Il ritaglio di giornale con l'annuncio se ne sta ripiegato nella mia tasca mentre esco di casa.
La carta crepita piano ad ogni passo mentre vago per le vie della città, incerto su dove andare.
Le insegne luminose di ristoranti e negozi già accese alle cinque del pomeriggio illuminano le strade immerse nell'ombra mentre mi spingo verso la periferia.
Via Castels, via Meredith, via Stone... e poi Via Apticoon.
Il cartello che indica l'ingresso nel vicolo e piegato verso il basso.
Alcune lettere sono sbiadite e qualcuno ne ha aggiunta un'altra con una bomboletta verde, così che ora si legge "Apatic".
Mia madre diceva sempre che ero apatico: indifferente è privo di emozioni nei confronti delle cose e delle persone che mi circondavano.
Ma a questo punto, se mi sono trascinato fin qui, un po' di forza di volontà devo pur avercela.
La pizzeria é in fondo alla strada, un edificio di mattoni in pessime condizioni.
La porta é sporca, incrostata di qualcosa simile a fango e sopra vi è l'impronta scura di una mano. Una serie di volantini vecchi di dieci anni riempiono lo spazio sopra alla maniglia.
Dentro la luce é accesa.
Busso.
Si sente il rumore del legno che gratta sul pavimento, una sedia spostata, e dei passi pesanti poi compare la testa di un vecchio.
<<Cosa vuoi?>> brontola. <<Vattene. Non ti conviene stare da queste parti a quest'ora. C'è in giro gente poco raccomandabile.>>
<<So che cercate una guardia notturna e ho bisogno di lavoro.>> lo interrompo.
<<Disperato, eh?>> chiede l'uomo, però mi lascia entrare.
L'ingresso rispecchia alla perfezione l'aspetto esteriore della pizzeria.
Il bancone di metallo é graffiato e pieno di ammaccature, vecchi bicchieri di vetro sono sparpagliati sul pavimento insieme a grosse schegge dello stesso materiale. Addossato alla parete c'è un vecchio tavolo di legno su cui sono ammucchiati una decina di pacchi regalo consunti e dai fiocchi stinti. Il lampadario pende dal soffitto simile ad una grossa mano dalle dita ricurve pronte a stringerti nella loro morsa.
L'anziano segue il mio sguardo indagatore e scrolla le spalle.
<<Un tempo era un gran bel posto. Era sempre pieno di bambini, tantissimi amavano festeggiare qui il loro compleanno, io preparavo le pizze e gliele portavo personalmente. Non amavo quelle macchine che sostituivano i camerieri. Com'è che si chiamavano? Animatronics, se non erro. Ci hanno portato solo guai.>>
<<E poi?>>
<<E poi niente. Siamo falliti. Ho costretto il proprietario a vendere alcuni di quei pupazzi inquietanti per riuscire a tirare avanti, ma i clienti non vengono più a mangiare qui.>>
Mi fa cenno di seguirlo e mi precede lungo un corridoio, fino ad un'altra stanza.
<<Prima sala da pranzo.>> commenta spalancando la porta.
Le luci al neon sfarfallano.
Ci sono quattro tavoli lunghi e stretti apparecchiati con tovaglie bianche a pois rossi e blu, piatti sbeccati e coltelli.
Niente bicchieri n'è forchette.
Sopra ogni piatto é posato un cappellino da festa bianco a righe rosa con un pennacchio in cima.
Sulla parete di fondo campeggia una grossa macchia scura di un liquido sconosciuto che é colato fino al pavimento, seccandosi.
Un cappellino giace strappato sul pavimento.
<<Da quanto non viene pulito questo posto?>> chiedo.
<<Troppo tempo.>> taglia corto il vecchio e mi trascina fuori.
<<Ti mostro un'ultima stanza.>> dice, un espressione contrariata sul viso. <<L'ufficio di Dane. È stata la nostra ultima guardia, a mio parere la migliore, ma sfortunatamente é scomparso senza lasciare notizie. Forse é morto, non lo so. Che tragedia.>>
L'ufficio é in condizioni migliori rispetto al resto di questo luogo sporco e angusto.
Una scrivania, un computer, un vecchio telefono. Una serie di ritagli di giornale vecchi di anni appesi ovunque.
<<Ti piace?>>
Annuisco.
Non è esattamente il tipo di lavoro che mi aspettavo, ma poteva sempre andarmi peggio.
Il vecchio ridacchia.
<<Be, anche se non ti fosse piaciuto alla fine ti saresti comunque accontentato. Sei assunto.>>
A/N
Saaaalve salvino, sto già scrivendo i primi capitoli che si svolgeranno durante i suoi turni di notte, ma se li volete leggere dovrete prima votare questo (sono cattiva, lo so).Buon sabato <3
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Five night at Freddie's
Fiksi PenggemarNon lo sapevo. E come potevo? Stavo solo cercando un lavoro. Adesso non posso più andarmene, non ho scelta. Mi stanno cercando. Mi danno la caccia. Morirò qui dentro come l'uomo prima di me.