Capitolo 1

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Sono passati quasi 3 anni da quella notte. Nonostante i miei tentativi invani di fargli visita venivo sempre rifiutata. Sinceramente non credevo che, dopo tutto quanto, lui non mi volesse vedere. Dopo l'ennesimo tentativo buttato al vento, ho capito che Tancredi non era più quello che mi ricordavo che fosse, forse aveva deciso di allontanarmi, pensando che, successivamente mi sarei stancata di andarlo a trovare dietro le sbarre. Io però ero sicura di quello che avevo detto e della promessa che avevo gridato quando lo hanno fatto salire in macchina. Io lo avrei aspettato per sempre, per me nulla sarebbe cambiato. Lui ha deciso di non vedermi più e dunque di rifiutare qualsiasi richiesta di visita io proponessi. Ogni settimana che passasse io vivevo con la certezza che lui si sarebbe arreso e mi avrebbe accettato una visita, ma niente. Ora convivo, invece, con la certezza che di me non gli interessa niente. Così ho deciso di andare avanti, anche se non sarei mai stata in grado di dimenticare il passato, ma ho deciso comunque di aprirmi a gente nuova, Tancredi non aveva proprio intenzione di vedermi o di parlare con me, quindi mi arresi definitivamente. Innanzitutto mi trasferii con Ele e i ragazzi a Boston, per iniziare a frequentare la prestigiosa università di Harvard in compagnia della mia migliore amica. I ragazzi avevano finito scuola, quindi trovarono un lavoro da Starbucks come camerieri. Lì all'università incontrai tantissima gente nuova ma anche facce abbastanza conosciute, soprattutto su tik tok. Tra i primi ragazzi che ho conosciuto si presentano Addison Rae, Charli Damelio e la sorella Dixie, Noen Eubanks, Quinton Griggs e Mattia Polibio. La persona con cui facemmo conoscenza e con cui diventammo subito amici fu ovviamente Mattia, con cui avevamo in comune l'essere italiani. Con lui mi iniziai a frequentare, infatti dopo un paio di mesi ci mettemmo insieme e fece allontanare i miei pensieri da Tancredi, ovviamente questo non durò definitivamente e a lungo.

La sveglia indica le 7:00 del mattino, quel suono terribile mi rimbomba nelle orecchie senza fermarsi, decido di impostarla 5 minuti più tardi e appena chiudo gli occhi ricomincia a suonare ininterrottamente, facendomi saltare i nervi. Mi alzo scazzatissima e mi dirigo in cucina dove mi aspettano un Frappuccino di Starbucks e una ciambella del Mc che mi tirano su il morale.

Mi dirigo in bagno e nel tragitto incappo in Ele che è già pronta per le lezioni.
"certo che sei proprio una ritardataria, sbrigati, altrimenti l'unica cosa che vedrai stamattina sarà la porta che l'insegnante ti sbatterà in faccia" ridacchia divertita e stupita.
"oh senti, non me comincia a cacamme er cazzo de prima mattina" si, una principessa proprio. Lei dopo la mia risposta ridacchia prendendomi le guance tirandole.
"vai subito a lavarti altrimenti ti lascio a piedi" sorride ironicamente per poi fermarsi con la tortura alle guance a sorpassandomi.
"buongiorno anche a te comunque" sussurro. Da quando abbiamo finito le superiori Eleonora è diventata sempre più responsabile ed io, beh, sono sempre rimasta la solita pasticciona che si mette in ridicolo davanti a tutti con i suoi outfit stravaganti. All'università sono molto conosciuta sopratutto per il mio modo di legarmi con le persone, conosco tutti e ho fatto amicizia con tutti già dal primo anno. Decido comunque di non perdermi nei miei pensieri e di sbrigarmi dato che sono già le 7:15. Corro verso il bagno infilandomi in doccia, facendo uno shampoo veloce. L'acqua tiepida scorre lentamente sul mio corpo ancora asciutto, provocando i dei brividi per tutta la schiena. Metto un po' di shampoo tra le mani mischiandolo con un po' di acqua per poi massaggiare delicatamente con i polpastrelli la mia cute. Risciacquo e metto un po' di bagnoschiuma, oggi opto per quello alla vaniglia, che mi ha sempre fatto impazzire. Uscita dalla doccia metto una crema idratante sul corpo e una crema anche per i capelli, così da renderli lisci e luminosi, ma anche è sopratutto per districare i nodi che magicamente mi si formano di notte. Mi asciugo i capelli facendo una semplicissima piega liscia e in 10 minuti sono pronta. Ho ovviamente indossato la divisa, in particolare solo la felpa. Metto un paio di jeans strappati sul ginocchio sinistro e le mie amatissimo jordan nere e rosse. Prendo lo zaino infilandoci le penne e un block notes, per disegnare in pausa pranzo. Nonostante io abbia scelto l'Harvard la mia passione per il disegno non è svanita, anzi, negli ultimi mesi si è rafforzata e sto iniziando a praticare anche la pittura, creando qualche quadro con schizzi di vernice qua e là, perché, dei miei sentimenti ultimamente non ci capisco niente, mi sono fidanzata con un ragazzo bellissimo, ma ho ancora dei vaghi ricordi di Tancredi, che sto riuscendo a dimenticare pian piano. Il rumore del clacson interrompe tutti i miei pensieri e le paranoie che mi sto creando. Il clacson suonato da Ele significa solo una cosa. Esco velocemente di casa correndo verso l'auto dove Eleonora mi aspettava.
"dai sbrigati o faremo ritardo a scuola" mi dice la mia migliore amica mentre chiude lo sportello del guidatore e mettendo in moto.
"sto arrivando, che palle che sei" sussurro l'ultima frase così piano che nemmeno io sono riuscita a sentirmi. Entro in macchina chiudendo lo sportello. "buongiornissimo amica mia" dico stampandole un bacio sulla guancia.
"buongiorno anche a te figona" ride Ele. Durante il tragitto decidiamo di mettere un po' di musica.

Arriviamo all'università alle 7:59. Cazzo, giusto in tempo. Li fuori incontriamo Mattia, il mio ragazzo. Quando sono abbastanza vicina a lui faccio incontrare le mie labbra con le sue trasformando questo semplice tocco in un bel bacio a stampo, dolce e delicato. "buongiorno amore" dico esitando un po'.
"buongiorno anche a te principessa" dice poggiando le sue labbra sulla mia fronte. Dopodiché entriamo dalla porta principale dirigendoci ognuno nei propri corsi, ci  incontreremo poi durante la pausa pranzo.

I still choose you//Tancredi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora