Mi stringo di più nella grande felpa azzurra rubata dall'armadio di mio padre.
Oggi pomeriggio, non avendo nulla da studiare ho deciso di prendere il mio nuovo libro e avviarmi verso il parchetto vicino a casa Blake.Sono all'incirca a metà strada ed inizio a pentirmi di non aver preso una giacca più pesante.
Continuo a camminare guardandomi intorno, la strada è deserta apparte poche macchine che sfrecciano sull'asfalto bagnato per colpa del temporale del giorno prima.
Arrivo al parchetto e attraverso il vecchio cancello in ferro battuto, punto dritto alla Quercia vista pochi giorni prima.
Accarezzo il legno e noto incise due iniziali.B+E
La B è scritta in modo leggermente disordinato, ma comunque leggibile.
La E, invece, è di un corsivo perfetto, sembra fatto da una macchina.Le accarezzo di nuovo e mi siedo ai piedi della Quercia, sull'erba bagnata, ignorando il lieve fastidio dei pantaloni umidi. Apro il libro che avevo portato posando il segnalibro accanto a me e incollo lo sguardo sulle pagine leggermente ingiallite.
Infilo la mano nella grande tasca e ne estraggo la mia fedele B1, portando la fine alle labbra e mordicchiandola leggermente, mentre concentrata continuo a leggere le avventure di quel bambino incapace di crescere.
Non so quanto tempo passa mentre sono concentrata sul libro, ma alzo gli occhi dalle parole leggermente sbavate solo quando sento una goccia fredda cadermi sul naso, facendomelo arricciare leggermente.
inutile dire che non passano nemmeno due minuti che mi ritrovo a correre sotto la pioggia battente ridendo come una cretina e facendo delle giravolte poco stabili di tanto in tanto.
BELLAMY'S POV
cerco di guidare il più lentamente possibile, maledico questo tempo di merda, mentre cerco di stare attento alla strada.
tiro un sospiro di sollievo quando riconosco il parchetto vicino casa, che risucchio subito quando noto una figura zuppa ballare indisturbata in mezzo alla strada.
mi fermo di botto, e quando la ragazza si accorge della mia presenza e si volta verso di me, rimango leggermente sorpreso. Non da lei, ma dal fatto che potrei riconoscere i suoi occhi tra mille simili, sembrano quasi illuminarsi al buio, diventano di un azzurro brillante, simile al neon.
Afferro l'ombrello che ho a fianco e mi catapulto fuori dalla macchina.
"Principessa, che dici di evitare un polmonite ed entrare in macchina?" chiedo cingendole i fianchi con il braccio libero e facendo scontare i nostri petti dolcemente, portandola sotto il grande ombrello.Lei mi sorride, avvicinandosi al mio viso. Resto fermo a fissarla avvicinandomi leggermente, finchè lei non sorride e con un colpo secco della mano fa volare via l'ombrello, lasciandomi in balia della pioggia fredda.
boccheggio al forte impatto con l'acqua fredda e la fulmino con lo sguardo.
"Dai Bel, amo la pioggia" continua a volteggiar indisturbata.
"si, è bellissima, ma è novembre e si congela" cerco di farla ragionare bloccandola per i polsi e tirandola nuovamente a me.
Sbuffa, ma annuisce e si lascia trasportare verso la macchina. Un pò la ammiro, sembra una bambina incantata da una cosa cosi comune come la pioggia, è strano vedere questa ragazza cosi ironica e stronza trasformarsi in questo.
"Ehm, casa mia è di la" dice cerando di trattenere uno starnuto, fallendo.
"Ti porto da me, è più vicino. Così puoi farti una doccia calda e forse riusciamo ad evitarti una settimana di febbre. Tieni" dico prendendo il cappotto dai sedili posteriori e porgendoglielo.
Annuisce capendomi e gira la testa verso il finestrino iniziando a giocare con le dita.
"Che diavolo facevi fuori a quest'ora e con questo tempo!?" chiedo lanciandole un occhiata confusa e leggermente arrabbiata.
"Ero andata al parchetto, stavo leggendo e ha iniziato a piovere" Dice mostrandomi il libro bagnato.
"E tu hai pensato bene di metterti a correre sotto la pioggia invece di tornare a casa"
"Sei arrabbiato?" chiede abbassando lo sguardo sulle sue mani, appoggiate in grembo. I capelli biondi le sono ricaduti sul viso, e con una mano, sposto una ciocca dietro il suo orecchio, movimento che la fa congelare sul posto, fisando lo sguardo avanti e perdendosi completamente nella sua mente, è già successo, quando è venuta a studiare a casa mia e le ho toccato i capelli."No Clarke, ero solo preoccupato" Si risveglia improvvisamente e annuisce spingendosi contro la mia mano, ora appoggiata sulla guancia fredda.
Mi ricompongo e parcheggio nel vialetto di casa, adesso la pioggia si è limitata a poche gocce che sbattono contro la asfalto bagnato.Clarke apre lo sportello con ancora la mia giacca sulle spalle, e insieme ci avviamo verso la porta di casa.
"Octavia arriverà tra circa mezz'ora, e mia madre, non lo so, ma non è a casa, quindi tranquilla" mi metto di lato per lasciarla passare e la guardo mentre si leva le scarpe.
Forse non sarà una serata cosi brutta come avevo previsto.
EI BELLISSIMEEEEE, come state? io coperta di studio, uff.
vabbè godetevi il capitolo vi amo...

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FOREVER
Teen FictionUna ragazza sarcastica e un ragazzo troppo egocentrico ed egoista per provare quell'emozione a lui sconosciuta: L'amore...