CHAPTER ONE

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James non aveva proprio idea di cosa fare con Harry, era in piena crisi adolescenziale e non sapeva come aiutarlo.

Insomma, era stato anche lui adolescente, ma non ricordava di aver mai avuto una crisi di quella mole, tralasciando gli scleri per Lily.

Si sentiva un pessimo padre "Dovrei sapere cosa fare, è mio figlio" si disse nella mente.

Penso di chiamare Alice o Lily, ma la prima non usciva dalla sua camera a casa dei Potter da due mesi, e ciò preoccupava enormemente James, era il suo padrino, ed in quel momento anche il suo tutore legale, aveva davvero paura che stesse male, la seconda era a lavoro en non era il caso di disturbarla per poi sorbirsi una lunga ramanzina su quello che avrebbe dovuto fare un buon padre.

James si decise a parlare con il figlio, non lo dava a vedere, ma vederlo in quello stato gli faceva male, e non aveva intenzione di stare fermo a non fare nulla.

"Harry" Iniziò incerto.

"eh?" rispose il ragazzo perso a guardare il divano davanti a sé.

"Mi spieghi cosa succede?" Chiese James deciso ad arrivare subito al punto senza arrampicarsi sugli specchi.

"Non capiresti" Questa era una di quelle cose che il Potter più grande proprio non capiva degli adolescenti, la presunzione di provare dolore da soli, che tutti gli altri fossero invincibili e senza sentimenti. "Nessuno di voi lo capisce" continuò accarezzando Edvige.

"Ho avuto anche io 13 anni Harry, so come ci si sente, non devi sempre tagliarci fuori da tutto" Disse James sicuro di sé questa volta.

"No papà,non lo sai!" Alzò improvvisamente la voce Harry. "Non sai come ci si sente perché tu non hai mai avuto un padrino magnifico che poi si è rivelato essere l'assassino dei tuoi genitori, quindi non parlare di cose che non sai e lasciami in pace" Finì il discorso prendendo rapidamente le scale per correre in camera sua.
Ebbene, il motivo per cui Harry non voleva più aprirsi con nessuno era perché si era venuto a scoprire che Sirius aveva obbligato Peter a rivelargli la posizione dei Potter, che aveva subito riferito al signore oscuro, in seguito Black aveva incastrato Codaliscia condannandolo ad Azkaban da innocente. Questi avvenimenti aveva scosso la famiglia Potter/Black, e avevano lasciato una profonda spaccatura nel cuore di ognuno di loro. Lily e James si chiedevano spesso perché si fossero lasciati accecare da Sirius, accusando Codaliscia, mentre i ragazzi, non ve lo nasconderò, non riuscivano a metabolizzare la cosa.

"Harry...."sospirò rassegnato James raggiungendo il figlio in camera.

"é sempre stata colpa mia papà, attiro guai, e ciò vi ha messi in pericolo" Sussurrò il ragazzo soffocando i singhiozzi nel cuscino.

"Harry, tesoro, non è colpa tua, le persone cambiano, oppure sono semplicemente destinate a diventare cattive, ricorda sempre che cattivi non si nasce, si diventa, e tuo zio Sirius era una bella persona una volta, te lo assicuro, una delle migliori" Disse James accarezzando la schiena del figlio.

"Non è mio zio papà"

"Ma il vecchio Sirius sarà sempre mio fratello Harry" Si giustificò James.

"Non puoi davvero riuscire a considerarlo tuo fratello dopo che ha quasi distrutto la nostra famiglia, non puoi papà" Disse Harry iniziando a sentire la rabbia crescere in lui. "è stato una delle persone più importanti nella mia vita tesoro".

"Tu....wow....lo perdoni..." Sussurrò Harry con una gran voglia di prendere suo padre a pugni in faccia.

"Perdono il vecchio Sirius perché so che quando è scappato da quella casa l'ultimo dei suoi scopi era diventare come uno dei suoi parenti" Si giustifico di nuovo James e vide la faccia di suo figlio diventare sempre più rossa.

"Papà, aprì gli occhi, non è più quel ragazzino spaventato! è un assassino!" Cercò di farlo ragionare Harry.

"Io... non me la sento ancora di lasciare andare via del tutto mio fratello Harry" James abbassò lo sguardo e quando rialzò la testa lo sguardo deluso di suo figlio lo colpì nel petto come un pugnale.

"Ma voi siete fratelli per scelta, non di sangue, puoi lasciarlo andare!"

"Non ce la faccio Harry"

"Al diavolo allora! Esci da camera mia" James si alzò lasciando scivolare una lacrima sulla sua guancia, consapevole che niente sarebbe più stato come prima, nemmeno il rapporto che aveva con suo figlio.

Harry, d'altro canto, non riusciva proprio a concepire le idee stupide ed idiote di suo padre.

Prese solo il necessario, la bacchetta, i soldi e qualche vestito.

Aprì la finestra e scese silenziosamente da camera sua riuscendo a scorgere suo padre che si teneva la testa tra le mani e qualche lacrima.

Harry avvertì un rumore improvviso e in niente meno che un secondo, il nottetempo era proprio davanti a lui. "Mi chiamo Stan Picchetto e sarò il vostro bigliettaio per stanotte" Disse strascicato un uomo sulla ventina e piuttosto brutto.

"Su,sali" Lo sollecitò.

Harry fece come detto e si ritrovò su un letto abbastanza scomodo

"Oh...hai sentito di Black,il padrino di Harry Potter? È stato lui a mandare tu sai chi dai Potter! L'hanno sbattuto ad Azkaban e lui è evaso!" Chiese eccitato Stan al ragazzo.

Harry si domando il motivo per cui capitassero tutte a lui.

"Ah sì...ne ho sentito parlare...." Si limitò a dire.

"Comunque,dove devi andare?"

"Portatemi al Paiolo Magico"

"Hai sentito Hern? Paiolo Magico!"

Harry arrivò piuttosto in fretta all'hotel e con un senso di nausea provocato dal viaggio movimentato.

Ad accoglierlo trovò il ministro della magia il quale aveva già avvisato Lily e James.

Harry capì subito che l'avrebbe aspettato una grande e lunga maranzina.
Spazio Autrice
Sono tornataaaaaaaaaaaaa
Madonna regas sto piangendo per Sirius
Vi voglio bene❤
-Giada💫

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