Capitolo 4-La fuga di Killua.

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Capitolo 4
La fuga di Killua.

Era notte e Killua decise di scappare di casa.
Aprì la finestra e guardò la vasta distesa della fauna.

La notte era meravigliosa, placida e silenziosa.

Gli alberi per Killua segnavano la strada da percorrere. Non aveva la visione astrale però poteva vedere le luci della vita.
I colori erano di un fluorescente verde. La notte gli sembrava il giorno, la luna il sole, e le stelle le luci di natale.

Tutta la montagna era casa sua e sapeva che c'erano dei guardiani, quindi doveva trovare una soluzione. Poteva fare tutto, ma potevano vederlo, quindi doveva usare l'intelligenza senza lasciare traccia di sé.

Aveva a disposizione sei elementi come ausilio. Quello più vicino a lui era senza dubbio l'elettricità, ma anche il vento non era da meno, quindi pensò di creare un diversivo, ma per farlo avrebbe dovuto creare una trappola, scatenare qualcosa che avrebbe distratto le guardie " Mph, ho un piano."

Giocare ai gvideogiochi gli aveva alimentato la  fantasia e scoperto modi per poter eludere  la sorveglianza. Nessuno della famiglia immaginava che avesse scelto i giochi di spionaggio e avventura o rpg per poter in situazioni reali imparare a cavarsela da solo.

Si diresse presso la porta della camera e la aprì lentamente, senza far cigolare la porta.

Le luci erano spente ma lui ci vedeva molto bene, quindi camminò a passo silenzioso verso i bassi piani stando attento a non farsi trovare da nessuno delle guardie.

Arrivato presso la cantina, raggiunse il panello di controllo del sistema elettrico. 

Sapeva che tutto era gestito dai computer di sorveglianza e sapeva che le telecamere erano poste verso l'entrata della magione e sul sentiero per raggiungere la porta di pietra chiusa da altre sette.

Si mise dei guanti in lattice per non lasciare le sue improntate digitali, anche se non sapeva se le aveva ancora perche aveva notato che i polpastrelli ne erano privi: avevano una struttura liscia. Forse era normale dato che gli era stato donato un corpo nuovo ad aspetto del suo originale, dalla pelle che era sempre liscia, dai polsi, privi di venature e sangue.

Aprì lo sportellino metallico e abbassò la leva dell'interuttore d'emergenza, peccato che scattò il sistema di sicurezza che lo bloccò nella cantina

" Non ci voleva!"

Guardò a destra e sinistra in cerca di una via di fuga ma le finestre non esistevano, era bloccato.

Sentì dal piano di sopra che qualcuno stava correndo presso l'allarme che avrebbe svegliato la sua famiglia.

Aveva poco tempo.

Si tolse i guanti con i denti.
Tocco la superficie metallica e concentrò il pensiero sulla maniglia per aprirla. Non era telecinesi ma solo una distruzione molecolare che aveva imparato affinando i legami con ogni elemento, infatti se voleva poteva scomporre la materia e costruirla purché avesse avuto come base una materia derivante da un elemento.

La serratura si surriscaldò, sciogliendo il bloccaggio della porta, quindi Killua fu liberato.

Non potendo lasciare una simile anomalia, ricompose con la mente il pezzo fuso, usando le materie prime di cui era composta che era derivante da una componente della Terra.

Chiuse la porta che fece scattare la serratura, quindi scappò via prima che qualcuno potesse andare a controllare la stanza.

Proprio perché mancava la corrente, i maggiordomi usarono le torce elettriche, Quindi Killua riuscì ad evitare i loro fasci luminosi, sfruttando la tecnica del passo oscuro.

[COMPLETA 2° SERIE  ] 𝗟'𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 *Killugon* Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora