Loki era più confuso che mai. Non capiva chi fossero quelle persone, di chi fosse quella voce che avevano sentito e da dove provenisse, né tantovmeno perché il capitano lo aveva obbligato a fermare l'attacco.
E per di più, dato che quei belli imbusti non avevano un posto dove andare, gli toccava pure accoglierli a casa sua, chiamando Strange per poter moltiplicare le poche stanze che vi erano!Tutto ciò non gli piaceva e non lo capiva, ma se vi era una cosa che non riusciva proprio a sopportare era la costante sensazione di essere in pericolo, come se una creatura invisibile si aggirasse nell'ombra pronta ad attaccare.
Sensazione che lo accompagnava dall'inizio di quella storia, ormai, e che non gli toglieva il sonno.Cercando di rilassarsi andò nella biblioteca del regno, prendendo uno dei tanti libri presenti e accomodandosi a terra, come era sua abitudine fare, con la schiena appoggiata al muro e una gamba distesa, lasciando che la sua anima si perdesse tra le righe di parole che riempivano quelle pagine, ma ancor prima che potesse iniziare la lettura quel presentimento che non lo lasciava in pace si fece più forte.
Si guardò attorno, restando in assoluto silenzio così da sentire se vi fosse qualcuno nei paraggi, rallentando anche il respiro per avere più controllo delle sue emozioni e non agire d'impulso, mentre con molta calma apriva il libro e sfogliava le pagine.«Fatti vedere» disse dopo qualche minuto, tornando a posare gli occhi sul libro «Tanto siamo soli, e io ormai ti ho scoperto»
Alle sue parole una figura femminile comparve al suo fianco, seduta proprio accanto a lui e nella medesima posizione, che lo fissava in silenzio e attendeva una qualche reazione da parte del dio.
Loki, dal'altra parte, non ebbe alcuna reazione: si limitò a finire di leggere il capitolo che aveva iniziato, così che la donna restasse visibile abbastanza allungo da abituarsi a quella forma, e poi si voltò a guardarla, ammirandone i lineamenti del viso, il modo in cui i capelli biondi le si posavano sulle spalle e il vestito bianco e leggero, che lasciava ampio spazio all'immaginazione mettendo in risalto le curve del suo corpo.«Allora?» chiese lui, incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio «Quando sei arrivata? Perché continui a seguirmi?»
«Sono arrivata con Nico e Jason, li stavo seguendo da lontano durante la loro missione. Non era mia intenzione seguirti di nascosto, ma non mi fido di nessuno qui. Vi è qualcosa nell'aria che non mi piace, un incantesimo che...»
«Un inganno» la corresse lui «So a cosa ti riferisci, lo sento anche io. Qualche divinità di un altro universo ha giocato con cose più potenti di lei, e quindi ci siamo andati di mezzo noi. Sei una dea anche tu, giusto?»
«Sì. Il mio nome è Afrodite»
«Mai sentita prima» mentì lui, tornando a posare la sua attenzione sul libro «Comunque io ora ho da fare e, visto che non sei una minaccia, puoi anche tornare a fare la ragazza invisibile e stare col fiato sul collo ai tuoi semidei»
«Io non sarei una minaccia?»
«No» rispose freddamente lui, iniziando a leggere e ignorandola del tutto
Lei, però, si spostò davanti a lui, tornando ad osservarlo in silenzio e mettendolo leggermente a disagio, per quanto non lo desse a vedere.
La verità era che, dopo tutto quel tempo che lo stava seguendo, aveva imparato ad amare quel suo modo di porsi costantemente ironico e superbo, in grado di legarsi benissimo al suo portamento elegante e regale, mentre il suo aspetto fisico le impediva di distogliere lo sguardo e concentrarsi su qualcun altro. Non aveva mai incontrato nessuno che assomigliasse neanche lontanamente a Loki, qualcuno che la ignorasse come stava facendo lui ma conservasse allo stesso tempo un'eleganza unica e che riuscisse ad intrigarla allo stesso modo.
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LE ONE-SHOT DI JASON LOKISON
Fanfic//POST MONDI PARALLELI// //CONTIENE SPOILER // Jason Lokison, a causa delle sue azioni, fu costretto a passare sei anni in carcere sotto la sorveglianza degli Avengers e, da quello che dice lui, si è comportato da bravo prigioniero aspettando come...