✨Snily //Harry Potter//

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Dedicata a Loki_Laufeyson_01

AVVERTENZE: ambientata al primissimo anno ad Hogwarts di Harry, proprio all'inizio, sì. Chiedo già scusa per come caratterizzerò i protagonisti, ma in totale sincerità non ho la più pallida idea di come muovermi con questa ship quindi mi sono trovata in una fase di "blocco dello scrittore elevato al cubo". In ogni caso, vi auguro buona lettura

Severus's pov
Lo smistamento è appena iniziato e riesco a vedere i vari ragazzi del primo anno radunarsi nella Sala e attendere di essere chiamati, mostrando diversi atteggiamenti e diversi modi per affrontare le situazioni già da adesso. Vi è qualcuno più timido che cerca di stare in disparte, qualcuno più chiassoso e brioso che sembra contare i secondi che mancano al suo nome, qualcun altro che attende con pazienza e nel frattempo ammira il soffitto con un luccichio di curiosità impresso nello sguardo e qualcun altro che invece cerca già di farsi un nome, cercando compagni su cui fare affidamento e che abbiano allo stesso tempo una buona famiglia. 

Però tra loro vi è un giovane che pare rispondere a tutte e quattro queste "categorie", destreggiandosi come fosse lui l'unico protagonista del momento, ma allo stesso tempo restando ammaliato dalla bellezza di Hogwarts.

Mi porto una mano sotto al mento, attendendo con pazienza che lui venga chiamato per scoprire il suo nome, solo che appena comprende che tocca a lui raggiungere il cappello Parlante istintivamente la mia mano si sposta sulla fronte, abbassando lievemente il capo nel vedere la reazione dell'undicenne 

«Jonathan Evans!» lo chiamano, mentre un brivido mi percorre la schiena dorsale

Il ragazzo raggiunge di corsa lo sgabello, ignorando però noi professori e voltandosi verso la massa dei ragazzi che sta assistendo allo spettacolo, spalancando le braccia e dando baci all'aria, come se qualcuno lo stesse acclamando o venerando. Continua così per un po' di secondi, girandosi poi verso Silente e porgendogli una rosa, comparsa da non si sa dove, come se fino ad ora non si fosse fatto vedere abbastanza. 

Cerco di non prestargli troppa attenzione, tornando a puntare il mio sguardo sulla folla dei ragazzi che ancora attendono, scorgendo un volto fin troppo famigliare tornare a farmi rabbrividire, mentre un paio di occhi verdi, nascosti appena dalle lenti degli occhiali, iniziano a provocarmi una serie di ricordi che mi investono come un fiume in piena. Deglutisco a fatica, limitandomi a portare il mio sguardo a terra e attendere la fine di questa tortura, cercando di allontanare ogni pensiero ma sentendo un vuoto risucchiare la mia anima e una lama tornare a lasciarmi nuove ferite.
Il tempo scorre, eppure nessun ragazzo viene chiamato, così mi decido a tornare a posare l'attenzione su quell'Evans, che è ancora seduto sullo sgabello col cappello in testa e tutti i professori ad attendere una risposta. Sembra quasi che non vi sia una risposta, come se smistare questo elemento di ragazzino fosse un'impresa impossibile, ma la cosa che crea ancor più sgomento è la tranquillità che quest'ultimo ha, come se lui fosse perfettamente cosciente che la sua presenza sta mandando in confusione pure il Cappello Parlante

«Senti, caro pezzo di stoffa, dai retta al buon vecchio Johnny» inizia lui, dando qualche colpetto all'oggetto e sorridendo bonariamente «comprendo ciò che sostieni, comprendo bene, ma per oggi facciamo Serpeverde, eh. Poi, se serve, domani cambiamo, no? Tanto io può. Su, su, per oggi facciamo che vado delle cari serpi, decido io»

Senza attendere che il cappello aggiunga altro se lo sfila con cura, riconsegnandolo alla professoressa McGranitt e poi tornando a fare l'esaltato, lanciando fiori che prende da una delle tasche della divisa e mandando baci all'aria, facendo infine un inchino a dir poco esagerato e decidendosi finalmente a raggiungere il suo tavolo.

LE ONE-SHOT DI JASON LOKISONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora