Tears in my eyes

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E molte volte mi chiedo, perché si deve soffrire? Perché la vita non può essere fatta solo di momenti belli? Perché esiste quest'emozione che ci logora dentro portandoci a fare gesti estremi a volte...Penso che la risposta non la sappia nessuno. Non mi davo pace, come mai finivo sempre risucchiata nei miei pensieri, perché ero così fragile? Le semplici parole di Mary mi avevano distrutto, eppure qualcosa nella mia testa mi diceva che sarebbe accaduto proprio questo. Edward era troppo bello per essere vero, e ciò, infondo, l'avevo sempre capito. Qualcosa in me però, mi diceva che dovevo provarci per essere felice, ma ovviamente si sbagliava. Ero arrivata alla conclusione che io non potevo essere felice, che Chaterin non poteva esserlo; perché? Beh semplice, per un aspirante suicida, essere felice, era come dire ad un gatto di farsi mangiare da un cane, non sarebbe mai accaduto. Questo lo sapevo benissimo, ma pensavo che un ultima speranza c'era per tutti no? Come si suol dire: " La speranza è l'ultima a morire" e ci credevo sul serio, perché in fondo, anche la persona più ferita, ha in se un po' di speranza.
Speravo con tutto il mio cuore che Edward fosse il mio eroe, ma troppo tardi ho scoperto che non era così.

I momenti passati insieme si susseguivano nella mia mente, ed io non potevo far altro che cadere sulle mie ginocchia e piangere. Ormai piangere era un azione normale e consueta nella mia routin quotidiana, e quando non accadeva, beh c'era da preoccuparsi.

Scesi in cucina, e trovai un bigliettino; strano, non avevo sentito entrare nessuno. Curiosa e un po' spaventata mi avvicinai al tavolo, dove il piccolo pezzo di carta si trovava, e con calma lessi le righe scritte.

-Ciao piccola, sono Tom. Sono passato per vedere come stavi.

A scuola dicono che hai avuto una ricaduta, mi sono preoccupato.

Fammi sapere al più presto.

Tom-

Tom era sempre così dolce, confesso che mi era mancato molto, insieme alla sua dolcezza.
Ricordo ancora il nostro rapporto, eravamo così felici, così dolci. La gente mi chiedeva sempre se avevo una cotta per lui, ed arrossivo solo al pensiero di abbracciarlo. Ovviamente qualcosa di forte provavo, ma lo tenevo segreto e ancor oggi nessuno sa nulla. Sono stata male un paio di volte, ma la prima, e quella più fatale, fu in prima superiore. Erano i primi mesi, e come si sa, quanto più un amore è nuovo, tanto più si è in balia delle emozioni. Andavamo a scuola sempre insieme e molto spesso la gente ci chiedeva se stessimo assieme; mi sarebbe molto piaciuto rispondere con un si, ma non era possibile, ed ero arrivata alla conclusione che mai lo sarebbe stato.
Ero appena arrivata a scuola, in quel periodo Tom stava iniziando a frequentare gente un po' poco raccomandabile, e spesso preferiva stare con loro che con me. Varcato il cortile, corse subito verso di loro, lasciandomi sola. Ricordo che c'era una ragazza, mi sembra che si chiamasse Jennifer, che provava sempre a tenerlo stretto a se, e mi fa male ammetterlo, ma ci riusciva sempre. Quel giorno però i due si salutarono e al oro abbraccio, si susseguì un bacio molto appassionato. Mi fece male vedere quella scena e il perché non lo so nemmeno io. Sapevo benissimo che tra me e Tom non ci sarebbe mai potuto essere qualcosa, ma continuavo a sperarci, e probabilmente è stato proprio questo a far traboccare il vaso.

I due si iniziarono a frequentare, e la prima superiore divenne il mio più grane incubo. Il mio migliore amico se ne era ormai andato, ed io ero stata subito presa di mira dai bulli. Tutti avevano notato quanto Tom riusciva a rendermi più forte, ed al primo momento di debolezza ne avevano approfittato, riuscendo ad abbattermi lentamente e dolorosamente.

I miei ricordi vennero risvegliati da un campanello che da molto tempo suonava insistente. Andai ad aprire la porta e mi trovai davanti un ragazzo alto, dagli occhi verdi, che pochi istanti fa era nei miei pensieri. "Mio dio Cat, ero preoccupatissimo, sono ormai passate 12 ore da quando sono venuto a trovarti...stai bene?" domandò Tom dopo avermi stritolato in un mega abbraccio. 12 ore? Era impossibile! "Mh penso di si" sussurrai perdendomi in quegli occhi che molto tempo fa mi facevano perdere la testa, ritrovandomi subito dopo in un suo affettuoso abbraccio.

Tom rimase per circa tutto il pomeriggio da me. Parlammo di tutto e sembrava che il nostro rapporto fosse rimasto sempre lo stesso. Non gli attribuivo nessuna colpa per ciò che era successo, anche se in passato l'ho fatto. Mi sentivo una stronza egoista che dava sempre la colpa agli altri per il suo dolore, quando la principale responsabile era se stessa.
Non capivo questo mio genere di comportamento. Forse dare la colpa agli altri era una specie di giustificazione che mi faceva dimenticare che persona orribile fossi. Ma la cosa ancora più stana di questo pomeriggio fu l'interessamento di Tom sull'argomento "fidanzati". Una volta diventava geloso di qualsiasi ragazzo mi si avvicinasse ed ora era così calmo a parlarne.
"So che non dovremmo.... ma...tra te ed Edward come va?" inutile dire che la domanda mi stordii. Non sentivo Edward da un po' di tempo, ma etichettavo la nostra relazione come: "terminata". Non penso che questa volta affronterò il dolore con la bulimia o l'autolesionismo. Ero debole è vero, ma dovevo imparare ad essere più forte. Solo questo mi avrebbe aiutato a capire il messaggio di Mary.
Josh mi faceva ancora paura, ma la curiosità di sapere se lui fosse veramente il bene, l'avrebbe sconfitta.
Non avevo molte persone al mio fianco che credevano in me, ma mi bastava Tom, che contava per cento.
Di non essere abbastanza e speciale per qualcuno, mi era più che chiaro, dovevo solo cercare quella persona che con un semplice sguardo mi avrebbe fatto scordare l'opinione degli altri. Pensavo di aver già trovato questa persona, ma l'istinto ed il dolore a volte posso sbagliarsi.
Ecco di cosa avevo bisogno, un periodo per riflettere e ritrovare la mia vecchia e ormai morta, me felice, quella che nonostante tutte le difficoltà andava avanti, quella che conosceva Tom e che rivoleva indietro.
Improvvisamente mi ricordai di quel bigliettino che mia madre mi aveva messo sulla scrivania ancora mesi fa dicendomi che mi sarebbe stato utile e citando la frase: "Qui potrai scaricarti e diventare più forte allo stesso tempo".
Corsi in camera e lo trovai lì, da quel terribile giorno, ovvero l'inizio di tutti i miei tagli.
Presi il cellulare e vi digitai il numero. Dall'altro capo sentii una voce, segno che la mia chiamata era giunta a destinazione.

La vecchia Chaterin sarebbe presto stata sepolta, la "ragazza disastro" che non piaceva a nessuno sarebbe cambiata, probabilmente rimanendo sempre un disastro, ma più forte e pronta a combattere per avere una vita migliore.

#Spazio Autrice

Si, sono viva tranquilli, e tronerò a perseguitarvi tutti muhahahaha.
Sto ovviamente scherzando, anche perché sapete che non farei del male nemmeno ad una mosca.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, e mi auguro che apprezzerete una Chaterin che sta iniziando a capire che se nessuno è disposto ad aiutarci, si deve imparare a rialzarsi da soli.
Vi devo tutta la vita per avermi fatto questo stupendo regalo, non mi sarei mai aspettata di superare le 2000 letture.
Mi rendete fiera di ciò che sono e scrivo e so che probabilmente è la quindicesima volta che lo scrivo, ma penso che non sarà nemmeno l'ultima J
Vi anticipo che nel prossimo capitolo Chaterin si recherà in un luogo che l'ha sempre affascinata e nel quale non si sarebbe mai aspettata di capitarci. Non so ancora quando avrò il tempo e l'ispirazione sufficiente per scriverlo.
Vorrei fare un ultimo ringraziamento al ragazzo che ha donato un po' di positività alla vostra scrittrice. Rimarrà anonimo, salve qualche stupendo imprevisto(non odiatemi)
Okay mi sono dilungata troppo, spero di non aver fatto troppi errori hihi, buona lettura e mi raccomando, commentate e ditemi cosa ne pensate.

Love you all

Chia <3

I'm a disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora