Javier spinse la porta a vetri dell'osservatorio prima di franare in ginocchio nell'atrio. Helene aveva ancora le lacrime agli occhi. Lo abbracciò stretto e ricominciò a piangere. Sebastian comparve sul fondo del corridoio con le mani sulla testa studiando i loro volti spaventati. Michele li guardava torvo da un angolo. Non era certo che l'esperimento fosse riuscito. Avevano rischiato molto. La piattaforma era instabile e precaria, non avrebbe mai resistito alla furia di una tempesta dieci volte maggiore. La gabbia di Faraday funzionava, ma di solito l'esperimento i fisici lo facevano al chiuso, non nel mezzo della tempesta e di solito all'interno c'era un canarino o una pianta, non un essere umano. Il principio era uguale, ma la realizzazione pratica lasciava molto a desiderare. Ed Helene aveva rischiato la vita per questo. Alla scarica poteva resistere, ma alla tempesta? Come potevano costruire qualcosa che andasse bene per entrambe? Il cielo borbottava ancora pesantemente sopra di loro, ma il peggio era passato. Per quella volta.
-Tu riposati, lancio io i calcoli per la prossima tempesta- disse Javier aiutando Helene a sedersi sul divanetto della sala. La salutò con un bacio in fronte. Sebastian annuì. Aspettò che Michele e Javier sparissero prima di osare avvicinarsi alla caviglia di Helene che aveva iniziato a gonfiarsi.
-Non è andata molto bene, vero? - fu Helene a rompere il ghiaccio. Sebastian sospirò.
-La tua caviglia starà bene- aggiunse aprendo il kit medico. Tuttavia, sapeva di cosa Helene stesse parlando. -Mi dispiace di non aver ancorato meglio la piattaforma. - aggiunse Sebastian senza alzare gli occhi da terra. Helene non intendeva certo dargli la colpa.
- Javier ... è davvero un agente con gli attributi, devo ammetterlo. Io me la sarei fatta sotto in quell'inferno di fango. Capisco perché lui è poliziotto ed io invece faccio lo scienziato... o il medico perditempo- aggiunse Sebastian per stemperare la tensione.
-Hai salvato Federica- gli ricordò Helene. Gliene era davvero molto grata.
-Non avevo scelta- aggiunse lui iniziando a bendarle la caviglia per immobilizzarla. Helene trattenne un sussulto. - Penso che nessuno abbia più molte scelte, fino al 23 aprile- sospirò Helene.
-Anche dopo, te lo assicuro- sospirò Sebastian. Helene lo guardò preoccupata. Aveva paura a chiedere cosa sarebbe successo dopo. - Ti spiegherà meglio di me Federica, al momento opportuno- tagliò lui il discorso. Helene annuì.
- Per ora se tagliamo il primo pezzo, l'esperimento è riuscito. Nessuno saprà mai che eri lì dentro sola. Ottima idea il bacio, scenograficamente nessuno avrà più da ridire sulle gabbie di Faraday. Potrebbero darvi un oscar! - aggiunse Sebastian chiudendo la borsa.
-Federica l'ha visto secondo te? - disse Helene arrossendo.
-Non so, l'abbiamo mandato, ma ancora non abbiamo ricevuto risposte. - confessò Sebastian. -Penso che comunque lei nemmeno se ne accorgerà- ammise.
-Troppo persa a guardare le cariche elettriche, immagino! - sorrise Helene tra sé e sé.
-Oh no, io penso che pianterà le unghie nel tavolo finché non ti vedrà uscire coi tuoi piedi dalla gabbia- rise Sebastian sedendosi di fronte a lei.
- Mi sembra di essere precipitata in un incubo ad occhi aperti da cui non riesco a svegliarmi- sospirò Helene.
- Ci sono cose che esulano dal nostro controllo. La scienza si illude di capire, ma è sempre una rincorsa. Il mondo cambia così velocemente che difficilmente riusciamo a stargli dietro in circostanze normali. Figurarsi prevedere cosa sarà. Una minima perturbazione e tutta la tua teoria salta. Prendi Magnet, anni di successi e poi all'improvviso, tutto sballato: non aveva previsto la tempesta. - fece come esempio Sebastian.
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SPHERE - Tempesta Magnetica
Science FictionMezza Europa viene sconvolta da una tempesta di fulmini senza eguali nella storia conosciuta e si risveglia diverse ore dopo in una situazione catastrofica. Un gruppo di ricerca del CERN scopre che i poli magneti terrestri sono sul punto di invertir...