10) Messaggio eloquente

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Fui svegliato la mattina dopo da un colpetto sulla spalla.

- È ora di andare – disse la voce di Evan.

Mi stropicciai gli occhi mentre scacciavo via lo stordimento del sonno. Mi alzai dal letto e cominciai a vestirmi per la colazione.

Scendemmo insieme e scoprimmo che tutti gli altri erano già svegli. Evan chiese a uno dei camerieri cosa ci fosse per colazione, mentre io ordinai torta di mele e succo di frutta, per poi andare a sedermi. Ero ancora un po' insonnolito e di solito mi serviva un po' per svegliarmi completamente. Mentre mangiavamo, giocherellai con la chiave dorata che avevo tenuto. L'avevo infilata in un cordino che avevo legato intorno al collo come un ciondolo. Era strano che non fosse ancora successo molto. Non era mai passato così tanto tempo tra il ritrovamento di una chiave e la comparsa della serratura corrispondente.

- Mettila via – sussurrò Kit perentoria.

Il mio sguardo si spostò su di lei e mi sentii perplesso. Era strano che parlasse con quei toni e mi servì un istante per metabolizzare l'informazione.

- Sarebbe saggio tenerle nascoste – concordò Evan.

Scrollai le spalle e infilai il ciondolo dentro il collo della camicia.

Finimmo di mangiare e ci accordammo con uno dei camerieri per lasciare ancora per un po' i cavalli alla locanda mentre visitavamo il mercato, dopodiché ci avviammo.

Le strade erano affollate di persone e soldati che camminavano avanti e indietro, c'era molta frenesia qua e là. Evidentemente il mercato attirava molti visitatori. Ci eravamo appena inoltrati nell'agglomerato di bancarelle e io cominciai a cercare qualche mercante che vendesse oggetti magici. Non avevo ancora il denaro necessario per uno scettro, ma magari potevo trovare qualche alternativa più economica. Adocchiai un banchetto che mi sembrava ben fornito e mi avvicinai. Salutai cordialmente il mezzelfo che lo gestiva e chiesi informazioni sulla mercanzia. Era tutto eccessivamente costoso per il mio borsello in quel momento e fui costretto a lasciar perdere.

Tornai dagli altri, che si stavano mobilitando per cercare Oiliris. Non sembrava essere presente al mercato e il suo banco era piuttosto riconoscibile, non poteva esserci sfuggito a prima vista. Evan stava chiedendo informazioni a uno dei mercanti, quando mi venne un'idea in parte dettata dalla noia.

- Ehi, Sereture – bisbigliai accostandomi alla nostra principessina – Rubami una casula da warlock -

- Sei pazzo? – ribatté lei stizzita – Non hai visto quanta gente c'è? –

Evan si voltò verso di noi lanciandoci un'occhiata truce. Probabilmente ci avrebbe rimproverati, ma Kit lo distrasse tirandolo per una manica.

- Vorrei comprare un pugnale – disse con voce tremante – Mi accompagni? – Non aveva lasciato il suo braccio da quando eravamo arrivati al mercato, probabilmente tutta quella folla era troppo per lei.

- Va bene – rispose lui – Tanto dobbiamo comunque chiedere a qualcun altro –

Si allontanarono insieme, anche le altre del gruppo li seguirono, e io ne approfittai per tirare un'altra leggera gomitata a Sereture – dai, per favore – tentai lo stesso sguardo da cucciolo che usavo per convincere mia madre quando ero piccolo, anche se probabilmente non avrebbe funzionato.

- Uff. E va bene – acconsentì contro ogni aspettativa. Si guardò intorno circospetta e si mosse furtivamente verso il banco di oggetti magici. A qualche metro di distanza, la vidi attendere il momento giusto e allungare la mano verso una casula di seta rossa, ma quando tornò verso di me non sembrava soddisfatta.

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