Capitolo ottavo

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Casa Zaytsev

-ho paura- disse la madre bagnata dalle lacrime -ho paura per Vladimir, per la sua ragazza e anche per te- guardò disperata zio Kusia -anche io ne ho, però starò qui e non ti faranno del male- provò a sorridere -Vladimir sta bene, sono fuggiti, fidati è sveglio e tornerà- confermò mentre lei finì di singhiozzare.
-possiamo andare a bere qualcosa?- domandò ma subito venne fermata -no, dobbiamo stare in casa, i miei uomini sapranno che fare-
-i.. tuoi uomini? Che intendi?- Kusia fece un sospiro -io.. ho agganci e mi conoscono come..- una vampata di fuoco entrò in casa, come un'esplosione -attenta- si mise davanti a lei -scappiamo- usò la giacca per ammazzare delle fiamme e scappare all'esterno.
Quando furono al 1º piano però accadde l'inevitabile -stai ben.. ouch- la madee cadde a terra e a Kusia toccò la stessa sorte.
-bene- disse uno sgherro -portiamoli dal capo- l'altro annuì e salirono in auto.

Alla fattoria (a tarda notte)

Il ragazzo stava spiando Valeria mentre dormiva _ma dov'è quello più grande?_ si domandò _non ha importanza, io voglio la ragazza_.
Si spostò e si mise ad ascoltare il suo dolce respiro, poi le toccò i capelli _sono così morbidi_ una strana sensaziome iniziò a scorrere nella sua pancia fino a quando arrivò in basso e le mise la mano sul seno un po' sudato.

Nel sogno di Valeria

-no ti prego stammi lontana mostro- una figura sfocata e misteriosa si pose davanti a lei.
-Ciao Valeria- ovunque lei si girasse lui era sempre in fronte, lo percepiva -AHHH- urlò

Nel presente

-AHHH- si svegliò di colpo e con una reazione fulminea colpì il suo aggressore.
-AIUTO VOVA- Vladimir si svegliò di colpo -che sta succedendo qui?- Valeria tremò -mi stava toccando..- Il molestatore stava sorridendo -ora ti spacco quei denti- fece per tirargli un pugno ma un rumore lo fermò, alle sue spalle c'era il vecchio signore con un fucile puntato alla sua schiena -io non lo farei se fossi in te- Vladimir iniziò a sudar freddo e l'uomo caricò il colpo e poi si sentì un gran botto.

Luogo sconosciuto

-Dove sono?- chiese impaurita la madre -in una cantina che nessuno conosce- disse una voce a lei familiare seguita da una risata.
-che modi, toglietele il cappuccio- di colpo una luce l'accecò -tu!- l'uomo sghignazzò -si, io- era il padre di Valeria.
-Dov'è tuo figlio? Te lo chiedo solo una volta oppure- tirò una tenda -lui soffrirà- Lei guardò Kusia legato alla sedia -animale liberalo- fece cenno di no e uno scagnozzo prese una spranga con cui gli ruppe il braccio -risposta sbagliata signora Zayzev-.

Tavarijsh VladimirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora