Rivelazioni

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Stare seduto vicino a quella donna,colei che aveva fatto nascere la mia sorellina, ma anche colei che l'aveva abbandonata nel momento del bisogno, mi causava emozioni contrastanti.
Se da una parte le ero grato per aver messo al mondo la persona che mi aveva salvato da me stesso, dall'altra la odiavo con tutto il mio cuore.
Lei non si accorse che la stavo fulminando con lo sguardo, o semplicemente ignorò il tutto per poi iniziare a parlare.
"Fin dalla nascita mia figlia Haneul è stata motivo di orgoglio per me. La sua bellezza lasciava tutti senza parole e col passare degli anni anche la sua intelligenza sbalordì tutti.
Avevo grandi progetti per lei, finché...."
La interruppi bruscamente.
"Finché non scoprì della malattia e decise di abbandonarla giusto?"
La guardai dritto negli occhi in attesa di una sua reazione, ma ciò che vidi mi lasciò senza parole.
Nei suoi occhi non c'era né rabbia né dispiacere per ciò che aveva fatto.
Era come guardare gli occhi di un morto.
"Scusi continui pure."
Lei mi fece un cenno con la testa e continuò.
"Come hai detto tu, alla scoperta della malattia mi lasciai prendere dal panico.
Non sapevo come comportarmi e sapevo che la mia presenza avrebbe peggiorato la situazione.
Sai quanto è brutto per una madre vedere la propria bambina in quelle condizioni e non poter fare nulla per lei?
È vero l'ho abbandonata, ma non l'ho mai dimenticata."
Delle lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.
"So cosa starai pensando e fidati, anche io mi sono sentita un mostro, ma oltre al panico c'è stato un altro motivo per cui sono andata via."
Era visibilmente turbata e faceva fatica a parlare.
"Pur di aiutare Haneul, iniziai a fare qualsiasi tipo di lavoro, e non volevo che lei mi vedesse in quelle condizioni.
Non volevo farle pesare tutto ciò che stavo passando."
Mille pensieri mi frullarono per la testa, fu come se all'improvviso un tornado mi avesse risucchiato al suo interno.
Avevo incolpato una donna che stava cercando di fare di tutto per salvare sua figlia, e pur di farlo era anche disposta a sacrificare la possibilità di vedere sua figlia ogni giorno.
Per la prima volta abbassai le difese con lei.
"Signora sta bene, le vado a prendere un po' d'acqua?".
A causa del pianto non riusciva a parlare però riuscì comunque ad annuire.
"Va bene, torno subito."
Mi alzai e raggiunsi il bar più vicino.
Lì comprai una bottiglietta d'acqua e, per la prima volta dopo tanto tempo, in essa vidi il mio riflesso.
Notai le occhiaie causate dalle notti insonni passate a piangere, i capelli disordinati e la faccia sciupata.
Da quando era morta Haneul non riuscivo più a mangiare senza vomitare tutto.
Lei non avrebbe voluto che mi riducessi così.
Tornai dalla signora e le diedi la bottiglietta d'acqua.
Lei mi ringrazió e dopo essersi calmata riprese il discorso.
"Dopo anni di sacrifici finalmente riuscì a racimolare la somma necessaria per pagare l'operazione che avrebbe potuto salvarla."
All'improvviso mi sentí mancare l'aria.
Fu come se milioni di pugni mi avessero colpito nello stesso momento.
Iniziai a balbettare.
"Q..quindi mi sta dicendo che...Haneul si sarebbe potuta salvare?"
Sua madre mi fece di si con la testa e il sangue mi si geló nelle vene.
"Pensavo te l'avesse detto."
A quelle parole capì.
"No, purtroppo non mi ha detto niente."
Avevo bisogno di stare un po' da solo.
"La ringrazio signora, mi dispiace per la mia arroganza. Non dovevo permettermi di giudicarla."
La signora per la prima volta mi sorrise.
"Non devi scusarti, sei stato presente per mia figlia e il fatto di reagire così mi fa capire quando davvero tu tenessi a lei.
Ora va a casa e riposa, Haneul non vorrebbe vederti così."
Io le feci cenno di si con la testa e mi alzai.
"Grazie ancora, sappia che per qualsiasi cosa potrà contattarmi in qualsiasi momento."
Le diedi un bigliettino con su scritto il mio numero di telefono e dopo averla salutata iniziai a camminare.
Haneul sapeva dell'operazione, sapeva che avrei potuto aiutarla, ma pur di non farmi preoccupare e spendere soldi per lei ha deciso di non dirmi nulla.
"PERCHÉ?!"
Urlai e iniziai a prendere a pugni il muro mentre le lacrime uscivano incessantemente dai miei occhi.
Perché non mi aveva permesso di aiutarla?
Perché sono stato così cieco?
Perché non ho capito che avrei potuto fare qualcosa per salvarla?
Forse aveva ragione Seokjin, forse faccio davvero solo danni.
Ma ora è arrivato il momento di finirla, da ora in poi nessuno soffrirà più a causa mia.
Da ora in poi non sarò mai più un peso per nessuno e finalmente non causerò più problemi a nessuno.
Da ora in poi tutto cambierà.
Da ora in poi, Min Yoongi, cesserà di esistere.

Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora