13) Both Sides Of The Sky

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Mista si svegliò in preda ad una profonda sensazione di angoscia, anche se non sapeva assolutamente da dove provenisse. Non ricordava assolutamente nulla di quello che aveva appena finito di sognare e lo aveva svegliato, ma sentiva intimamente che doveva essere stata una brutta visione.
Provò a calmare il batticuore respirando e in quel momento si rese conto di essere immobilizzato da qualcosa che lo stringeva all'altezza del petto. A tentoni, spostò la mano ancora libera dal cuscino e tastò davanti a sé la cosa che lo stava imprigionando.
Riconobbe le braccia di Giorno che lo circondavano. A dire il vero, anche il cuscino su cui credeva di aver appoggiato la testa altro non era che il petto dell'altro ragazzo, come si capiva dal leggero ondeggiare al ritmo regolare del suo respiro.
Guido sorrise compiaciuto. Si chiese mentalmente come diavolo facesse a dormire tutto tranquillo in una posizione del genere, che a lui sembrava assolutamente scomoda, con un braccio incastrato sotto di lui per circondarlo. Ora che ci pensava, era raro che fosse lui ad essersi addormentato sul petto di Giorno e non viceversa. Era anche strano che dormisse così tranquillo e beato, stava persino sorridendo nel sonno, niente a che vedere con gli incubi ricorrenti che lo affliggevano.
Guido si rilassò a quella visione. Voleva dire che Giorno stava bene e non aveva brutti pensieri per la testa.
Bastò quella consapevolezza a renderlo felice e spazzare via quella fastidiosa sensazione di angoscia.
Cercò di trovare una posizione comoda per dormire ancora qualche ora, ma nel muoversi Giorno mugolò qualcosa e lo strinse ancora di più a sé, come se avesse paura che lasciandolo lui scappasse via.
Ripensando a come era il loro rapporto solo qualche mese prima, a Mista sembrava impossibile di trovarsi esattamente lì, a vivere quell'istante di profonda gioia quasi soffocato dal ragazzo che amava così tanto.
Non sarebbe stato così felice in nessun altro posto al mondo.
Guido non aveva mai creduto a tutte le storie sull'anima gemella e l'amore eterno, le considerava alla stregua di Babbo Natale e la fatina dei denti.
Eppure, in quel momento ci credette e sperò con ogni fibra della sua anima che fossero reali.
Desiderava con tutto il cuore che Giorno fosse l'altra metà della mela. La mezza mela più bella e dolce che uno come lui potesse desiderare.
Con questi pensieri in testa, Guido sprofondò di nuovo nel sonno.

La sveglia suonò troppo presto e in maniera troppo molesta. Chi avrebbe mai messo il ritornello di Time is Running Out come suoneria per la propria sveglia? Ovviamente, Leone Abbacchio.
Bruno si sentiva incredibilmente stanco ed indolenzito per aver appena dormito le sue solite otto ore abbondanti quotidiane. Non era un buon segno. Si sentiva pesante come se la gravità fosse diventata così forte da schiacciarlo al suolo.
"Buongiorno amore" lo richiamò la voce di Leone, posando un bacio tra le ciocche corvine prima di abbandonare il letto. Almeno lui era di ottimo umore anche di prima mattina.
"La tua sveglia è orribile" si lamentò Bruno forzandosi ad alzarsi a sedere. Privato delle coperte, provò subito un brivido di freddo. Si convinse che fosse solo stress e stanchezza repressa troppo a lungo.
"Beh, come dice lei stessa 'you can't push me underground, you can't stop me screaming out'. È perfetta per smettere di dormire rapidamente" gli rispose raccogliendo le prime cose pulite che trovò sparse in giro per la stanza. Erano giorni che continuava ad accatastare vestiti sulle poltrone e sulla scrivania, nonostante Bruno gli ripetesse in continuazione di mettere in ordine "Oggi abbiamo un sacco di cose da fare. Riunione, allenamento, poi io sono di turno con i pasti e tu devi sistemare i conti dell'associazione"
Bruno lo ascoltò senza troppo interesse mentre prendeva un maglione caldo dall'armadio. Per fortuna, aveva avuto l'accortezza di portarsi dietro qualcosa di più pesante nonostante si stessero lentamente avviando verso la bella stagione. Leone notò la sua scelta "Freddo?" chiese con un'occhiata preoccupata. Le sue occhiaie erano più scure del solito, come se avesse dormito poco. Eppure era certo che avesse dormito a lungo al suo fianco.
"Solo un po'. Sarà la pioggia, la villa è parecchio più umida di casa nostra" si giustificò.
"Sicuro di stare bene? Non hai una gran bella cera"
"Sto bene. Ho solo mille cose per la testa" Leone sospirò. Bruno si dava sempre troppo da fare, si faceva in quattro per tutti trascurandosi troppo "Devi pensare un po' di più a te stesso o prima o poi mi esci di testa amore" gli sussurrò dolcemente arruffandogli i capelli già annodati dalla notte.
"Forse ho solo bisogno di un po' di cioccolato" gli rispose con aria innocente riponendo dentro un cesto dei vestiti palesemente sporchi che stazionavano su una sedia da tre giorni. Leone si sentì in colpa ed andò subito ad aiutarlo a sistemare il casino "Lascia stare, faccio io. Tu vai a vestirti, hai freddo"
"Lo sai che se non ci fossi io ti ritroveresti sommerso dal tuo disordine nel giro di due settimane?" lo rimproverò bonario. Leone sbuffò irritato "In natura tutto tende al disordine, perché mai io dovrei oppormi?"
"Sembra il discorso di un bambino di cinque anni. Muoviti" gli disse sparendo dietro la porta del bagno.
Dopo che si fu lavato, vestito e sistemato, si sentiva già molto meglio. Certo, era ancora stanco, ma il tutto rientrava in dei livelli accettabili per la stessante situazione in cui si trovavano.
Notò con piacere che Leone aveva finalmente messo in ordine la stanza, rifatto il letto e si stava vestendo con l'aria tronfia di chi si aspetta un premio solo per aver fatto il proprio dovere.
Quando ebbe finito di cambiarsi, Bruno si avvicinò e lo abbracciò, posando la testa sulla sua spalla.
"Bru... Che hai?"
"Voglio un abbraccio... Sei così caldo"
Leone lo accontentò, strofinandogli le braccia e la schiena per riscaldarlo un po'. Bruno mugolò qualcosa per ringraziarlo in un modo così dolce ed infantile che lo fece sorridere "Presto questa storia finirà, te lo prometto"
"Leo, non possiamo sapere quando finirà. La situazione è quella che è. Basta che Conte un giorno faccia una diretta per dire che staremo tutti rinchiusi fino a Natale e noi dovremmo adeguarci per forza"
Abbacchio sembrò pensarci su "E se usiamo Martensite per copiare Conte e fare una diretta dove liberiamo tutti?" chiese soffocando una risata per quanto stupida fosse quell'idea.
Bruno gli tirò una leggera testata sul petto, poi scoppiò a ridere "Ho appena immaginato Niccolò che imita Conte mentre tu lo rinchiudi in uno sgabuzzino e ti giuro che era troppo divertente"
"Ammetto che mi divertirei a prendere a calci quella sua faccia da schiaffi"
Bruno ridacchiò ancora, poi Leone gli sollevò il viso per baciarlo dolcemente.
Le sue labbra erano bollenti e dolci come miele.
Il corpo di Bruno poteva anche tremare per il freddo, ma dentro il suo petto la fiamma del loro amore lo scaldava come una soleggiata giornata d'agosto.

Quarantena Alla Villa di Passione (post Vento Aureo) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora