Capitolo primo

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La neve cascava soffice sui tetti in cemento di Stalingrado, le finestre erano appena illuminate e guardando attraverso alla tenda ricamata dalla nonna c'era Vladimir.
Stava leggendo le gesta eroiche dei compagni caduti in battaglia per difendere la madre patria, uomini come tanti, mandati al macello, uno fra tutti, suo padre Vasilij.
Il giovane ragazzo osservava con attenzione ogni singolo fiocco che gli capitava davanti al vetro -magari le persone sono proprio come queste piccole opere d'arte, ognuno è diverso ma il destino è uguale per tutti- pensava ad alta voce.
la madre entrò proprio in quel momento ma lui non si accorse di lei, che restò a riflettere per poi accarezzarlo dolcemente sulla testa -Vova, è tutto pronto dai vieni di la, ti aspettano tutti, non puoi startene solo il giorno del tuo compleanno- lo esortò la madre
-ma è un giorno come un altro- disse con un tono freddo e pieno di tristezza
-tuo padre non avrebbe voluto... che, ti isolassi-
Vladimir abbassò lo sguardo, nutriva gran rispetto e riconoscenza per quello che era stato suo padre -perdonami madre, arrivo subito- posò il libro e lwnciò un'ultima occhiata fuori nell'infinita distesa di case, neve e persone e poi uscì dalla stanza per ricongiungersi a tavola con i familiari.
-tanti auguri Vova!- esclamò lo zio Kusia estraendo un libro su karl Marx -spero ti piaccia- sorrise e bevette un sorso di vodka e poi la passò al nipote -14 anni sono già passati, ora bevo con mio nipote URRÀ-
La serata scaldava i cuori della famiglia Zaytsev a 4 anni dalla scomparsa di Vasilij, il futuro era incerto, pieno di paura e speranza, come la neve scendeva, il tempo scorreva, la vodka finiva e tutti andarono a letto col sorriso, con la felicità dei piccoli momenti di unità familiare, e della lealtà della famiglia

Tavarijsh VladimirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora