Capitolo sesto: Myda

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CAPITOLO 6:               MYDA

Presi in braccio la nostra piccola amica.

Da subito si era affezionata a Maya e a me. Richiedeva attenzioni e cure averla ma la mia sposa la voleva e, sinceramente, anch’io. Mi aveva colpito fin da subito quel batuffolo bianco e non volevo lasciarla nella foresta da sola. Speravo che si sarebbe ambientata a vivere con noi e che non avrebbe sofferto troppo l’abbandono da parte dei suoi simili.

Comunque sia, Lislii era parte della nostra famiglia ora.

“Mi trasformo così possiamo andare!” mi disse Maya allontanandosi di un paio di metri.

Mi sembrava che avesse abbandonato il suo progetto di far visita agli altri capi. Evidentemente non era così.  

Chiuse gli occhi e prese a brillare di rosso e arancione, colori caldi come quelli del tramonto. Bastò un minuto per far sì che si trasformasse in una fenice.

Lislii prese a tremare.

“Piccolina è sempre Maya quella lì, ha solo cambiato aspetto..” le spiegai indicando la mitologica cretura. Maya ridiventò umana e venne a coccolarla.

“So trasformarmi in quel grande uccello ma non devi preoccuparti, non ti farò nulla, va bene?” le chiese e la volpe per tutta risposta le leccò il naso.

La mia ragazza si ritrasformò in fenice. Ogni volta che lo faceva ne rimanevo incantato. Aveva delle ali molto grandi e possenti. Il tatuaggio azzurro accanto al suo occhio era meraviglioso e le piume cosparse di polvere d’oro uniche.

La cosa che mi sorprendeva era che sebbene fosse trasformata in un uccello, i suoi occhi conservavano quella traccia di umanità e il suo sguardo non cambiava.

Tenendo Lislii in braccio, accarezzai a Maya una guancia. Io avevo il potere di diventare blu cobalto ma lei sapeva trasformarsi radicalmente in una creatura maestosa. L’amavo anche per questo, umana o fenice, Maya era sempre e solo Maya.

Feci salire sul dorso della fenice Lislii per prima e dopo salii anche io, mettendo la piccola volpe dentro la sacca di pelle a tracolla così stava al sicuro durante il volo e riparata dal vento ma lei decise di mettere fuori la testa e le zampe anteriori. Stava facendo una nuova esperienza.

Mi tenni forte al dorso di Maya quando dopo aver preso una bella rincorsa dalla rupe, si lanciò nel vuoto per poi volare verso il villaggio di Narciso ad Ovest.

Volava piano rispetto alle altre volte ma se lo poteva permettere, avevamo tutto il tempo a nostra disposizione.

Mentre sovrastava gli ettari di boschi e foreste e le pianure verdi del territorio Ishna, le accarezzavo le piume come ad incoraggiarla e ogni tanto lei si voltava a vedere se mi reggevo bene. Per quanto riguarda Lislii, si era addormentata dentro la borsa di pelle molto ampia.

Dopo una decina di minuti, arrivammo al villaggio degli Ishna dell’Ovest e Narciso in persona venne ad accoglierci accompagnato da una piccola folla di persone.

“Myda! Che bello vederti qui! E anche a te Maya, voli benissimo!” ci disse abbracciandoci affettuosamente.

Maya diventò umana. “Grazie Narciso! Ma Flora dov’è?”

“Sono qui!” disse Flora ad alta voce, venendo verso noi e superando la folla degli abitanti del villaggio.

Lei e Maya si abbracciarono. Erano diventate molto amiche negli ultimi tempi.

“Sono contenta di rivederti, ho sentito la tua mancanza!” le disse mia moglie.

“E come va dal giorno del matrimonio? E’ una gioia vedere che vi amate ogni giorno sempre di più!” disse Flora sorridendoci.

Io e Maya ci guardammo. Ogni istante l’avrei amata, eravamo uniti dal giuramento di Eyria e non si poteva dissolvere.

Poi, Maya vide la bambina che teneva per mano Flora e le si illuminò il viso.

“Questa è..”

“Sì, è Esmerald..”disse l’ikàl degli Ishna dell’Ovest. “Dai tesoro, saluta..” la piccola ci salutò con la manina.

Maya sembrava sorpresa di vedere Esmerald così grande..magari nel suo mondo c’erano alcune differenze riguardo ai bambini. Per me era tutto normalissimo.

“Ma..Flora, sono solo passati quattro mesi da quando l’hai partorita..”osservò.

“Sì, hai ragione ma vedi, i tempi di gravidanza e di crescita di un bambino con genitori Ishna è diverso rispetto al tuo mondo” le disse Flora, prendendo in braccio Esmerald.

“E adesso quanti anni ha?” le chiese Maya incuriosita. C’erano ancora molte cose che non sapeva sul nostro mondo ed era bello vedere come si interessava a tutto con grande passione.

“Ha un anno…”

“Quindi ogni quattro mesi è come se passa un anno di crescita?” domandò ancora. Flora annuì.

“State benissimo insieme lo sapete?” disse Narciso.

“Sì, lo sappiamo ma come vanno le cose qui al villaggio? Vi siete ripresi bene..” mi guardai attorno soddisfatto.

“Per fortuna siamo riusciti a ricostruire tutto, Myda, ti ringrazio per averci aiutati.”

“Figurati Narciso, ma ora dovremmo andare, dobbiamo passare anche dagli altri villaggi” gli spiegai. Maya si trasformò in fenice e mi aggrappai al suo dorso.

“Vienici a trovare se puoi!” gli dissi mentre stavamo cominciando a salire nel cielo. Lui annuì. Man mano che ci allontanavamo, gli Ishna sotto di noi sembravano formiche minuscole.

Ci lasciammo alle spalle il villaggio dell’Ovest, era bello vedere che la pace era tornata e che tutto andava bene.

Ero felice di averli potuti aiutare.

A metà strada verso il villaggio a Nord, quello di Jamil,  notai che Maya continuava a volare basso così le proposi di ritornare alla rupe. Lei per fortuna acconsentì senza fare troppe storie.

Quando ridiventò umana, stava sudando. Strano per una fenice. Le toccai la fronte.

Scottava.

La presi in braccio, portandola dentro la capanna e adagiandola sul letto. Mettere i piedi nell’acqua fredda della foresta e schizzarla non era stata una buona idea, sicuramente aveva preso freddo volando ed ecco che si era beccata un malanno. Doveva solo riposare.

Lislii nel frattempo si era svegliata e le si era accoccolata accanto. Ormai la volpina era la sua ombra, in poco tempo aveva instaurato un legame forte di fiducia con Maya.

Misi un panno bagnato sulla fronte di mia moglie. Sebbene si trattasse solo di un colpo di vento, ero preoccupato. “Riposati. Non dovevi prendere freddo. Fra poco ti passerà.”

“Combino sempre guai.. Non è vero?” mi chiese sorridendo e rannicchiandosi fra le coperte.

“Se fossi perfetta non saresti più tu. A me piaci così.”

Le sorrisi e andai di là, dovevo prepararle qualcosa di caldo per farla stare meglio.

Ishna- MetamorfosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora