09| grattacieli di Manhattan

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grattacieli di Manhattan

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Cassandra parcheggia la macchina nel garage e, mentre si allunga verso lo zaino sul sedile del passeggero, l'unica cosa a cui riesce a pensare è il sonno che l'ha colpita di punto in bianco. Cammina verso la porta di casa mentre sbadiglia, ed è felice nel sapere che nessuno sarà in casa per le prossime ore.

Si sente sempre sfinita dopo gli allenamenti del club di matematica, anche se tutto quello che fa per un'ora e controllare e svolgere esercizi. Eppure, dopo la giornata che ha avuto, non vede l'ora di stendersi a letto e dormire fino al giorno seguente.

Si toglie le scarpe non appena mette piede sul parquet della casa, per poi dirigersi dritta verso le scale. Sorpassa la cucina e il salone con lo zaino in spalla e il telefono in mano, per poi salire le scale e aprire la porta della sua stanza.

Camera sua è nelle stesse condizioni in cui l'ha lasciata quella mattina: una serie di vestiti sparsi sulla sedia della scrivania, la poltrona della libreria e il suo letto, nonché una marea di libri e cavi sulla scrivania. Per quanto vorrebbe mettere a posto tutto il casino, si sente troppo stanca per fare qualsiasi cosa.

Lascia cadere lo zaino accanto alla porta per poi dirigersi verso il bagno, dove si strucca e si lava i denti, per poi cambiarsi in dei vestiti più comodi e infilarsi sotto le coperte.

E' il rumore della sua suoneria a svegliarla. Con gli occhi ancora chiusi e il viso coperto dal piumino, Cassandra allunga la mano verso il comodino nel tentativo di trovare l'apparecchio che continua a suonare.

La luce dello schermo quasi la acceca appena lo afferra e lo avvicina al viso, ma la abbassa velocemente. Senza vedere chi sia a chiamarla, porta il telefono all'orecchio e si gira di schiena sotto le coperte.

"Si?" chiede mentre si passa una mano sul viso. La sua stanza è completamente nella penombra, e un veloce sguardo alla finestra accanto al letto le fa capire che la sera è scesa da diverse ore sul Queens.

"Cassie, ti chiamo per ricordarti che abbiamo un impegno stasera" la voce di sua madre risuona nel suo orecchio, mentre un'espressione confusa compare sul suo viso.
"Si, me lo ricordo, mamma" dice lei, ancora mezza addormentata.

"Okay, perfetto. Ti mando la posizione adesso. Potresti passare a prendere Flash prima di venire?"
"Okay, nessun problema. Ti voglio bene"
"Te ne voglio anche io"

La chiamata si conclude e la castana si permette di rimanere a letto per ancora qualche secondo, almeno fino a quando il telefono non le vibra ancora una volta in mano e il messaggio di sua madre con la posizione non illumina lo schermo.

Senza perdere tempo, si toglie le coperte di dosso e scende al piano inferiore per prepararsi qualcosa da mangiare prima dell'evento. Nel corso della sua vita è stata a diverse cene di lavoro dei suoi genitori e sa benissimo che passeranno ore prima che la cena venga servita. Per questo, si prepara uno spuntino per poter arrivare fino a cena senza avere lo stomaco che brontola.

Masked - Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora