Capitolo Nono

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Luogo sconosciuto

La situazione si faceva sempre più cruda e macabra in quello scantinato, l'interrogatorio proseguì per svariate ore anche se per gli Zaytsev sembrarono secoli.
-ora basta- sbottò il signor Orlov estraendo una pistola -se non parli faccio saltare le cervella a Kusia- diede questo ultimato a Yrina -ti prego.. no- lo zio sorrise -se mi ammazzi avrai contro gli altro capi- tutti si ammutolirono, il tempo si fermò -c..capi?- domandò con la pistola puntata ancora alla sua tempia -esatto..- di colpo la porta venne sfondata dai soldati -signor Orlov lei è in arresto- il capitano però guardò uno dei soldati che poi annuì -Si, signore- sparò tre colpi nel busto dell'uomo e uno in testa.
-voi due.. avete avuto una nottata in cui avete alzato un po' il gomito, poi vi siete svegliati in un campo di patate e noi vi abbiamo portati a casa, non so se mi spiego..- tese la mano verso lo zio Kusia che gli diede una mazzetta -ho capito- affermò -bravo.. Piotr e.. condoglianze per Pasha, tuo figlio avrebbe dovuto studiare al posto di morire miseramente.. e, che resti tra noi, Vladimir è in una fattoria nei dintorni di Sochi, l'abbiamo avvistato li- fece un saluto militare e se ne andarono mentre nel cuore di Kusia si spezzò qualcosa.

Nel fienile

L'uomo cadde a terra e Valerij prese la sua arma -lo sapevo- sorrise come suo solito -Igor Berberov, quello stesso mostro che anni fa rapiva e mangiava bambimi.
Puntò il fucile con tutta la rabbia che aveva in corpo -VOLEVI UCCIDERE I MIEI AMICI- fece per sparare ma Vladimir lo interruppe -consegnamolo alla giustizia,. non macchiamoci di crimini che non ci appartengono, troverò una corda e li legheremo-
Lo convinse e legarono i tre a delle travi -così può bastare- disse Vladimir a Ivan e Valerij -lasciatemi del tempo, voglio vedere come sta Valeria- andò nella casa e vide la sua ragazza impalata a guardare una libreria che si era spostata -ma cosa..-
Lei lo guardò e sorrise abbracciandolo -è oro amore, tantissimo oro- guardarono assieme la cassa -dobbiamo dirlo agli altri e farlo sparire prima che arrivi la polizia- lei sorrise e lo baciò -bella idea piccolo, però ne ho una migliore!- lo condusse piano piano sul divano e iniziarono a baciarsi con foga -senza di te sarei morta.. o peggio..- lo guarda -ti amo tanto Vova- si sfilò la maglietta -L..Lera?..- lei gli fece un grattino -stai zitto una buona volta- poi lo spogliò.

Casa Zayzev

La madre stava preparando delle provviste per il viaggio e recuperare suo figlio -Kusia che stai facendo?- domandò, lo zio era in bagno a piangere, non sapeva della morte di suo figlio, del quale nessuno sapeva -io..ehm- le lacrime gli scendevano lungo il volto -arrivo subito- caricò un'arma e si lavò il viso per poi prendere il suo sacco.
-Yrina.. io..- lei si voltò -tu hai un figlio che non hai mai detto di avere- le vennero i brividi -hai detto che è morto al parto.. SIAMO LA TUA FAMIGLIA, DOVEVI DIRCELO- si calmò -Vasilij...- la interruppe -Vasilij è morto.. Yrina- si mise a sedere _dovevo stare zitto.._ disse tra se e se -scusami.. manca molto anche a me-.
entrambi uscirono e si diressero verso Sochi, nellq speranza di riunire la famiglia.

Tavarijsh VladimirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora