Capitolo 2.

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Fece scorrere un dito sullo schermo del telefono, non prestando molta attenzione a ciò che instagram gli mostrava.

Era annoiato per cui aveva deciso di perdere del tempo sui social, sperando così di intrattenersi.
Aveva trovato dei video abbastanza carini e si alternava tra gente che ballava e gente che si truccava.

Invidiava la loro bravura.

Spostò lo sguardo verso il basso, sulle varie opzioni che forniva l'app, notando la sezione notifiche piena. Come al solito. 
Aveva disattivato le notifiche dal suo cellulare per quanto riguardava i vari social, si sarebbe costantemente bloccato altrimenti, ma nonostante ciò provava ad essere il più attivo possibile su ogni piattaforma.

Era il minimo che potesse fare dopotutto.

Schiacciò il cuore disegnato in basso, andando così nell'aria notifiche e sorridendo vedendo che la maggior parte di essere fossero indirizzate all'ultima foto che aveva postato.

Decise di aprirla, notando già milioni di like nonostante l'avesse postata solo l'ora prima. I suoi fan erano sempre così attenti e non poteva che esserne felice. Si prendevano cura di lui, mandandogli costantemente messaggi d'amore e di supporto.

Il suo pollice si fermò sull'opzione per leggere i commenti, non sicuro di volerli leggere. Aveva paura di perdere la felicità che l'aveva accompagnato per tutto il giorno.

Fece un leggero sospirò, premendo sullo schermo. Immediatamente, d'avanti ai suoi occhi apparirono milioni di commenti. Era pronto a leggerli o meglio, era pronto ad infliggersi dolore.

Lesse con attenzione i commenti che vedeva, lasciando un cuore a quelli più dolci o carini, non potendo evitare di sorridere. Fan che lo riempivano di complimenti, con dediche bellissime, erano la sua gioia più grande.

Il suo sorriso si spense leggermente nel notare i primi insulti. Ancora. Come ogni giorno da quasi un anno.

Non erano molti in realtà e chiunque scriveva cose sgradevoli veniva immediatamente zittito da più persone, ma il darci peso era più forte di lui.

Tra mille complimenti si noterà sempre e solo l'errore. Era vero. 

Era pieno di gente che lo amava, ma il suo cuore si stringeva ogni volta che leggeva un insulto e la sua pancia faceva male ad ogni presa in giro.

Basati su cosa poi? La sua sessualità.

Kim SeokJin aveva fatto coming out da quasi un anno, dicendo al mondo della sua omosessualità. Sperava davvero di poter essere felice dopo aver parlato del vero sé, peccato non avesse considerato l'omofobia del paese in cui viveva.

Fortunatamente molti, soprattutto giovani, stavano aprendo le loro menti, ma non per tutti era così. Per molti lui era un errore.

Per molti era un bel ragazzo sprecato tra le braccia di un altro ragazzo.

Sentì un pizzico di nostalgia nel ricordare il giorno in cui aveva detto a tutti chi era realmente. Ricordava persino i vestiti che indossava. Pantaloni grigi e felpa bianca. Aveva registrato un video in cui si era aperto totalmente, raccontando della sua sessualità. L'aveva successivamente postato su ogni social disponile, incrociando le dita nella speranza di avere commenti positivi.

Non era uno stupido, sapeva che i commenti negati sarebbero stati presenti, ma riceverli da suoi fan era doloroso. Leggere di gente che annunciava apertamente che avrebbe smesso di seguirlo faceva male.

Cercò di ignorare il fastidio pungente agli occhi, leggendo l'ennesimo commento che, come al solito, aveva rovinato il suo momento di felicità.

Non poteva capire come potesse una persona odiare un'altra solo per l'orientamento sessuale. Era ridicolo.

La Corea era un posto meraviglioso ma purtroppo, come in molti paesi, continuavano a vedere la sessualità come una cosa di sbagliata. Come un taboo, cosa che effettivamente era. 

Ci provava a capire le persone che gli davano contro, ma non riusciva. Non capiva perché loro erano infastiditi. Insomma, cosa cambiava se baciava un ragazzo o una ragazza?
C'era chi arrivava ad uccidere perché non accettava la sessualità di un'altra persona. Come se la cosa potesse influenzare la loro vita.

