Run - Asanoya

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A Nishinoya piaceva la velocità.
Ogni volta che gareggiava aveva sempre l'adrenalina a mille.
Tutti gli sguardi puntati su di lui, le ragazze che gridavano il suo nome, i ragazzi che provavano invidia per il grande Nishinoya Yu.
Stiamo parlando infatti di uno dei più importanti corridori di macchine da corsa.
Tutti conoscevano il suo nome, e tutti volevano conoscerlo.
Nishinoya Yu era oggetto di invidia e di desiderio da parte di tutti.
A ogni gara si parlava solo lui.
Ogni volta che camminava tutti non facevano altro che fissarlo e borbottare a bassa voce cose sul suo riguardo.
A soli 21 anni era già uno dei più grandi corridori, e aveva vinto numerose gare. Tutti volevano lavorare con lui.
Era completamente venerato.
Non si sapeva molto della sua vita privata, nonostante i giornalisti cercassero in tutti i modi di trovare qualcosa di scioccante su cui farci l'articolo dell'anno.
Erano come sanguisughe, si attaccavano a tutto e cercavano di rovinare continuamente la vita di qualsiasi personaggio famoso solo per poterci fare uno stupido articolo da quattro soldi.
Ma a Nishinoya non importava. Non aveva niente da nascondere.
Non aveva nessun segreto, e non aveva niente di così scioccante da poter dare in pasto a quelle sanguisughe e mettere così fine alla sua carriera.
Almeno così sembrava.
In verità anche una persona aperta come Nishinoya aveva i suoi segreti, che cercava di tenere nascosti alle altre persone.
Possiamo quindi dire che agli occhi di tutti era il ragazzo perfetto.
Era sempre gentile, disponibile, non rispondeva male mai a nessun giornalista e sorrideva continuamente. Anche quando subiva una sconfitta.
Il suo motto infatti era "non arrendersi mai!"
Amava quello che faceva, e l'avrebbe continuato a fare anche per un milione di anni.
Nonostante questo però Nishinoya aveva bisogno di una svolta all'interno della sua vita.
Dal momento che quest'ultima comprendeva solo: gli allenamenti e le gare.
Non aveva amici, e quindi non aveva con chi uscire anche solo per andarsi a svagare un po'.
Il suo unico vero amico era Ryūnosuke Tanaka, nonché il suo meccanico.
Passava le sue intere giornate solo con lui.
Nonostante amasse essere acclamato da tutti, il ragazzo si sentiva molto solo.
Aveva bisogno di una svolta, aveva bisogno di un amico. O di un qualche interesse.

La sua vita però cominciò a prendere una piega diversa in un giorno particolare.
Quel giorno Nishinoya aveva una gara, ed era seduto a contemplare la gente che passava.
Nel frattempo Tanaka stava aggiustando un guasto del suo veicolo.
Durante l'allenamento del giorno prima infatti il ragazzo non era riuscito a frenare, e aveva perso completamente il controllo della macchina.
Per fortuna non aveva riportato nessuna ferita.
Nishinoya si alzò dal suo posto e si avvicinò all'amico.
"Allora come siamo messi?" Chiese, incrociando le braccia al petto.
Tanaka si alzò da terra e guardò il ragazzo di fianco a lui.
"Tutto bene, fortunatamente non era niente di grave. Sono riuscito ad aggiustare il guasto, ora non avrai problemi a frenare."
Nishinoya annuì leggermente ed osservò il veicolo.
"Sei nervoso?" Gli chiese Tanaka.
"Macché.." sorrise Nishinoya. "Ti sembro nervoso?"
Tanaka fece spallucce "Non lo so, oggi sei strano. Tutto qui."
"Sono solo pensieroso." Sbuffò il più piccolo.
"A cosa pensi?"
"Lo sai a cosa penso Tanaka." Sospirò Nishinoya.
Il ragazzo annuì e successivamente diede una pacca sulla spalla all'amico "Vedrai che andrà tutto bene! Non ti preoccupare Noya!"
"Devo solo vincere, e tutto andrà bene." Sussurrò il più piccolo.

"Azumane!"
Nessuna risposta.
"Asahi Azumane ti conviene aprire questa porta, oppure ti giuro che la butterò giù a forza di calci!"
Il ragazzo dai lunghi capelli castani, che stava cercando in tutti i modi di ignorare l'amico dietro la porta di casa sua, si alzò sbuffando e andò ad aprire.
"Che cosa vuoi?"
"Siamo nervosi già di prima mattina?" Chiese l'amico prendendolo in giro. "Dai fammi entrare!" E senza nemmeno aspettare una risposta entrò in casa.
"Che cosa vuoi Sugawara?" Chiese Asahi sbuffando.
"Non posso nemmeno venire a trovare il mio amico?" Chiese il ragazzo sorridendo.
Asahi lo guardò male e Sugawara sbuffò. "Va bene, mi hai beccato." Disse sedendosi "Vestiti che usciamo!"
Asahi lo guardò e scoppiò a ridere "Ma sei pazzo? Assolutamente no!"
"Forza Asahi! È da due settimane che non esci e sinceramente sono preoccupato!"
Il ragazzo dai capelli castani ignorò l'amico e uscì dalla cucina dirigendosi nella sua stanza, seguito a ruota da Sugawara.
"Sei rinchiuso in casa da quando quello stronzo del professore ti ha bocciato all'esame. Non è mica una tragedia."
"Sto studiando, sono impegnato!" Disse Asahi e si buttò malamente sul letto.
"Lo vedo come sei impegnato." Sbuffò l'amico, appoggiato allo stipite della porta.
"Oggi usciamo! Non me ne frega niente. Ti porto in un posto bello. Ma prima devi darti una sistemata."
"Non vengo!" Sospirò Asahi.
"Si che verrai perché io ho deciso così. Perciò sarà meglio che ti alzi il culo da questo letto, ti vai a sistemare e non mi fai incazzare perché in tal caso ti puoi considerare già una persona morta!" Affermò seriamente Sugawara.

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