«Allora mi devi una bottiglia di alcol» afferma Austin. Da quando siamo usciti dal capannone non fa altro che dirmi che ora sono in debito con lui e io, ogni volta, gli rispondo che la nostra non era una scommessa.
«Non hai il coraggio, ammettilo» assottiglia lo sguardo su di me.
So che ora dovrei fare finta di niente e ammettere di non avere il coraggio per farla finita ma il mio orgoglio ha la meglio. Come sempre.«Prendere quella bottiglia sarà un gioco da ragazzi» affermo. Mi guarda incredulo e ridacchia.
«Se Hamilton ti becca considerati una donna morta»
«Vuol dire che non mi troverà» affermo anche se non sono così sicura di me stessa.
Insomma rubare una bottiglia dalla piccola riserva di un anziano signore sembra una cosa brutta quanto facile. Però da quello che ha raccontato Austin, assistito da California, non sembra proprio essere una passeggiata.
Austin sta per rispondermi ma viene bloccato da Detroit che con risolutezza ci dice di stare zitti.
Non so come sia possibile ma sia Austin che California cadono in un silenzio tombale, trascinando me con loro.
Si sentono solo il rumore dei nostri passi, lo sfrigolio delle foglie e le follate di vento.
Vorrei fare ad Austin altre domande su Hamilton ma probabilmente non mi risponderebbe. Sto zitta finché non vedo una casa in lontananza, illuminata da una luce fioca.Detroit si ferma improvvisamente e io vado a sbattere contro la sua schiena. Indietreggio all'instante ma non abbastanza perché quando si gira il suo volto è troppo vicino al mio.
«Sta attenta» borbotta a bassa voce.
Annuisco.«Qualunque cosa succeda ricordati di prendere la bottiglia» asserisce California facendo sembrare le sue parole un ordine.
Supero Detroit e vado verso la piccola casa, senza rispondere alla mora.
Ad ogni passo penso che potrei tornare indietro ma non lo faccio. Non Voglio dargli questa soddisfazione.
Prendo un grosso respiro primo di aprire la porta in legno. Scricchiola e io mi fermo all'istante. Sono un fascio di nervi e quando entro all'interno la situazione sembra solo peggiorare.
Cammino nel buio cercando di non inciampare e fare rumore, per quanto sia possibile.
Austin mi ha detto che la piccola riserva si trova sul lato opposto della casa. Seguo le poche istruzioni che mi ha dato e arrivo davanti a uno scaffale pieno di bottiglie.
Le bottiglie sono illuminate dalla luce fioca della luna che entra dalla piccola finestra ma non abbastanza perché io possa leggere l'etichetta. Ne prendo due a caso.
Indietreggio di un passo, disfatta di me stessa ed inciampo sul tappeto.
Mi paralizzo. Resto ferma immobile per qualche minuto, che sembrano ore. Il cuore batte a un ritmo innaturale, troppo veloce. Tutto questo per l'ansia di essere scoperta. Nessun rumore. Forse non si è svegliato, nonostante il casino che ho fatto.
Cammino frettolosamente per le stanze e sta volta arrivo dall'altra parte della casa più velocemente.
Quando esco tiro un sospiro di sollievo. Vedo in lontananza Detroit, Austin e California.
Corro verso di loro e quando si voltano verso di me agito le bottiglie in aria.«Oddio ce l'hai fatta!» strilla Austin alzandosi da terra e venendomi in contro.
Annuisco soddisfatta e gli passo la bottiglia.«Vodka del lontano 2010» borbotta leggendo l'etichetta.
«Che ne dite di fare una festa?» Gli occhi di Austin si riempiono di eccitazione.
«Non se ne parla» afferma serio Detroit.
«E dai D non fare il guasta feste!» borbotta California avvinghiandosi al suo braccio.
Detroit sbuffa e le lancia un occhiata. La ragazza sorride e lui, straordinariamente, acconsente. Sul volto di California si allarga spontaneamente un sorriso. Lo abbraccia, sprizzando euforia da tutti i pori.
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Another World
RomanceNel futuro il mondo non è più come lo conosciamo. La legge è dettata dalla paura, non ci sono più regole ne sicurezza, tutto è cambiato. Romee si ritroverà faccia a faccia con la dura realtà e in uno scenario simile a quello di una guerra incontrerà...