Dedicata a ALEX1pg
AVVERTENZE: Narrazione in terza persona. Ambientata nel 1950, due anni dopo il ritorno di Steve.
Daniel osservò la tazza di caffè a lungo, perdendosi a guardare il vapore salire lentamente e disperdersi nell'aria, ripensando ai vecchi tempi e come fosse cambiata drasticamente la sua vita rispetto ad anni prima.
Inizialmente si era fidanzato con Peggy Carter, ed era convinto che lei fosse l'amore della sua vita, ma passando molto più tempo con la donna e iniziando a frequentarla seriamente si rese conto che quella che provava non era che una stima profonda e, anzi, molte volte litigavano per le questioni più futili ed insensate. Ma nonostante questo non poté che essere ferito quando si lasciarono dopo un anno di fidanzamento, e fu un ulteriore colpo al cuore quando seppe che lei si era messa insieme ad un uomo apparentemente comparso dal nulla, e con cui si sarebbe sposata tra poche settimane. Ciò che lo faceva davvero star male era l'idea di restare solo, di nuovo, e non avere altro che il suo lavoro, così decise di dedicarsi anima e corpo a questo, ad essere un bravo agente e occupare la sua mente in tal modo, ma non bastava.
Non bastava mai.
Non sapendo che altro fare pensò di usare il suo tempo per investigare sull'uomo misterioso che Peggy avrebbe sposato, utilizzando tutto ciò che aveva a disposizione e ricorrendo allo spionaggio se necessario, arrivando dopo un paio di mesi alla conclusione, per quanto sembrasse impossibile: Steve Rogers.
L'uomo che cinque anni prima era stato dato per morto in realtà era vivo e vegeto, lì a New York e con il nome di "Capitano Steven"... Cosa non molto intelligente, a prima vista, ma era anche vero che per nascondere qualcosa è sempre bene metterlo sotto la luce del Sole.
Inoltre era tornato pure l'agente Michael Carter, che pure lui era stato dato per morto quando in realtà stava bene, se non fosse stato per alcuni affari loschi in cui era stato immischiato.«Sousa!» lo risvegliò dai suoi pensieri la voce del suo capo, Jack Thompson, mentre quest'ultimo gli gettava una cartella sulla scrivania «Queste carte le voglio nel mio ufficio tra una mezz'ora, riordinate e controllate. Chiaro?»
Daniel alzò di poco lo sguardo, scontrando accidentalmente le iridi azzurre del biondo, per poi limitarsi ad annuire e notare l'altro curvare le labbra in un sorriso e andarsene, chiudendo la porta alle sue spalle e lasciandolo nuovamente solo.
«Ho capito io, però così non andiamo avanti» interruppe una giovane voce maschile, facendolo sussultare l'agente
Sulla scrivania era comparso all'improvviso un ragazzino di vent'anni, con una camicia verde mezza sbottonata, i capelli neri spettinati, un paio di jeans strappati all'altezza del ginocchio e delle scarpe da ginnastica nere sporche di fango. Lo guardava da cima a fondo, con i suoi occhi verdi, storcendo il naso alla vista della stampella ma poi riportando la sua attenzione su di lui.
«Tu da dove salti fuori?!» esclamò, resistendo a stento alla tentazione di alzarsi e afferrare la pistola «Chi sei? Da dove sei arrivato?»
«Wo, che è, il terzo grado? Stai calmino ragazzuolo, una domanda alla volta! Il mio nome è... Ehm... David! E non ti scervellare nel tentar di capire come sono arrivato o perché, tanto non posso risponderti. Piuttosto, io comprendo tutta la situazione eccetera, ma tirati su di morale bello mio!»
L'agente non lo ascoltò minimamente, aprendo il cassetto e cercando con la mano il pulsante per le emergenze, ma venendo bloccato dal ragazzo poco prima che potesse premerlo
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LE ONE-SHOT DI JASON LOKISON
Fanfiction//POST MONDI PARALLELI// //CONTIENE SPOILER // Jason Lokison, a causa delle sue azioni, fu costretto a passare sei anni in carcere sotto la sorveglianza degli Avengers e, da quello che dice lui, si è comportato da bravo prigioniero aspettando come...