capitolo 1 : la caduta

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Fissò la lava, aveva deciso... Si tolse il camice da laboratorio, afferrò il corrimano, lo scavalcò, tenendosi ben saldo, ancora indeciso, guardò il Core, la macchina che con duro lavoro aveva costruito. Ormai distrutto, decise che era il suo tempo di morire, così quel dannato sgorbio non l'avrebbe più tormentato uccidendo la sua famiglia; diventare polvere in ciò che aveva costruito con così tanta fatica,il lavoro della sua vita! Lo motivava a farlo , guardò di nuovo giù, un ultima volta, prese un ultimo respiro e si lanciò.
Era molto bravo a tuffarsi, si era tuffato milioni di volte da quelle altezze, sia quando era in superficie che nelle waterfall e anche se la lava è più vischiosa, non si smentì, lui non lo faceva mai...
I Suoi Hp erano molti, maturati in centinaia di anni di vita, sapeva che la sua fine sarebbe stata lenta e dolorosa, sentiva le sue ossa sciogliersi, la lava bruciare ogni centimetro di lui, lottava per respingere l'istinto di tornare a galla, lui doveva sopportare, non doveva darla vinta a quell'umano.
Sentì una voce, lo pregava di tornare a galla e di chiedere aiuto, urlava il suo nome, in mezzo a pianti e singhiozzi, Gaster percepì la sua anima creparsi, poi svenne dal dolore e qualcosa accadde.
Fu salvato, ma il suo corpo era ridotto in condizioni inenarrabili, la sua anima, crepata, era incompleta di un terzo, la lava gli aveva appiccicato i vestiti carbonizzati alle ossa, un orbita oculare era completamente deformata, Alphis, sua aiutante, lo operò, riuscendo a salvargli la vita.
Si svegliò alcune settimane dopo, c'era solo buio attorno a lui, riusciva a percepire sé stesso e quello che lo circondava, di fatto sentì un corpo accanto a sé, il corpo, che giaceva sullo stesso letto di quello del suicida, gli aveva messo una mano sotto la schiena e una sullo sterno, mentre stava sdraiato vicino a lui e  di tanto in tanto, gli faceva delle carezze sulla testa. Ad un certo punto sentì quel corpo parlare :- Devo cambiarti le bende- la sua voce, dolce e melodiosa, gli pareva così familiare, gli alzò la  testa e gli tolse le bende,visto che lui non riusciva ancora a muoversi autonomamente, la luce lo accecò e guaì di dolore,la donna preoccupata la  spense e  Gaster riuscì a metterla a fuoco  un attimo prima uscisse dalla stanza. Torno dopo pochi attimi con un pacco di bende-  la Devo riaccendere... prometto farò presto- lo fece , si avvicinò a lui e rapidamente lo bendò di nuovo, poi si mise al suo fianco nella medesima posizione iniziale e poi gli disse-domani hai visite



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