sedia, per poi afferrare un biscotto, riempirlo di marmellata e porgermelo, il tutto senza mai smettere di sorridere.

<< Comprendo benissimo quello che mi hai appena detto, perché anche noi ragazzi subiamo costantemente le pressioni dei nostri genitori, Nico in particolare... ecco perché condivido ogni singola parola di Ceci. Siamo a Mykonos e per una dannata volta voglio lasciare da parte la vita reale e goderci ogni giornata al massimo, come se fosse l'ultima. Staremo qui soltanto una decina di giorni, ma dieci giorni qui sono come svariate settimane da un'altra parte. Quindi viviamo, Emma.>>

Quando Ema finisce di parlare, non posso fare a meno di annuire convinta, per poi finire il mio caffè in religioso silenzio, il tutto sotto lo sguardo attento di quei due.

<< Perché sento che il discorso non è
finito?>>.

<< Beh, amo, perché avremo una piccola richiesta...>>.

<< E cioè?>>.

<< Visto che la serata è finita con te e Nico che ridevate amabilmente, che ne dici di continuare su questo fronte e chiudere con la questione guerra?>>.

<< Certo, per me non c'è problema. Ma solo se la finisce anche lui.>>

<< Beh, considerando che siete a un punto fermo, non mi sembra così impossibile. Dopotutto tu gli hai rovinato il naso, ma lui ti ha fatto quasi arrestare, quindi direi che siete pari. Più o meno.>>

<< Concordo con te, Ema. Il problema è che la mia migliore amica ha una tendenza a combinare guai che farebbe invidia al migliore sceneggiatore di film catastrofici...>>.

E nel sentire l'ultima uscita di Ceci assottiglio lo sguardo, per poi incrociare le braccia e sbuffare leggermente.

<< Grazie per la fiducia, sorella. Farò del mio meglio per stare lontana dai guai e non rispondere alle sue provocazioni, parola di giovane marmotta.>>.

🙈🖤
Capitolo corto e relativamente noioso, ma mi serviva per introdurre un po' il personaggio di Ema e soprattutto le loro intenzioni per la vacanza.

Voi cosa ne pensate della magia estiva?
Ci credete?
Avete mai vissuto esperienze inquadrabili in quella definizione?

Al prossimo capitolo ❤️

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