E vissero felici e contenti... Ecco finito l'ennesimo libro che ti illude che uno strafigo possa degnarti di uno sguardo anche se passi le giornate a mangiare ciambelle e a nasconderti per socializzare il meno possibile perché, ammettiamolo, dopo un pò del genere umano ti stufi, forse è per questo che mi rifugio nei libri per avere la speranza di un mondo migliore, per vivere centinaia di vite diverse, perché, in fondo, tutte vorremmo essere la protagonista del nostro romanzo preferito. Il problema sorge quando arrivi all'ultima pagina del libro quando i protagonisti finiscono puntualmente super innamorati e sfornano pargoli a destra e manca e tu, invece, rimani incastrata nella mediocrità di una realtà che tu stessa ti sei costruita, che vorresti cambiare, ma allo stesso tempo, sei troppo pigra per dare una svolta alla tua vita, quindi semplicemente vivi in modo passivo lasciando che tutto ti scivoli addosso.
"Diletta" sento urlare da mia madre "Dilettaaa" ripete più forte
" Cosa vuoi?" Grido di rimando "Dilettaa" irritata, ripongo il libro nella libreria e scendo al piano di sotto per vedere cosa vuole mia madre mentre lei continua a urlare il mio nome aggiungendo una A ogni volta che lo ripete.
Amo il mio nome, da piccola la mamma mi disse che lei e mio padre lo avevano scelto perché ero il frutto del loro amore, amore che è finito quando io avevo tre anni, siccome mio padre ebbe la fantastica idea di scappare in Brasile con una donna più giovane e lasciare me e mia madre, da sole, insieme a una lettera d'addio. Da allora mia madre non prova più nulla per mio padre ma ama ancora pronunciare il mio nome, sarà per quello che lo urla come una pazza appena ne ha occasione.
Faccio capolino in cucina e trovo mia mamma ai fornelli "Diletta, io stasera ho il turno di notte quindi non cenerò con te ma ti ho preparato le lasagne e un dolce" lasagne e dolci le mie parole preferite insieme a patatine, gelato, carbonara cotoletta e chi più ne ha più ne metta. Amo mangiare, mangerei a ogni ora del giorno, ed effettivamente è quello che faccio per poi lamentami della pancia mentre continuo a mangiare, ma questi sono dettagli.
"Va bene mamma grazie" mia madre è un'infermiera, lavora nell'ospedale del nostro paese è un lavoro molto stancante ma lei lo adora, dice che le piace poter aiutare il prossimo e alleviare, per quel che può, il dolore degli altri, è una persona buona e sempre positiva e io ho sempre ammirato questo lato del suo carattere. Mi stampa un bacio sulla guancia e aggiunge "ricordati che alle sette devi fare da babysitter al figlio dei signori Bianchi" mi lascia un altro bacio per poi stringermi forte mentre io faccio una faccia disgustata. Odio il troppo affetto. Mia madre fa una piccola risata dopo aver visto la mia faccia ed esce di casa.
Avevo dimenticato di dover fare da babysitter ad uno gnometto malefico, odiavo i bambini erano rumorosi e troppo felici, ma mi servivano soldi,quindi, avrei dovuto sopportare quello gnomo, controllai l'ora, le sei e mezza, avrei dovuto sbrigarmi corsi subito a lavarmi indossai, poi, un paio di jeans, delle semplici sneakers bianche e una maglia di topolino, pensando fosse coerente con la serata che avrei trascorso ma in realtà adoravo le cose della Disney, 18 anni e non sentirli. Presi le chiavi di casa e il telefono urlai uno "Ciao mamma" ricordandomi solo dopo che in realtà ero sola in casa mi chiusi la porta alle spalle e mi incamminai verso casa dello gnomo.
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L'amore è una cosa semplice.
RomanceIn questa storia non troverete la bionda reginetta della scuola, il bad boy e le mille disavventure ma solo Diletta e Leonardo, due ragazzi, la semplicità di una storia d'amore fatta di piccole cose, di una carezza per confortare, un abraccio per ra...