.10.

182 12 10
                                    




ATTENZIONE

Questo capitolo contiene parti con atteggiamenti e riferimenti sessuali espliciti.


-Nong...- Zee era incredulo a quello che aveva appena sentito. Fortunatamente il clacson della macchina dietro di loro lo riportò velocemente alla realtà. Riprese a guardare diritto lungo la strada che li portava a casa di Saint. -... non credo che sia una buona idea..-

-Ti prego...- Saint gli appoggiò delicatamente la mano sul ginocchio e sentì le sua, salda sul volante, aumentare la presa.

Un ennesimo semaforo rosso.

-P' guardami...- la sua voce sembrava miele -...ti prego...non voglio stare da solo-

-Ma non hai avvisato nessuno...Mae Nuk o P'Chen potrebbero preoccuparsi se non rientri senza dire nulla.-

-Ho già scritto a mamma...- raggomitolato sul sedile continuava a guardarlo con occhi imploranti - e domani P' non deve passarmi a prendere.-

Zee espirò profondamente, controllò lo specchietto retrovisore e senza rispondere fece inversione.

*

Saint ancora faticava a reggersi in piedi. Sentiva il corpo pesante e la testa girare. Non fece nemmeno in tempo ad aprire lo sportello che sentì le mani di Zee afferrarlo e sollevarlo dal sedile.

Mentre camminava appoggiato a quel petto così grande si sentì stranamente sereno e in pace. Tutti i dubbi e i timori di qualche ora prima sembravano quasi totalmente dimenticati.

Entrati in casa Zee lo aiutò a togliersi le scarpe. Senza trovare un solido appoggio Saint si lasciò andare e cadde a terra cominciando a ridere.

-Tutto bene?- il tono di Zee era decisamente preoccupato.

Saint non riusciva a smettere di ridere.

-Si...ma...fa caldo...-

-Tengo l'aria condizionata spenta la sera, lo sai-

-Ma io ho caldo...- Rispose iniziando a sollevarsi la maglietta.

-Saint!-

-Ho sete ...e voglio...lavarmi i denti...-

-Una cosa alla volta però. Prima di tutto togliamoci le scarpe, ok?-

-Agli ordini!- Ancora disteso a terra sembrava come se la sbornia gli fosse risalita.

Lo aiutò ad alzarsi e lo portò in bagno. Gli sciacquò la faccia e gli fece lavare i denti con estrema difficoltà. Saint continuava a ridere e dondolare lanciando schizzi con lo spazzolino da tutte le parti. Il corpo del ragazzo ubriaco iniziava a trasudare tutto l'alcol bevuto e i pantaloni bagnati di birra non si erano ancora asciugati del tutto. Era seduto a terra davanti alla grande vasca sul fondo della stanza, continuava a far dondolare la testa ad occhi chiusi, farfugliando.

Zee prese un piccolo asciugamano e lo passò sotto il getto di acqua tiepida. Non si fidava a lasciarli fare un bagno da solo, temeva che sarebbe potuto cadere o peggio affogare. Delicatamente gli sollevò la maglietta aiutandolo a sfilarla completamente. Esitò per un secondo guardando la pelle chiara ancora arrossata nel punto in cui lo aveva stretto perchè non cadesse. Con piccoli e delicati movimenti iniziò a sfregargli la pezza umida sulle mani, salendo  lentamente fino alle spalle.

Saint chiuse definitivamente gli occhi e smise di parlare. La pezza continuava a scorrere leggera sul petto e sul collo lasciando piccole gocce d'acqua fresca al suo passaggio, il respiro si fece più forte e Zee si rese conto che quei tocchi sembravano dare piacere al ragazzo seduto di fronte a lui.

La mente di Saint stava viaggiando indietro di qualche giorno, dietro a quella porta socchiusa del camerino di Mew dove lo aveva visto insieme a Gulf nella loro completa intimità e aveva sentito il suo corpo reagire. Sentiva la stessa sensazione pervaderlo dalla punta dei piedi fino alla vita, salire e aumentare sempre di più. Il fresco tocco della stoffa umida gli fece venire la pelle d'oca e iniziò a domandarsi da dove provenisse quel piacere.

