Meeting

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La sveglia stava ormai suonando da minuti. Le note di Skyscreaper di Demi, rimbombavano nella mia camera. Quella canzone era qualcosa di magnifico per me. Era la prova che tutto si può superare, ma soprattutto faceva nascere in me, qualcosa che mi teneva ancora viva. Forse era tutto frutto della mia immaginazione, che mi avvisava che stavo diventando pazza, o forse no, ma era grazie a quella canzone, ed alte di Demi, che io ero ancora viva. E' anche grazie a Demi, se non avesse scritto canzoni così profonde su quello che aveva, o stava vivendo, io non ci sarei.

Decisi che era meglio alzarmi, se non volevo venire svegliata da quella peste di mio fratello; una volta mi aveva svegliata versandomi dell'olio bollente sule gambe.

Mi feci una doccia e poi mi fermai titubante, davanti all'armadio. Che mi sarei messa oggi? Era ciò che mi chiedevo ogni giorno, ma oggi era diverso. Non avevo voglia di essere osservata, optai quindi per un paio di pantaloni grigi della tuta a cavallo basso, e una canottiera nera con dei bottoncini all'altezza del seno. Ero una ragazza molto calorosa, ma dovevo coprire i miei tagli, quindi sopra alla canottiera misi una felpa nera. Andai in bagno, mi legai i capelli in una coda alta, e mi truccai. Adoravo l'ombretto nero e altri ombretti scuri, ma non mi sembrava il caso di andare a scuola in quel modo, non volevo far parte delle "puttanelle". Misi un po' di mascara sulle mie ciglia, che faceva risultare i miei occhi azzurri/blu, e un po' di fard sulle guance, per nascondere la mia pallida faccia. Scesi di sotto e non trovai nessuno. Sorrisi amaramente e mi avviai verso la scuola. Mi piaceva arrivare in anticipo, quelle poche volte che ritardavo, venivo sempre presa di mira da Josh. Quanto vorrei che si ammalasse o che cambiasse storia, ma ovviamente sarebbe rimasto un sogno.

"Ei Chat, perché ieri non mi hai risposto?" mi chiese Abby, venendo verso di me e abbracciandomi. Ricambiai l'abbraccio e decisi di spiegarle tutto. Ovviamente non la prese bene; lei voleva che io smettessi, ma è complicato.

La prima ora fu devastante. La prof di francese faceva veramente schifo a volte, non era per il fatto che si mettesse pantaloni di due taglie più piccole, e che facesse fuoriuscire tutta la ciccia, ma che si scaccolasse davanti alla classe. Era una tipa stana, ma mi piaceva come insegnava. Odiavo però quando se la prendeva con gli alunni; bella, non è colpa nostra se tu non scopi. La prima vota che raccontai le mie teorie, sul comportamento poco educato della profe, ad Abby, erano circa due mesi fa. Era il primo giorno in cui avevo avuto qualche problemino con Tom. Ripensando a quel giorno, mi accorsi di quanto stupida io fossi stata. Avevo considerato grave un problema che non lo era, facendo arrivare poi, tutti gli altri. Era colpa mia se ora ero sola, ma soprattutto se ora lo avevo perso. Tom mi diceva sempre che odiava quando mi prendevo la colpa di tutto. Forse tendo veramente, a prendermi la colpa di cose non commesse, ma lo faccio perché mi considero una colpa. E' colpa mia se le persone si allontanano, è colpa mia se non vedo mai i miei genitori a casa, ma soprattutto è colpa mia se ora sono in questa situazione. Due braccia forti mi avvolsero la vita, facendomi rabbrividire. Che cosa stava facendo? Lasciai un occhiata d'aiuto ad Abby, che come me, era in fila per prendersi qualcosa da mangiare al distributore automatico affianco a me. Appena i nostri occhi si incontrarono, la vidi sbiancare. "Ei bellissima, che ci fai qui? Non sei già toppo grassa?" disse la persona che ora mi stava stringendo di più a se. Le sue parole furono una pugnalata al cuore, se ancora si poteva definire così. Sì, ovviamente mi teneva in vita, ma dal punto di vista sentimentale, era ridotto in mille pezzi. Non so nemmeno dove si trovavano, ma non mi importava più di tanto, ero convinta che peggio di così non si potesse stare. Vorrei solamente che qualcuno gli trovasse e se ne prendesse cura, aiutandomi poi a rimetterli insieme. Avevo davvero bisogno di un salvatore? Ero davvero pronta a fidarmi di nuovo di una persona! Questo ora non lo sapevo, ma penso che quando sarà il momento lo sentirò nel profondo del mio corpo.

I'm a disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora