VALERIA
Il giorno dopo Valeria aprì gli occhi e vide suo padre su una sedia intento a urlarle contro, conosceva bene quello sguardo gelido, sembrava una landa siberiana con un vulcano pronto a devastare tutto.
-ieri sera non ti ho trovata in casa, dove sei andata?-
Valeria era tornata tardi e quindi era ancora mezza addormentata.
-E.. ero- non riusciva a parlare, era in ansia, il cuore palpitava e il sudore freddo iniziò a uscirle sulla nuca.
-RISPONDI! MI HAI PRESO PER STUPIDO?- tuonò -no padre.. non penserei mai qualcosa del genere.- mormorò -SILENZIO! So che frequenti brutte compagnie, e te lo lascerò fare, non mi interessa la tua vita. però non rovinare il buon nome della nostra famiglia, quindi..- prese una valigia con all'interno dei vestiti, dieci mila rubli e una lettera che la madre insistette per aggiungere alla lista. -te ne andrai, non mi interessa dove.. ma non ti voglio più vedere.- Valeria si alzò dal letto con le lacrime agli occhi, prese la valigia senza dire niente, aveva paura e la mano le tremava. -bene, addio padre- uscì dalla camera ma un urlo la paralizzò -un'ultima cosa, non dirai mai a nessuno che sei mia figlia e tanto meno quella cosa che ti ho rivelato, dio mi perdoni per averlo fatto, stupida ragazzina- Lei proseguì in silenzio senza dire niente e poi uscì.
Attraversò il cortile, camminò lungo il sentiero di sasso e aprì il cancello senza nemmeno guardarsi indietro, era il suo passato e lei, inseguì il futuro.Vladimir
Vladimir finì di leggere il libro, passò tutta la notte a pensare al bacio _non mi era mai capitato, è strano.._ pensò tra se e se, non era abituato a quel tipo di amore, non aveva mai sperimentato l'amore al di fuori del rapporto madre figlio.
DRIN DRIN suonò il campanello che in quel silenzio fece spaventare il ragazzo.
_chi può essere?_ si diresse alla porta e con sua gran sorpresa dietro al legno massiccio c'era Valeria con il viso corroso dalle lacrime.
-L..Lera? Ciao.. che succede?- chiese preoccupato
Lei le saltò addosso e lo strinse in un abbraccio che gli fece bloccare il respiro, come se con quel gesto lei gli avesse trasmesso la sua disperazione.
-Mio padre mi ha posto davanti ad una scelta.. la casa o te, io ti ho scelto e ora non mi vuole come figlia- Vladimir era sconvolto da tali parole -io.. mi dispiace, che razza di padre farebbe questo a sua figlia. Starai da me.. sempre che tu voglia- la tirò a se e portò la valigia in camera -scusami, la casa è un po' piccola.. - venne interrotto da un bacio -se ci sei tu mi va bene tutto- disse con tono dolce, e poi raccolse i suoi lunghi capelli in una coda.
-grazie tante per... beh per ospitarmi, sei tutto per me, grazie Vova- lo baciò ancora.
Lui la allontanò un po' -perché tutti.. questi baci?- Valeria lo guardò storto -io ti amo, ci sei sempre stato per me..- le salì il cuore in gola -allora.. è il momento di darti questa- andò a prendere una foto -l'abbiamo fatta quand'eravamo piccoli, avevamo speso tutti i rubli per una foto- sorrisero entrambi.
Dopo qualche istante si sentì ancora il campanello e Vladimir andò ad aprire -chi è?- aprì e due uomini alti lo presero per i polsi -Vladimir Zayzev sei in arresto per aver attentato alla vita di Valeria Radulov- nel mentre la ragazza era in bagno e non riuscì a sentire le voci -impossibile, lei è qui con me.- i poliziotti non si smossero, gli misero le manette e lo strattonarono verso la prigione dove lo incarcerarono in attesa della deportazione nel Gulag.VALERIA
Uscì dal bagno dopo essersi lavata la faccia _ma dov'è Vladimir??_ si interrogò e vide la porta aperta e un'autocarro della polizia partire sotto casa e li realizzò, il padre sapeva e la sfruttò per arrivare al ragazzo.
Sapeva dove lo stavano portando, era il momento di porre fine a tutto, liberare il suo amore e scappare da quell'inferno.
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Tavarijsh Vladimir
PertualanganLa guerra ha lasciato una ferita aperta nel cuore del piccolo Vladimir, che diventerà leggenda nell'unione sovietica di Stalin