Può essere così...puoi lasciarti andare completamente ad un'altra persona...qualcuno che ti capisce...qualcuno che sai chi sei...

La tasca destra dei pantaloni del giovane prese a vibrare senza sosta. Incerto su cosa fare, ma preoccupato che qualcuno lo stesse cercando, Zee indugiò un attimo, poi, con attenzione, gli infilò la mano in tasca. Si bloccò per un istante quando le dita strette sul telefono percepirono anche la durezza e l'eccitazione del ragazzo seduto e inerme di fronte a lui.

Saint sentì le mani di Zee muoversi vicino a quel punto che, senza sosta, continuava a pulsare. Aprì gli occhi e afferrò la con forza mano ancora infilata dentro la sua tasca.

-Nong i...- non gli diede modo di parlare. Con la mano libera Saint bruscamente gli afferrò il collo e lo tirò a lui, premette le labbra sulle sue e l'obbligò ad aprire la bocca.
Le lingue iniziarono a intrecciarsi così come le dita strette tra i folti capelli scuri.

Zee sentì il cuore esplodergli nel petto un po' per lo stupore, ma di più per la felicità. Voleva prenderlo e stringerlo, dargli tutte le certezze di cui aveva bisogno. Spiegargli con quei gesti quanto non ci fosse differenza tra i sentimenti che Fighter provava per Turor con quelli che lui provava per Saint. Sentiva l'eccitazione crescere senza controllo, ma capiva anche che il ragazzo che lo stava tenendo stretto era ancora sotto l'effetto dell'alcol. Con forza e violenza lottò per liberarsi da quella presa.

-Saint!- ancora una volta senza rispondere, il giovane si era ributtato su di lui costringendolo a stendersi sul pavimento freddo. Gli aveva afferrato entrambi i polsi e aveva continuato a baciarlo senza sosta, mordendogli le labbra, succhiandogli il lobo dell'orecchio per poi scendere sul collo, continuando a leccare e baciare ogni centimetro di pelle . Nella mente di Saint i pensieri continuavano a viaggiare veloci. Ricordava quello che aveva visto, il modo in cui Mew aveva afferrato il corpo di Gulf e lo aveva steso e sul quel tavolo, lo sguardo in ecstasy del ragazzo sotto di lui e il piacere di entrambi consumarsi davanti ai suoi occhi.

In un istante lasciò andare uno dei polsi e infilò veloce la mano dentro i pantaloni di Zee, non sapeva nemmeno lui cosa stava facendo o cosa dovesse fare, semplicemente ascoltava il suo istinto e si comportava di conseguenza. Aveva staccato completamente il cervello, spento ogni ragionamento razionale, voleva il controllo di quel corpo sotto di lui, come Mew lo aveva avuto con quello di Gulf, vedere nella persona stesa a terra gli occhi pieni di piacere e la soddisfazione. Possederlo, dominarlo, farlo suo.

il tempo si fermò. Come in una fotografia congelata nel tempo Saint riprese per una frazione di secondo il controllo su se stesso. La situazione non era minimamente come quella che aveva creato nella sua immaginazione: l'erezione di Zee stretta tra le sue mani gli stava dicendo qualcosa, ma gli occhi spaventati e confusi del ragazzo a terra dicevano ben altro.





-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Note personali:

"Le gioie violente hanno violenta fine" diceva sommo Shakespeare, i sentimenti brucianti così divampano e così si spengono in pochi istanti.

Saint dovrà affrontare la realtà e le conseguenze delle sue azioni...

Il cellulare sta ancora vibrando...chi lo cerca a quell'ora della notte e con tanta insistenza?








Ci vediamo la settimana prossima :*

Angy

𝙎𝙖𝙮 𝙨𝙤𝙢𝙚𝙩𝙝𝙞𝙣𝙜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora