Venti minuti passano, sento la schiena migliorare e il respiro tornare regolare e meno doloroso. Non so se siano gli antidolorifici o il fatto che semplicemente esistano le cellule bianche. In ogni caso, poco dopo sento dei passi da fuori. Mi giro verso la porta che si apre. Il ragazzo fa un passo avanti e si gira verso di me. Ha i capelli neri sfumanti al biondo e una tuta rossa della nostra scuola. Dov'è che l'ho già visto... ma si! È l'amico di Kuroo! Ecco perché era impegnato e ha la tuta. Probabilmente aveva terminato prima l'allenamento, per venire a vedere come stavo. Da una parte mi fa piacere che abbia pensato a me, dall'altra mi sento in colpa. Si volta un attimo e parla un poco con l'infermiera, letteralmente 20 secondi, un record mondiale. Mentre è voltato, leggo il retro della maglietta. Kozume Kenma, n.5. Dev'essere in seconda. Mi si avvicina e mi guarda un attimo per poi parlarmi, se bisbigliare 4 parole in croce è considerato conversare, anche se io non sono da meno.
Kenma: - Kenma Kozume, stai meglio? -
Parole profonde e sagge, caro Kenma.
- Sì, dovrei anche essere in grado di reggermi in piedi - dico, con un tono di voce alquanto roca. Me ne rendo conto subito e chiedo scusa. Ma davvero quel calcio è bastato a farmi questo? Mi brucia la gola, ma quella è probabilmente disidratazione. Ringraziamo la infermiera che scrive una lettera per i miei genitori e me la consegna, chiedendomi di dargliela una volta tornata a casa. Zoppico un poco, ma Kenma mi aiuta passando un braccio intorno alla vita e mettendone uno mio sulle sue spalle. Nonostante lui abbia un anno in meno di me, è leggermente più alto; in un certo senso è quasi un sollievo. Provo a fare un po' di conversazione ma tutto quello che riesco a fargli dire è come mi ha trovata mentre stava andando all'allenamento e di come sa che non sono caduta dalle scale, come invece ha detto la infermiera. Mi chiede cosa sia veramente successo, ma mi limito a dire che mentre ero in quella classe sono caduta contro uno spigolo. Non ci crede neanche lui, ma è una risposta e a lui sta bene. Non molto dopo, arriviamo a casa mia. Lo ringrazio immensamente per l'aiuto e gli dò pure il mio numero di cellulare, non parla molto ma è simpatico. Mentre si allontana, entro in casa e mi dirigo dritta al frigo, dove prendo un pacco di ghiaccio e un panno e me lo metto sul livido, che al contatto col freddo impacco mi fa piegare in due dal dolore. Mi dirigo in camera, ripensando alla giornata trascorsa, aspettando il ritorno dei miei genitori. Verso le 8 sono già qua e mi circondano di abbracci e premure. Mi dispiace farli preoccupare così, ma non potevo farci niente. La infermiera consigliava una pomata da applicare sulla botta ogni giorno, che mia madre prontamente tira fuori da un cassetto in bagno. Poi le solite domande: 'com'è andato il primo giorno?', 'hai fatto amicizia con qualche compagno?', 'hai già dei compiti?' e la fatidica domanda da genitori premurosi, 'hai incontrato qualche ragazzo carino?'. Credo che lo facciano per scoprire se a me interessa qualcuno, non perché vogliano incontrarlo, ma per scoprire che tipo è. E hanno anche ragione, non è la prima volta che mi innamoro di ragazzi che dopo neanche un mese mi hanno spezzato il cuore, anzi, è avvenuto parecchie volte, ma ormai sono tutti acqua passata. Mi limito a rispondere alle domande e torno in camera. Non ci metto molto ad addormentarmi. Il giorno dopo, il dolore è passato, tranne per qualche affanno per i movimenti bruschi. Davanti al cancello questa volta c'è Kenma, così mi avvicino, con l'intento di parlargli, ma noto solo dopo essere ormai a pochi metri da lui che sta parlando con qualcun altro. Ci metto poco a capire chi è quello con la quale è in compagnia; Kuroo. Sembra essere solare, nonostante abbia uno sguardo stanco. Devo averli fissati intensamente, perché si girano entrambi verso di me. Che bella figura, (t/n), complimenti. Kenma scuote leggermente la mano accompagnando il movimento con un 'buongiorno (t/n)', mentre Kuroo si limita a guardarmi leggermente preoccupato. Cos'avrà visto?
Kuroo: - hey (t/n). Kenma ieri è andato via di fretta, adesso mi ha spiegato il perché. Tutto bene?-
Si avvicina sempre di più, finché la sua faccia mi guarda dall'alto. I suoi occhi mi guardano con un velo di tristezza. Siamo compagni di classe da poco e già ci tiene a me, che bella sensazione.
- Tutto bene grazie. Mi dispiace aver disturbato il vostro allenamento ieri. -
Mi guarda male. Cos'ho fatto questa volta?
Kuroo: - Non pensarci neanche. Ti eri fatta male, non c'è alcun motivo perché tu ti scusi. E NO, non ci hai disturbato, non doveva passarti neanche per la testa. -
Quel suo sguardo mi inquieta, ma mi sento più rilassata rispetto a ieri. Scusarsi ancora è inutile, così mi limito a sorridere e andare in classe dopo averli salutati. Speriamo solo di non incontrarle ancora...
Durante la ricreazione rimango in classe, cercando di evitare Yumeko. Va tutto liscio fino all'ora di pranzo. Vado in giardino insieme a Sakura, Kuroo e Kenma e mentre mangiamo parliamo un po', delle nostre passioni, musica e film preferiti, sport eccetera. Nel conversare, io guardo il giardino. Mi piace molto, è pieno di alberi e piante colorate. Mi sento però osservata. Riabbasso lo sguardo verso i miei amici e noto lo sguardo di Kuroo passare da me a un altro punto. Strano. Capisco la preoccupazione di stamattina, ma adesso non c'è né proprio motivo...
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A new beginning; Kuroo x femReader (REOPENED)
Fanfiction(REOPENED!!) Inizia l'ultimo anno nel liceo Nekoma, con la nostra protagonista ancora vittima delle rogne di Yumeko e del suo gruppo di amiche... ma quest'anno è diverso. (y/n) ha chiesto di cambiare corso, per allontanarsi il più possibile dalle su...