capitolo 2 : visite

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il giorno arrivò velocemente, Gaster  aveva passato la notte completamente fasciato  tra atroci dolori, quella donna ogni tre ore gli cambiava le bende o passava delle creme sulle bruciature.

Era molto premurosa, ma lui non ricordava chi fosse, non sapeva perchè era al suo fianco, non aveva idea di chi dovesse venire a fargli visita, la confusione regnava sovrana e l'impossibilità di muoversi o comunicare lasciava spazio ai pensieri.

"chi sono?"  , o "come sono finito qui?", o "perchè ho una flebo attaccata al braccio?"; Quella notte Alphis si assicurò che stesse "bene" e che le operazioni che aveva compiuto fossero riuscite al 100 percento.

Di fatto erano riuscite

La mattina presto, Gaster fu  svegliato dall'abbraccio furioso di un altro scheletro, che entrò nella stanza alle otto di mattina e si fiondò nelle sue braccia, era piccolo, ma non così piccolo da parere un infante, il ragazzino si era letteralmente gettato su di lui, Gaster, istintivamente tento di tranquillizzarlo, ma non riuscendo ancora a muoversi rimase immobile...

:-sono venuto qui quando ho potuto Flame!- disse con una voce roca e acuta.

:-Tranquillo Papyrus, mi sono presa io cura di tuo padre...- Questa notizia lo sconvolse, era padre? Se lo sarebbe ricordato, amava i bambini. - ora usciamo... So che tuo fratello ci aspetta in cucina.- Percepì i due uscire dalla stanza. 

Ancora sotto shock, voleva sapere qual'era l'oggetto della loro discussione, magari gli avrebbe chiarito alcuni dubbi,mosse le sue gambe per la prima volta dopo il tentato suicidio.

Era molto doloroso, si mise a sedere sul letto e per aiutare a sostenersi si attaccò al porta flebo ed esattamente come un bambino che cammina per la prima volta, arrancò verso  la porta.

Faceva un immane fatica visto che le sue vertebre erano state saldate assieme dalla lava, ma  tastando davanti a sè, visto che  aveva deciso di non togliere le bende, e incespicando  riuscì a farsi notare. 

:-GASTER!-urlò la ragazza venendogli in contro- CHE DIAMINE TI VIENE IN MENTE?

"ho sete" tento di sussurrare, ma dalla sua gola uscì solo un rantolo e dopo qualche secondo gli morì  in gola anche quello. 

Flame, quello era il nome della ragazza, lo accompagnò in cucina e lo fece mettere a sedere, se Gaster avesse potuto vedere  il volto dei suoi figli si sarebbe messo a piangere.

Flame gli verso un bicchiere d'acqua e glie lo porse in mano, lui lo portò alla bocca e ne bevve un sorso, sotto gli occhi impietositi  di tutti...

"Togli la benda, per favore" disse tentando di parlare di nuovo, fallendo miseramente anche in questa occasione.

Flame gli tolse le bende, A Gaster pareva di vedere quelle cose per la prima volta, i mobili dell'angusta cucina, il lavabo,il frigo pieno di bottiglie di senape, la sedia su cui era seduto, era tutto lattiginoso e sfocato,poi la luce soffusa che la sua "infermiera" aveva regolato, per non arrecare danni permanenti alla vista, non aiutava, ma nel profondo era felice di essere tornato a vedere, anche se in superficie era apatico e spaventato dalla luce.

Guardo i suoi due figli, quello che appariva più piccolo si mise a sedere accanto a lui e gli strinse la mano teneramente, solo che il tatto di Gaster era completamente andato e ogni contatto era dolorosissimo, ritrasse la mano freddamente e la lasciò libera lungo il suo fianco.

Guardò negli occhi il piccolo, in quello sguardo il ragazzino percepiva un enorme dolore maturato in centinaia di reset, in centinaia di  genocidi, un dolore che l'adulto aveva dimenticato, ma che l'aveva portato a tentare di morire.

:-Non riesco a guardarlo- proferì- i-io...-poi scoppiò a piangere e si gettò nelle braccia di Flame.

:-Tranquillo Papyrus, diamogli solo del tempo...- gli rispose lei.

Gaster si ricordò una cosa, aveva una sensazione di Dejavù.

Il più grande, sbatte i pugni su tavolo :- NON HAI PENSATO A NOI ? QUANDO TI SEI GETTATO, NON HAI PENSATO A NOI NEANCHE UN SECONDO

Istintivamente Gaster pronunciò le seguenti parole :-i-io l'ho fatto per voi- ogni parola che usciva dalla sua bocca gli pareva di bere un bicchiere di lava.

L'interlocutore fece una faccia schifata, Flame, che abbracciava ancora Papyrus, gli lanciò un occhiataccia.

:-Zitto sans, quando tuo padre starà meglio potremmo tirare fuori questo argomento...

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