Cademmo per terra su un suolo duro e ruvido, rotolammo per qualche metro prima di fermarci. Io restai fermo sdraiato per terra, mi ero sforzato troppo portando con me altre cinque persone. Non avevo mai trasportato più di tre persone oltre a me. Girai lo sguardo per controllare che ci fossero tutti. Alla mia sinistra c'erano Annabeth e Mark, alla mia destra invece c'erano la ragazza con i capelli neri e gli occhi verdi, non sapevo ancora il suo nome anche se probabilmente l'ho sentito più volte senza accorgermene. Vicino a lei c'era il ragazzo biondo. Non stavo trovando Tris. Ero ancora sdraiato per terra, provava ad alzarmi, provai e riprovai ma non riuscii a fare neanche il minimo movimento, mi sembrava di essere trascinato verso il basso. Notai con la coda dell'occhio che Annabeth si stava alzando. Era ferita alle braccia e alle gambe, infatti le maniche della maglietta erano strappate, e lo stesso si poteva dire dei suoi jeans. Annabeth fece un giretto per cercare di capire dove eravamo finiti. Notai dai suoi monimenti che neanche lei lo sapeva. Dopodichè andò ad aiutare gli altri a rialzarsi. Prima andò da Mark che era il più vicino a lei, poi dalla ragazza dai capelli neri e dal ragazzo biondo. Poi lei venne da me mentre gli altri cercavano Tris. Ero ancora sdraiato e senza neanche le forze di per potermi sedere. "Che cos'hai? Perchè non ti stai alzando?" chiese lei mettendomi una mano sotto la nuca e guardando se avessi delle ferite. "Credo di essermi affaticato con il trasporto, non avevo mai trasportato così tante persone nello stesso tempo" dissi con un piccolo sorriso, ovviamente non di felicità. "Come posso aiutarti?" chiese lei cercando di farmi stare seduto. Mentre cercavo di risponderle lei mi appoggiò ad un muro lì vicino. "Nettare ed Abrosia, se ce le hai qui?!" dissi con tono basso e dolorante mentre cercavo di sistemarmi meglio. Annabeth si allontanò andando a cercare nel suo zaino. Intanto Tris e gli altri arrivarono da me. "Cos'hai? Che ti succede?" mi chiese Tris. Non me lo sarei mai aspettato, pensavo che mi avrebbe chiesto perchè il suo prof di greco antico si fosse trasformato in un mostro che li avrebbe uccisi, invece no. "Niente di grave, Annabeth mi darà qualcosa che mi farà stare meglio" dissi sorridendole per cercare di tranquillizzarla da almeno una cosa. Aspettai fino a quando non tornò Annabeth in mano non aveva niente il che mi fece supporre che non avesse ne Nettare ne Ambrosia. "Niente?" chiesi io in modo ovviamente retorico. "Niente" disse lei mentre stava chiaramente cercando un modo per guarirmi. "Cosa ti serve per stare meglio?" chiese la ragazza dai neri capelli. "Prima di tutto vorrei sapere il tuo nome e anche quello del ragazzo biondo" stavo cercando di far passare il tempo intanto che stavamo aspettando una geniale idea da parte di Annabeth. "Ok. Io mi chiamo Amy, e il mio amico si chiama Thomas" disse lei con aria annoiata. "Ok ora che so i vostri nomi potete cortesemente allontanavi di qualche passo??!" loro fecero quello che avevo detto, anche Tris. "No, tu devi restare qui vicino" dissi indicando con lo sguardo Tris. "Annabeth allontanati pure tu, per piacere" dissi con voce sempre più stanca e con animo sempre più debole. Riuscivo a muovere lentamente le mani, infatti afferrai una delle mani di Tris e la portai al petto. Mentre lo feci iniziai a notare che il mio corpo si stava trasformando in acqua ed ecco una geniale idea anche se la cosa mi metteva addosso un agitazione grandissima. Quindi mi affrettai a dire ciò che dovevo dire. "Tris, tu sola puoi aiutarmi a guarire, tu sei come me" inizia a dire guardando i suoi occhi e i suoi lunghissimi capelli blu. "In che senso io sono come te? E come posso farti guarire?" chiese lei sempre più agitata. Sentivo il suo battito accelerare, la sua paura era grandissima e la mia vita dipendeva solo da lei. "Dopo ti spiegherò tutto anche agli altri, intanto tu sei quella più simile a me e puoi fare tutto quello che io so fare. Una delle mie qualità è controllare l'acqua, tu puoi fare lo stesso, devi solo concentrarti" le spiegai, non potevo dirle ancora che lei era figlia di un Dio greco e nemmeno che lei è mia sorella, la avrebbe sconcentrata. "Io non so farlo, e se anche lo sapessi come potrebbe aiutarti il fatto che io sappia controllare l'acqua?!!" era confusa e non capiva quello che le dicevo, era logico non potevo pretendere che sapesse tutto, ma sapevo che ci sarebbe riuscita, nelle sue vene scorreva il sangue di un Dio greco, il mio stesso sangue tra l'altro. "L'acqua mi curerà te lo prometto, tu però ora fai quello che ti dirò, ok?" le dissi, sul mio viso vi era stampato un sorriso, sapevo che se avessi dimostrato fiducia e calma lei sarebbe riuscita nel suo obbiettivo. Dopo quella mia frase lei fece cenno di si con la testa e senza volerlo sorrise. "Chiudi gli occhi, e pensa all'energia dell'acqua, concentrati. Immagina di poterla muovere a tuo piacimento. L'acqua si trova ovunque, nelle piante, nel suolo, dentro di te. Cerca di trovarla." Il suo sguardo era serio, si stava impegnando moltissimo, riuscivo a sentire la sua forza, sentivo che stava per farcela. Vidi una piccola scia d'acqua muoversi lentamente da una piantina verso di me. "Su ce la stai facendo, ancora poco" l'acqua stava per raggiungermi ma poi scomparve. Aprii gli occhi e prese un gran boccone d'aria come se avesse dimenticato di respirare. "Ci sono riuscita??" chiese con voce stanca e strozzata. "C'eri quasi, ma comunque sei stata brava, ora riprova" il suo volto era triste, sembrava delusa di se stessa, ma non doveva arrendersi. "Nessuno è perfetto Tris, quello era solo il tuo primo tentativo, io non ero molto bravo quando ho iniziato ad usare i miei poteri, ci ho messo molto per utilizzarli bene. Ora riprova sono sicuro che ci riuscirai, credo in te" le mie parole venivano dritte dal cuore, ero fiducioso nel fatto che ci sarebbe riuscita. Tris mi guardò, poi il suo sguardo mi fece intuire che ci avrebbe riprovato. Chiuse gli occhi e poi cercò acqua, ci mise un po' di tempo a trovarla ma ci riuscì. Vidi una scia d'acqua provenire dalla stessa piantina di prima. Mi girai da un altro lato e vidi un altra scia d'acqua. Mi misi a guardare in più direzione e ovunque guardassi si vedevano scie d'acqua. Si avvicinarono tutte in unico punto di fronte a me. Si formò una sfera di media grandezza. Tris aprii gli occhi ed essi non erano più solo azzurri erano come i miei quando dovetti affrontare la cometa con le tre ragazze. Notai che anche i suoi capelli mutarono in acqua. Era bellissimo e straordinario, non avevo parole. Dopo poco la sfera iniziò ad avvicinarsi a me. L'acqua mi tocco e iniziò ad avvolgermi. Una volta che tutta la sfera mi ebbe toccata, mi ritrovai con acqua in tutte le parti del corpo. Dopo poco sparì e Tris tornò di aspetto normale. Mi sentivo forte e la cosa più importante era che Tris, mia sorella era riuscita a controllare l'acqua. La cosa mi rendeva fiero e orgoglioso. Mi alzai e anche lei con me, la abbracciai in segno di ringraziamento, in fondo mi aveva salvato la vita. "Grazie a Tyche stai bene" disse Annabeth travolgendomi in un abbraccio in avrei rischiato di morire soffocato. "Hei, vuoi uccidermi o cosa? Più che un abbraccio questo mi sembra tentato omicidio" dissi ridendo. Lei smise di abbracciarmi "Scusa Tedi e che sai che non avrei sopportato di perdere anche te" disse riferendosi a Percy, quella frase mi fece ripensare molto a mio fratello e mi rattristai, ma smisi di pensarci appena Amy mi fece una domanda. "Ma anche noi possiamo fare robe del genere vero?No e che è stra figo" i suoi occhi brillavano alla sola idea di poter fare cose del genere. "Bhee... non lo so dipende da alcuni fattori." dissi io, infatti non sapevo di che Dei fossero figli. "E quali sono questi fattori?" chiese Thomas incuriosito. "Prima dobbiamo andare al Campo Mezzosangue poi vi spiegheremo tutto". Non volevo restare fuori dal campo per molto tempo visto che ci sono moltissimi pericoli per noi Semidei. "Campo Mezzosangue? Di che si tratta? Dove si trova?" continuò a chiedere Thomas. "Prima ci andiamo, prima vi spiegheremo tutto" disse Annabeth troncando il discorso. "Su venite, dovete toccarmi" sta volta nessuno fece alcuna domanda, si limitarono a fare quello che avevo detto. Una volta che tutti mi ebbero preso dissi "Tenetevi forte" e poi ripartii per il Campo.
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Imòrtallis, il paradosso mitologico
FanfictionImòrtallis è un figlio di Gea che però non sarebbe mai dovuto nascere ed infatti è un paradosso, egli odia gli tutti gli esseri mortali poichè inferiori rispetto a quelli immortali come lui. Decide di conseguenza di ucciderci, però riusciamo a sconf...