Vortice?!

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Dopo che la profezia fu enunciata il fumo verde sparì e Rachel cadde per terra. Alcuni figli di Apollo, tra cui Will, la presero e la portarono in infermeria. Ora c'era solo panico in tutto quanto il Campo. Tutti parlavano e non si capiva nulla di quello che stava succedendo. "Tedi che succede?" chiese dubbiosa e spaventata Tris. Riuscivo a vedere l'incertezza e la paura nei suoi occhi. "L'oracolo ha parlato, e ora la profezia si dovrà compiere" dissi io dandole una risposta a grandi linee. Chirone cercava di far calmare tutti, ma eravamo troppi e non ci riusciva. Stavo osservando il tutto e notai che alcuni figli di Atena stavano provando a capire cosa significasse la profezia, e iniziarono a litigare tra di loro per capire chi avesse ragione. Se non ci fosse stato tutto quel panico avrei riso a quella scena. Dopodichè sentii che qualcuno mi trascinò verso la mia cabina, era Annabeth. Stava portando me, Tris e gli altri ragazzi nuovi con se. Entrammo nella mia cabina e la prima cosa che notai fu che Annabeth aveva gli occhi lucidi. Stava per scoppiare a piangere. "Che caspio sta succedendo?"chiese Thomas con tono molto calmo. "La profezia li ha agitati" disse Annabeth con voce strozzata. "Non ci eravate mica abituati alle profezie?!" chiese stupito Thomas della reazione degli altri Mezzosangue. "Le profezie sono pericolose, soprattutto quando si parla dei figli dei tre pezzi grossi" spiegando il motivo del panico generale. "Annabeth, cos'hai? Perchè piangi?" chiese preoccupato Mark. Anche se aveva saputo solo oggi che era figlio di Atena, Mark sembrava abbastanza legato ad Annabeth ed altri suoi fratelli. "La profezia ad un certo punto parla di una persona importate per me e tua sorella, sapevamo che prima o poi sarebbe arrivata una profezia che lo riguardava ma non sapevamo quando" dissi io riferendomi a Percy. Mentre accennai alla persona importate per noi, il mio sguardo e quello di Annabeth si incrociarono, non sapevo come reagire a tutto questo. La mia sanità mentale stava per andare al Tartaro, e non potevo permetterlo, io dovevo mostrarmi forte per Tris e gli altri. Successivamente la porta della cabina si aprì ed entrarono Nico e Will. Quando entrarono la prima cosa a cui pensai fu "Ma quanto caspio sono carini quei due?!". Ripresi a pensare in modo normale solo quando Nico chiese "Allora cosa facciamo? Capiamo cosa vuol dire la profezia o calmiamo un orda di adolescenti Mezzosangue?" non sapevo cosa fare, un lato di me diceva di pensare alla profezia invece l'altra parte di me diceva di salvare tutti da una crisi isterica. Pensai col cervello e dissi "Non voglio centinaia di centinai di Mezzosangue in piena crisi isterica, quindi andiamo a calmarli" gli altri concordarono con me ed uscimmo dalla cabina. Ci dirigemmo verso il falò. C'era ancora quel santo di Chirone che provava, inutilmente, a calmare tutti. La cosa era abbastanza impossibile, di solito Chirone riusciva a calmare tutti in in batter d'occhio, tranne sta volta. "Come facciamo a calmarli?!"Chiese Amy guardando male tutti quelli che stavano scelarando (Quindi tutto il Campo). "Non c'è nessun problema, ci penso io" dissi facendo cadere un fulmine sul falò che iniziò ad ardere ancora di più. Dopo il fulmine ci fu silenzio. "ALLORA RAGAZZI, NON SERVE A NULLA IMPANICARSI COME STATE FACENDO VOI. ALLA PROFEZIA CI PENSEREMO IO LE ALTRE PERSONE INTERESSATE, QUINDO ORA ANDREMO TUTTI IN CABINA A RIPOSARE, OK?!" urlai squarciagola per farmi sentire da tutti. "Avete sentito, andate in cabina" replicò Chirone. Dopo poco tutti iniziarono a dividersi ed ad andare nelle loro rispettive cabine. Andai pure io a dormire e la notte passò in pochissimo tempo. I primi raggi di Sole colpirono violentemente il mio viso e mi svegliarono. Sentii il tiepido calore del mattino accarezzare la mia pelle e mi misi a salutare Apollo. Mi svegliai per bene e poi andai a fare colazione nel tavolo riservato ai figli di Poseidone. Lì c'era già Tris che mi stava aspettando. Mi sedetti vicino a lei, "Buongiorno sorellina" dissi io con tono molto addormentato. "Buongiorno anche a te" replicò lei. Stetti zitto per tutto il pasto e una volta finito andai con Tris da Annabeth e Mark che ci stavano aspettando di fronte alla loro cabina. "Hei ragazzi" dissi io avvicinandomi sempre di più alla meta. "Hei, alla buon ora" disse scherzando e sorridendo Annabeth. Una volta fermato di fianco a Mark comparvero Nico, Amy e Will da un viaggio-ombra. "Devi sempre fare sempre l'entrata di scena Nico?!!" dissi io facendogli l'occhiolino. Lui fece una risatina. "Parliamo della profezia" iniziò a dire la figlia di Atena, "il primo verso dice che i figli dei tre Dei maggiori alla ricerca dell'eroe perduto andranno" continuò sempre lei. "Fino a qui è semplice e non servono spiegazioni" aggiunse Nico. "Per voi forse è semplice, invece noi non abbiamo capito un pezzo" fece notare Mark. "Cos'è che non hai chiaro?" chiese Will. "Chi caspio sarebbe l'eroe perduto?!" chiese sempre Mark. Dopo quella domanda tutti chinammo la testa verso il basso senza dare risposta. Nico mi osservò per un attimo mentre prendevo coraggio per dare la risposta. "Ci volete rispondere si ho no?!" chiese irritato Thomas. Sui fratello Jason lo osservò con uno sguardo fulminante come per rimproverarlo. "Mio fratello" dissi con risposta secca e veloce. "Aspetta, aspetta non avevi mica detto di non avere fratelli o sorelle oltre a Trsi?"iniziò a sclerare Amy. "Alcune cose sono argomenti un po delicati da dire" rispose Nico con sguardo di tristezza più totale nel volto. "Saggezza e sole dall'oscurità li proteggeranno, potrebbe voler dire che Atena e Apollo ci proteggeranno da alcuni pericoli??" chiese Thomas come se non ci fosse stato il piccolo dialogo su Percy. "Impossibile, gli Dei greci non hanno alcun potere in Alaska" ribatté Annabeth. "Quindi non si riferisce agli Dei ma ai Mezzosangue" precisò lei. "Quindi per saggezza si intende te e Mark?!" chiese per avere conferma Thomas. "Certo, e per Sole si intende un figlio di Apollo, e io penso che sia Will, d'altro canto è anche il ragazzo di Nico, ed è quello che tra i suoi fratelli ha un legame maggiore con noi" disse Annabeth argomentando le sue tesi. "E poi Nico non potrebbe partire senza di me, dove va lui vado anche io" e dopo quell'affermazione i due fidanzatiti si diedero un bacio. Osservai Amy, es i suoi occhi erano a cuore mentre guardava suo fratello baciare Will. "Il mare riacquisterà potere e e il paradosso li dovrà temere, credo sia abbastanza chiaro per tutti nel caso a voi nuovi vi spiegheremo cosa si intende per il paradosso" disse andando spedita, più di un treno, Annabeth. "Dopodichè, L'oscurità l'aiuto di Crono avrà e il futuro degli eroi incerto sarà, non so proprio cosa possa significare" disse la figlia di Atena iniziando a panicare. "Forse dobbiamo affrontare Crono?" chiese Amy. "Non è possibile, quante volte vuoi che risorga quel pezzo di sploff?!" dissi io quasi arrabbiandomi. "Ha ragione Tedi, forse per Crono si intende un'altra cosa ma non so cosa e forse è meglio non pensarci troppo. Quando qualcuno di noi avrà un'illuminazione lo comunicherà al resto del gruppo" propose Annabeth. "Meglio così. Inoltre dovremmo iniziare l'allenamento. Ognuno allenerà il rispettivo fratello, e quando saremo pronti partiremo in viaggio" dissi io con tono da leadership. Gli altri concordarono con me. Ci dividemmo e ognuno prese con se il rispettivo fratello o sorella. "Allora Tris, il tuo allenamento all'iniziò consisterà sull'equilibrio" dissi io andando a raccattare l'attrezzatura per l'allenamento. "Non devo mica imparare a combattere con le spade o robe simili?" chiese lei con tono di delusione nella voce. "Se vuoi saper combattere prima devi saper stare in piedi e non farti mai squilibrare dall'avversario" dissi io andando a prendere una spada per Tris che non ne possedeva ancora una. "Tieni questa sarà la tua spada per gli allenamenti, per il momento nostro padre non ti ha ancora donato una spada quindi per il momento userai questa" Dopo poco, mentre mi stavo allontanando da Tris, comparve una sfera d'acqua e all'interno osi materializzò una penna. La sfera sparì e la penna cadde sul prato. Tris la raccolse e instintivamente, guidata dalla curiosità tolse il tappino della Bic. Poi al suo posto si ritrovò una bellissima spada alla mano. "Woooooow, è fighissima" disse sclerando come una pazza Tris. "Da qua, fammi provare com'è" lei me la passò e io iniziai a fare delle mosse veloci e agili. Era simile, molto simile a quella di Percy. Lama sottile e abbastanza lunga, manico non troppo spesso e pesante. Era agilissima. Iniziai ad osservare il suo manico come per cercare  qualcosa di particolare. Poi lo vidi. Un segno che feci a Vortice durante uno dei tantissimi allenamenti tra me e Percy. Era una piccolo foro sulla base del manico, quasi invisibile talmente era piccolo, però era visibile. "Vortice?!" pensai a voce alta. "Cosa?" mi chiese mia sorella, io la ignorai totalmente. "NON è POSSIBILE, QUESTA è VERAMENTE VORTICE" guardai il mio riflesso sulla lama e vidi che i miei occhi brillavano come quando affrontai la cometa qualche anno fa. Non mi preoccupai per niente di avere gli occhi così. Mi misi a camminare verso la cabina dei figli di Atena. Tris mi seguì e mi faceva domande che io non sentivo minimamente a causa della rabbia. Arrivai da Annabeth. "Vortice" dissi io appena la vidi. "QUESTA è VORTICE" lei sbianchì totalmente, sembrava un cadavere. Cose verso di me, afferrò la spada e disse "Cavolo è veramente lei" i suoi occhi si spensero. Ci poteva essere solo un motivo per il quale questa spada era arrivata qui. Percy era morto, era l'unica spiegazione plausibile. "Io vado da lui" dissi iniziando a camminare andando fuori dal Campo. "Non farlo, se Vortice è forse ci sta un motivo logico" non la ascoltai. La rabbia mi fece diventare cieco. Andai a New Yourk, e andai all'Olimpo. Tris ed Annabeth mi seguirono mentre cercavano di fermarmi o di calmarmi.  Entrai nel tempio centrale dove si trovavano i dodici troni dei dodici Dei dell'Olompo. Arrivai di fronte alla porta della sala centrale. Iniziai a camminare e comandai al vento di spalancarle, esse si aprirono con prepotenza e dentro non vi era nessuno. C'era solo una Dea vicino ad un focolare, era Estia. Lei era la Dea più gentile e clemente in assoluto. Ovviamente mi inchinai al suo cospetto, "Salve divina Estia, sono venuto qui per parlare con mio padre di una cosa molto importante" la Dea stette in silenzio per un po'. "So per quale motivo sei qui figlio di Poseidone, sei qui per chiedere della spada. Poseidone non è qui ora ma se vuoi posso risolvere io i tuoi dubbi, devi sapere che i miei fratelli si confidano spesso con me" la voce della Dea era così calma, gentile e rilassante, pereva quella di una bambina. "Ne sarei molto onorato divina Estia" poi lei mi fece cenno di alzarmi di avvicinarsi a lei. Lo feci e dopo ella mi chiese, "Allora figlio di Poseidone formula le tue domande" disse Estia con la stessa voce calma. " Vi pregi divina Estia di dirmi il perchè mio padre abbia dato a mia sorella Vortice" chiesi io con tono calmo e più basso che potessi. "Quello non è volere di Poseidone mio caro, ma di tuo fratello Percy. Lui sa della presenza di una progenie femminile di Poseidone e ha espressamente chiesto di darle Vortice poichè lui non può utilizzarla." rispose la Dea. Pensai, e non aveva tutti i torti Percy, infondo dov'era intrappolato non poteva servire a nulla una spada. "Grazie divina Estia, ma siete sicura che non sia per un altro motivo?" lo sguardo della Dea si fece ancora più dolce. "Sta tranquillo tuo fratello sta bene, non è morto, in tal caso non ci sarebbe nessuna profezia, inoltre Ade ti avrebbe avvertito" rispose la Dea. Ora era calmo, a saperlo prima non sarei impazzito. "Grazie mille divina Estia, non saprei come avrei potuto reagire se me lo avesse detto mio padre" dopo quella frase io e le ragazze ce ne andammo. Non ero sicuro al 100% che Estia mi avesse detto la verità, quindi decisi di andare da Caronte per chiedere informazione. "Tedi, dove stai andando, il Campo si trova al lato opposto" disse Annabeth. "Ma io non sto andando al Campo, io sto andando da Caronte" percorsi la strada che ormai sapevo a memoria. Arrivammo dal demone. "Caronte, sono Tedi figlio di Poseidone e sono qui per chiedere delle informazioni" lui mi osservò. "Sei un essere ancora vivente, e anche se vuoi delle informazioni io te darò solo se tu pagherai" ovviamente Caronte voleva dei soldi. Per fortuna avevo delle Dracme sempre con me, per sicurezza. Gli diedi 1000 Dracme. "Ora dimmi, hai visto l'anima di mio fratello Percy per caso?" lui ci mise qualche secondo per pensarci poi disse, "Tuo fratello è ancora vivo, non temere" la sua risposta mi calmò ulteriormente. Lo ringraziai e me ne tornai al Campo sereno del fatto che Percy stava bene, per quanto poteva.  

Imòrtallis, il paradosso mitologicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora