caғғè aмaro; 4/5

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Taehyung amava davvero poche, pochissime cose

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Taehyung amava davvero poche, pochissime cose.
Non era stato abituato all'amore, quindi riuscire ad apprezzare qualcosa, per il suo fragile cuore, era davvero impegnativo.

Eppure, c'erano delle piccolissime cose che ancora riuscivano a fargli battere quel vecchio muscolo malandato nel petto, che a quelle rare e sporadiche sensazioni Taehyung vi si aggrappava come un bambino che viene lasciato solo dalla proprio madre il primo giorno d'asilo.

Taehyung aveva paura che le emozioni lo abbandonassero.
Taehyung aveva paura di non riuscire a provare più niente.

Una di quelle poche cose che lo facevano sentire leggermente vivo era il suo piccolo lavoro presso un bar del suo piccolo quartiere.
In realtà, Taehyung amava particolarmente una specifica azione.
Servire il caffè.

I suoi amici lo aveva preso in giro per un anno intero per quella piccola osservazione.
Solo uno stupido avrebbe amato portare caffè a qualcun altro tutto il giorno per tutti i giorni.
Eppure  si poteva dire che il moro vivesse solo per quello.

Taehyung credeva che le persone si potessero capire dal modo in cui zuccheravano il caffè.
Infatti, lui lo prendeva con tantissimo zucchero.
A volte ne metteva così tanto che chiunque gli stesse vicino lo guardava quasi disgustato, come fosse un folle, dicendogli che 'semplicemente è troppo zucchero, non puoi berlo così'.
Il problema è che Taehyung doveva berlo in quel modo.

La sua vita era così amara, così sterile, così cupa, che necessitava di un po' di dolcezza.
Altrimenti tutto quel vuoto lo avrebbe soppiantato.

Nel regime anoressico di Taehyung non erano ammessi cibi ipercalorici.
In realtà, non era accettato il cibo e basta, ma al moro un po' dispiaceva non prendersi in giro, quindi mentiva a sé stesso dicendogli che forse qualche cosa di commestibile in fondo in fondo potesse mangiarla e farsela piacere.
L'unica eccezione che era riuscita a sfuggire dalla pazzia senza senso del suo disturbo alimentare era il caffè zuccherato.

La disperazione che aleggiava nel suo cuore era così pesante da diventare più importante di qualsiasi cosa.
Addirittura più delle calorie.

Taehyung stava asciugando le tazzine degli ultimi clienti della mattina quando vide Jungkook entrare dalla porta del piccolo bar.
Dire che era rimasto paralizzato era un eufemismo.
Sapeva che il nuovo appartamento di Jimin fosse a pochi metri dal posto in cui lavorava, ma non si sarebbe mai aspettato che il corvino potesse andare lì.
Non lo vedeva dalla cena della settimana precedente.
Nel momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Jungkook il suo cuore prese a battere un po' più velocemente, quasi ad urlare di scappare via.

Jungkook era praticamente uno sconosciuto, ma già gli faceva correre il rischio di provare qualcosa.
Il suo cuore non poteva reggerlo, non era abituato.

Taehyung si aggiustò il grambile sporco prima di parlare.
Il piccolo block notes giallastro tremava tra le sue mani.
Ma che diavolo mi prende?

«J-Jungkook? Cosa posso... ehm, cioè, cosa posso servirti?»
Taehyung si leccò le labbra secche, sbatacchiando le palpebre stanche.
Jungkook parve illuminarsi, riconoscendo il ragazzo di fronte a sé.
«Taehyung-ssi, non sapevo lavorassi in questo posto»
Il corvino si portò una ciocca di capelli troppo lunga dietro l'orecchio, scoprendo l'apparecchio per l'udito nuovo di zecca.
«Vorrei un semplice caffè, per favore-»
Il corvino sorrise, tirando leggermente il grambiule del moro, facendolo avvicinare involontariamente.
«Sei davvero carino con questo qui addosso, sembri più piccolo e fragile»

Taehyung boccheggiò, abbassando lo sguardo.
«N-Non sono fragile»
Il moro alzò fieramente la testa, cercando di sembrava senza paura.
Jungkook lo leggeva dannatamente bene.
Il corvino sorrise lievemente, annuendo leggermente con la testa.
«Adorabile»
Taehyung giocò con le proprie dita, morendo dall'imbarazzo, prima di risvegliarsi e andare al bancone per preparare il caffè al ragazzo.
Armeggiò con i vari strumenti, tornando poco dopo al tavolo del corvino con una tazzina di quella miscela magica che piaceva così tanto  a tutti, affiancandola con alcune bustine di zucchero.
«Ohw, queste qui puoi anche portarle via, lo prendo amaro»

Taehyung schiuse le labbra, sorpreso, sentendo la pressione sanguigna aumentare a dismisura.
Da quando lavorava al piccolo mai nessun cliente aveva preso il caffè senza zucchero.
«P-Perché lo bevi così?»
«Credo che in generale le cose amare si abbinino meglio alla mia personalità. In linea generale credo si abbinino bene a quello che la vita mi ha riservato. Un caffè amaro per una persona triste-»
Jungkook sorrise leggermente, sollevando la piccola tazzina per bere il proprio caffè, venendo fermato però dal moro con un gesto avventato.
Jungkook sgranò leggermente gli occhi, non capendo il perché di quel gesto così improvviso.

«P-Potresti... P-Potresti rendere la tua vita più dolce, se lo volessi. Io metto quattro bustine di zucchero nel mio» Taehyung deglutì leggermente, notando come, nell'allungarsi per fermare la mano del corvino, si fosse pericolosamente avvicinato al suo volto.
«Effettivamente-» Jungkook si leccò le proprie labbra, fissando quelle dell'altro.
«Effettivamente ho in mente un modo per addolcirmi un po'»

Il corvino si sporse di pochi centimetri, avvicinandosi ancora di più al moro.
«J-Jungkook» Taehyung arrossì immediatamente, accorgendosi solo in quel momento che aveva trattenuto fin troppo il respiro.
Gli mancava l'aria.
Non riusciva a respirare.

«Taehyung-ssi, puoi addolcirmi un po'? Puoi addolcire le mie giornate?»

Il moro annuì, senza nemmeno soppesare le proprie azioni.
Chiuse gli occhi, mentre il corvino allungava le mani piene di cicatrici verso il suo collo, tirandolo finalmente a sé.

Le labbra di Jungkook si poggiarono delicamente a quelle dell'altro, scatenando in entrambi emozioni mai sentite prima.
Si sentivano vivi.
Erano vivi.

Il corvino interruppe il leggero contatto, aprendo gli occhi e guardando il moro che, invece, li teneva ancora chiusi.

«Ti aspetto qui fuori. Appena finisci il turno andiamo a casa mia. Jimin non c'è-»
«J-Jungkook, voglio venire ora-» Taehyung avvampò, maledicedosi per tutte quelle emozioni che stava provando.
Dio, non ho mai desiderato così tanto fare l'amore con qualcuno.

Jungkook bevve velocemente il suo caffè, alzandosi subito dopo.
«Allora scappiamo prima che ti vedano, molla tutto e vieni con me. Ti voglio Taehyung,  ti voglio ora
«Fanculo, cazzo-» Il moro mollò il block notes sul tavolo, togliendosi il grambiule e lasciandolo sulla sedia al suo fianco.
Fanculo tutto.

ECLIPSE OF THE HEART | TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora