Capitolo 8

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Pov's Gian
Sono le 09:00 e mi sono appena svegliato, faccio colazione e mi preparo per vedermi con Tanc.
Prima di uscire vado a controllare Arianna nella sua stanza. Ancora dorme, dopo la serata di ieri immagino sia molto giù di morale, le chiudo la porta e la lascio dormire ancora per un po', dopo l'incontro con Tanc verrò a svegliarla.
Metto in moto la macchina e mi dirigo a casa di Tanc.
Sono appena arrivato, spengo il motore, uscendo dallo sportello vedo Tancredi che pulisce i resti della festa di ieri sera, probabilmente non ha ancora chiuso occhio.
Io:"Bro" dico dandogli una pacca sulla spalla in segno di saluto
Tanc:"broo" ricambia il saluto.
Io:"non hai ancora chiuso occhio ve?"
Tanc:"non ancora, c'è un porcile qui, devo sistemare, c'è puzza di vomito, alcol ed erba, non si respira"
Io:"ti do una mano dai" inizio a raccogliere i bicchieri sparsi per la cucina
Tanc:"mi dispiace per come sia andata ieri"
Io:"non devi dirlo a me bro"
Tanc:"non voglio più parlare con Arianna, deve rimanere fuori dalla mia vita Gian"
Io:"non andrà così"
Tanc:"invece si, la terrò lontana io"
Non rispondo, ripenso a quanto Arianna sia stata male per lui, a tutte le volte che ha pianto tra le mie braccia. Alzo lo sguardo e lo fisso nei suoi occhi.
Io:"Tanche, le hai spezzato il cuore"
Tanc:"cazzo Gian, non voglio sentirtelo dire più, non puoi permetterti di rimproverarmi, sono stato nei peggio casini e ne sono uscito solo"
Io:"No, mi spiace Tanc, ma Arianna era sempre li, dove c'eri tu c'era lei di fianco a te, sei stato tu a volerne uscire solo, non ti permetto di dire cazzate, lei ha sempre fatto di tutto per te" ribatto "nessuna ragazza avrebbe fatto per te quello che ha fatto Arianna, perciò, non farlo di nuovo Tanc" continuo
Tanc:"fare cosa?"
Io:"farle del male Tanc. Non farle del male, è così piccolina per sopportare tutto ciò"
Tanc:"Gian, io non posso starle vicino"
Io:"o non vuoi?"
Tanc:"lei ha un fidanzato"
Io:"Lucas è un ragazzo d'oro, ma nessuno per lei sarà te"
Tanc:"la amo ancora Gian ed è per questo che devo tenerla lontana"
Io:"lo so bro, si vede dagli occhi solo quando la nomino. Anche lei è così"
Tanc:"le faccio solo del male Gian, deve scordarsi di me"
Io:"non si comanda il cuore bro, e nel core suo ce stai ancora tu"
Guardo l'ora, si sono fatte le 10:30, tra 45 minuti dovevamo partire perciò torno in hotel. Arrivo in hotel, sveglio Arianna nel peggiore dei modi. Siamo pronti, torniamo a casuccia.

Pov's Tanc
Le parole di Gian continuano a invadere la mia mente, persino da non farmi prendere sonno nonostante sia in after.
Mi alzo dal letto e vado in cucina, decido di rollarmi una canna così mi rilasso e vado a farmi una bella dormita. Mi poggio sul davanzale della finestra, accendo il mio joint e inizio a fumare.
Ho sbagliato tutto.
Non mi merito delle persone così al mio fianco. Ho fatto del male ad ognuno di loro e nonostante tutto mi hanno perdonato e accettato nelle loro vite un'altra volta, sono la persona di merda che continua a rispondere male e a sbroccare appena mi dicono qualcosa. Per continuare la mia vita del cazzo ho allontanato l'unica che io abbia amato veramente. Sono un coglione.

Pov's Arianna
I miei pugni chiusi si scontrano contro il vetro della volante, le lacrime mi rigano il volto e provo a urlare, ma la voce non vuole venire fuori. Non riesco a farlo uscire da lì dentro, non riesco a parlare o a ribellarmi. È tutto impossibile. Ho lasciato che quello per ho dato anche il sange mi scivolasse dalle mani. Ho il cuore in mille pezzi.
Il fastidioso suono della sveglia che ha impostato Gian sul mio telefono la sera prima mi riporta alla realtà. Apro gli occhi, il cuscino è sporco di mascara, questo vuol dire che ho pianto per tutta la notte e il mio mascara waterproof non ha resistito a tanto. Mi strofino gli occhi, sono baganti dalle lacrime che sono scese durante il sogno. Ho sognato la sera in cui hanno arrestato Tancredi. Non riuscirò mai a cacciarmelo dalla testa, in un modo o nell'altro, quando sono al punto di dimenticarlo, ritorna sempre. Mi rigiro tra le lenzuola sperando che non sia davvero già ora di alzarsi. Il letto è così caldo che mi rende impossibile alzarmi.
G: "SVEGLIA DORMIGLIONA!" Gianmarco mi tira strattona ma io faccio finta di non sentirlo in modo da farlo cessare e dormire ancora. Finalmente la smette e io cerco di prendere sonno. Quando sono quasi al punto di farlo improvvisamente sento dei brividi di freddo, segno che Gian mi ha tolto le coperte di dosso. A quel punto mi alzo e inizio a rincorrerlo per tutta la stanza.
G: "dai bimba, era ora di alzarsi, dobbiamo tornare a Boston" urla terrorizzato, sa già che lo ucciderò.
Io: "cerca di svegliarmi con calma la prossima volta" dico raggiungendolo e cominciare a tirargli qualche schiaffo sulla schiena. Si gira verso di me e mi guarda mentre io lo picchio ancora. È come se non sentisse dolore, lo capisco, i miei schiaffi per un gigante come lui sono come solletico.
G: "te la sei cercata" dice afferrandomi dai fianchi e lanciandomi sul letto iniziando a farmi il solletico, sa che è una cosa che odio.
Io: "G-Gian ti prego NOO" urlo ridendo. Lui non sembra demordere e continua.
G: "te lo meriti" dice ridacchiando.
Io: "dai ti prego, non lo faccio più g-giuro" dico esausta "mi manca l'aria ahahah, ti prego Gian l-lasciam-mi" lui mi molla.
G: "ti sei salvata stavolta, ma la prossima volta andrà molto male sappilo" dice pizzicandomi la guancia "dai sciaquati la faccia, dobbiamo andare"
Io: "si papà subitoo" ridacchio entrando in bagno. Ho tutto il trucco colato. Mi lavo la faccia, i denti e pettino i capelli. Decido di non cambiarmi, lo farò una volta arrivati a casa, dopo una bella dolcina calda. Esco dla bagno, metto tutta la mia roba nella valigia e scendo le scale dell'Hotel con Gian. Arriviamo alla macchina e apro lo sportello, entrando. Appena partiti cado tra le braccia di Morfeo.
G: "svegliati Ari" il mio amico mi poggia una mano sulla spalla. Mi rendo conto di essermi addormentata solo quando, riaprendo gli occhi, sento le tempie che pulsano e il corpo paralizzato. Sollevo le talmente le palpebre mettendo a fuoco Gian che è di fronte a me e mi guarda. Sgrano gli occhi e guardo l'orario, ho davvero dormito così tanto?
Io: "ho dormito per tutto il viaggio?" dico con la voce impastata dal sonno. Gian annuisce e scoppia in una grassa risata che contagia anche me. Gli pizzico la spalla.
Io: "non osare ridere della mia pigrizia Rottaro" dico con una smorfia.
G: "ahia! Ok ho capito, non ti guardo proprio, solo guardarti mi farebbe ridere" dice con un sorriso stampato in faccia.
Io: "sta zitto ed entriamo a casa, coglione" dico l'ultima parola ridacchiando.
G: "ai suoi ordini padrona" ridiamo e scendiamo dall'auto di Gian, raggiungendo poi la porta di casa. Giro le chiavi e apro la porta, trovandomi Lele al tavolo che parlava con qualcuno. Qualcuno che ancora non riesco a vedere fin quando non entro completamente in casa. Corro subito ad abbracciare Eleonora che si stava strafogando di cibo. Lei ricambia l'abbraccio.
Ele: "buongiorno e ben tornata amica"
Io: "buongiorno e grazie amica" dico imitandola "vado a riposare"
Ele: "ehi ehi ehi, non dimentichi di dirmi qualcosa" mi dice mentre salito Diego e Lele che la guardano interrogativi. Io la guardo confusa "una certa conversazione con un certo Tancredi" a quel nome rabbrividisco e mi si crea un nodo in gola. Guardo Gian cercando un aiuto da parte sua, lui mi guarda e annuisce.
G: "lasciala riposare, ti racconterà tutto quando sarà in grado di camminare almeno" dice ridacchiando.
Io: "stronzo" dico tirandogli un pugno sulla spalla. Lui emette dei finti mugolii e io gli faccio una smorfia alla quale tutti ridono. Salgo le scale, sento la testa girare, ma non ci faccio caso, sarà la stanchezza o la sbornia. Mi dirigo a letto, appena sveglia farò la doccia, ma adesso ho voglia di dormire e cacciare quell'immagine orribile di quella fottuta sera. Mi accomodi delicatamente nelle lenzuola pulite che emanano un profumo che riesce a farmi cadere in un sonno profondo e calmo, per la prima volta dopo anni, mi sento veramente a casa.

I still choose you//Tancredi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora