Capitolo 5 - Il tradimento di Adrew

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Insegui lo spirito di Rose per i corridoi. Dopo un lungo girovagare, raggiunsi un settore: sul cartello c'era scritto che si chiamava J9. Osservai da una delle finestre una grande torre, al centro del pontile. Forse stava li il laboratorio dove era successo l'incidente. Poco dopo, notai che lo spirito riprese a camminare e io la insegui, come se fossi la sua ombra. "Questa storia non mi piace per niente" dissi tra me e me, mentre controllavo una cabina. Sembrava a una stanza di comando. "Adrew, sei ancora vivo? Adrew?" domandai all'ologramma, ma nessuno mi rispose: sentivo alle mie spalle una sorta di respiro, ma era gelido. I miei occhi rimasero immobili, poi mi voltai alle mie spalle. Non potevo crederci: un'altro spirito dorato. Corsi verso il "corpo" di Rose, ma non sembrava minaccioso; anzi, sembrava che volesse indicarmi la via. Notai che lo spirito di Rose inseguì lo strano figuro, e io risposi in tono minaccioso: "Fai del male a mia sorella, e io ti distruggo, non so come, ma ti distruggo". In quel momento, capì che cosa volesse mostrarmi il secondo spirito: il cadavere di un uomo, avente al posto di un occhio un gigantesco cacciavite. Mi avvicinai al cadavere e trovai una specie di rapporto: il documento era del 4 luglio del 1900. C'erano delle informazioni riguardanti il professor Adrew: "Il professor Adrew Morton è un'incapace. Lo abbiamo spostato dal laboratorio di meteorologia al laboratorio di meccanica per volere della capo - scienziata Rose Doson. Il 2 luglio Morton fece saltare in aria una delle camere di chirurgia e ha accusato tre suoi colleghi per l'accaduto. Inoltre, alcuni medici gli hanno diagnosticato un cancro terminale sul lobo frontale destro...mio Dio. Ma chi diavolo è Adrew Morton?"  Alle mie spalle, notai un'ombra scura, ma ormai era troppo tardi: Adrew mi colpì sulla nuca con un tubo metallico. Qualche minuto dopo, mi ritrovai legata sulla sedia, ma avevo le mani e i piedi bloccati da due funi. Davanti a me c'era Adrew: aveva tra le mani una sorta di cubo metallico. "Che diavolo è quel coso? Vuoi farmi diventare come quei mostri, eh?" domandai al pazzo, ma egli mi ha risposto con un ghigno: "No, non voglio farti diventare una mia serva. Sei troppo intelligente. E poi, ho un'altro piano. Mi dispiace, Ada. Potevamo essere una splendida squadra, ma ho cambiato idea". Quel farabutto era uscito dalla stessa porta dove ero entrata poco prima, ma la bloccò con alcune sedie. In quel momento pensai: "Maledizione, Rose. Vieni qui e aiutami. Non riesco a liberarmi da sola". Tentai di slegarmi da sola, ma caddi a terra. Infine, decisi di usare le punte dei piedi per raggiungere il coltello che stava vicino al tavolo. Lo presi con il tacco di una delle mie scarpe, e infine, riuscì a liberarmi almeno una mano, poi l'altra e per finire, anche i piedi. Presi subito il mio marchingegno e cercai di mettermi in contatto con Einstein e Edison, ma nessuno mi rispose. Cercai di capire dove fosse andato quel farabutto di Adrew, ma ogni volta che cambiavo corridoio, mi ritrovavo in un altro luogo. Poco dopo, ritrovai lo spirito di Rose e il suo "amico": stavano dietro a un piccolo albero, all'interno di una delle tante serre. Notai che sulla corteccia stava scritto un messaggio: "Ada, mia amata sorella, perdonami. Non volevo farti soffrire. Se vuoi, per farmi ripagare, voglio aiutarti a fermare Adrew. Ricordati: se non lo cerchi, ti trova Lui, ma se lo cerchi, non troverai mai Lui". "Chi diavolo e Lui?" domandai tra me e me, ma non ebbi risposta. Continuai il mio viaggio, ma stavolta con un obbiettivo: fermare Adrew.

"I figli del destino"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora