Capitolo 4

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Quale adolescente non aveva una camicia bianca. Mezz'ora che fissavo l'armadio alla ricerca di una camicia bianca, ero anche in ritardo. Il telefono cominciò a vibrare "pronto Nicole dimmi"
"dove cavolo sei manchi sono tu"
"sto arrivando, ci ho impiegato più del previsto a scendere dal letto. Due minuti e sono li".
Chiusi la chiamata, corsi verso l'armadio della mamma afferrai la prima camicia bianca la infilai e scesci di corsa le scale "mamma io vado, a dopo" chiusi la porta e corsi verso la scuola. La mia vita era tutta una corsa dovevo smetterla di fare sempre tardi e imparare a regolare i miei impegni. Forse il fatto di avere raramente  faceva si che non riuscissi a regolarmi dovevo essere una persona più impegnata. Finalmente arrivai mi incamminai verso l'atrio dovevo ammettere che Fabio si era proprio superato, tutto era molto colorato e vivace mi incamminai verso la mia aula e vidi Nicole che faceva finta di spiegare cose ai ragazzini ma in realtà il suo vero compito era fare gli occhi dolci a Edoardo. Arrivata nella mia ula non c'era ancora nessun ospite, per fortuna, solo un ragazzo seduto intento ad accordare una chitarra "ciao, piacere Diletta" gli dissi cercando di sembrare gentile e non facendo capire i miei problemi di socializzazione "ciao, ehy aspetta tu sei la ragazza della panna spray" cavolo era il fratello dello gnomo "si sono io" per fortuna  entrò un gruppo di ragazzi salvandomi dall'imbarazzo, cominciai a dire loro cazzate su quanto per il nostro istituto fossero importanti le capacità espressive di ciascuno individuo, e sembrarono crederci, certo a mio tempo anche io ci credetti, poi il fratello dello gnomo cominciò a suonare. Cavolo, era bravo le sue mani si muovevano leggere sulla chitarra, aveva una voce profonda ma armoniosa, era davvero rilassante. Due ore dopo finalmente, tutti se ne  andarono. Il fratello dello gnomo aveva cantato diversi pezzi per tutta la sera. "Sei molto bravo"
"grazie, ho imparato da piccolo non mi piace suonare in pubblico ma Fabio mi ha praticamente obbligato" sorrise "conosci Fabio?"
"Si, sono stato via per un anno, ho studiato in America ma sono sempre rimasto in contatto con gli amici che avevo qui soprattutto Edoardo e Fabio" ed eccoli spuntare dalla porta insieme anche a Nicole
" Ragazzi ho pensato siccome devo offrire un panino a Diletta perché non andiamo tutti al Mc?" Disse Fabio, i ragazzi erano tutti d'accordo e così ci ritrovammo seduti al tavolo del Mc io con il mio solito Crispy McBacon davanti,era il mio preferito, ma offerto era molto più buono. Passammo la serata a chiacchierare del più e del meno poi a mezzanotte Nicole e Edoardo si alzarono insieme farfugliando qualcosa su qualche imprevisto e scapparono via veloci. Alla fine anche io Fabio e il fratello dello gnomo che mi ricordai, si chiamava Leonardo ci alzammo e andammo via. Leonardo accompagnò Fabio e io rimasi da sola in macchina con lui. Per tutto il tragitto ci fù un silenzio tombale la cosa era molto imbarazzante, arrivata sotto casa salutai lo salutai e  mi catapultai giù dalla macchina.
Arrivata in camera mi buttai sul letto, chiusi gli occhi e pian piano mi addormentai con in testa il dolce suono di una chitarra che veniva strimpellata da mani grandi e delicate.

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