Chiuse gli occhi per pochi instanti, ricordando perfettamente la statistica che aveva visto non molto tempo prima sugli idol.

Così tante stelle si erano fatte spegnere a causa di quei commenti e il solo pensarci gli faceva crescere la tristezza. Un paese come quello condannato così. Se solo la gente fosse più dolce e apprensiva sarebbe il posto più bello del mondo.

Sperava davvero di non ritrovarsi mai al posto di quelle stelle che ora erano in cielo, attente a vegliare su di lui e, sperava, su tutti i suoi fan. 

Uscì velocemente da instagram, chiudendo totalmente l'app e passando una mano sopra le palpebre così da asciugare le ciglia già bagnate.
Doveva ignorare quei messaggi, glielo dicevano sempre.

Ci provava, ma era difficile. Per lui era quasi impossibile. Poteva resistere uno, due o tre giorni prima di riprendere il telefono per leggere i nuovi commenti o per guardare i nuovi post in cui veniva continuamente taggato.

Mise il telefono sul tavolino d'avanti al divano, portando le gambe contro il petto e stringendolo con entrambi le mani. Quei commenti gli ronzavano continuamente in testa, soprattutto l'ultimo che alla fine vinse nel suo intento, facendogli scendere delle lacrime salate sulle guance bianco latte.

"Sei ancora in questa vita? Spero di non incontrarti nella prossima. Spero che non ti incontreranno nemmeno i tuoi genitori nella prossima vita, hai già causato loro troppe sofferenze nascendo così. Malato."

°

"Jin! Concentrati! Dove hai la testa oggi?"

Jin fermò i suoi passi di danza, posano le mani sulle ginocchia e respirando pesantemente nel tentativo di riprendere un respiro regolare.

Era chiuso nella sala prove dal primo pomeriggio ed era ormai sera inoltrata. Era stanco e voleva tornare a casa il prima possibile così da fare una doccia e riposare sul divano.
Dubitava però che quel desiderio potesse essere esaudita così facilmente.

Gli allenamenti stavano andando davvero molto male, sbagliava continuamente i passi e se finalmente riusciva a fare bene la coreografia, finiva per stonare al microfono o per sbagliare le perole.

Un completo disastro.

"Mi dispiace Hyung, non sono in forma oggi."

Unì le mani, chinandosi leggermente, e scusandosi educatamente con l'anziano. Gli stava facendo perdere un intero pomeriggio inutilmente e questo solo a causa dei suoi pensieri.

A causa di quelli insulti che da giorni ormai gli giravano per la mente, più del solito, colpendolo dritto nel suo cuore così delicato e in cerca di continuo amore.

Il suo insegnante lo rimproverò per la mancata attenzione, facendolo sentire tremendamente in colpa. Sapeva quanta ragione avesse e proprio per questo stava in silenzio, non sicuro su ciò che doveva dire. Voleva continuare a scusarsi, ma sapeva quanto inutile fosse.
Il maestro non cercava scuse, solo tanta concentrazione e massimo rispetto per i suoi allenamenti faticosi.

Stava per riprendere, finalmente, a ballare con la speranza di riuscire a fare tutto alla perfezione, ma si fermò quando la porta venne spalancata dal suo manager che subito dopo entrò nella grande sala prove.

Lo salutò educamente, restando fermo dov'era credendo che il più grande fosse andato lì per il suo insegnate, ma si sorprese scoprendo che in realtà si stava dirigendo proprio verso di lui.

"Sono riuscito a far firmare un contratto per te importante, è tutto perfetto, manca solo la tua firma."

Jin si acciglò confuso, chiedendo lentamente di cosa stesse parlando. Non voleva interrompere il suo dipendente ovviamente, ma potevano essere informazioni importanti e capirle era indispensabile.

Chiese di ripetere, facendo crescere totalmente la confusione sul suo viso nel sentire quel none.

Il manager chiese.

"Conosci Kim Taehyung?"

The Perfect Match | TAEJIN | - Pausa -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora