Capitolo 2: Martirio

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Molte volte, ciò che si dice è diverso da ciò che si fa, ma non è mai il contrario.

Come fai non capire?

Quando sei infastidito, è probabile che qualcuno ti abbia arrecato disturbo e abbia urtato quella tua futile unità di difesa, che ti ostini a chiamare "Armatura".

Però, Rin, ti sei mai chiesto se fossi tu stesso ad essere disturbato?

Non dagli altri, ma dalla tua mente.

È sbalorditivo il modo in cui la nostra psiche possa governare e governarci.
Si, perché è semplice mendicare scusanti al primo neurone che passa, rubacchiare qua e là, alle sinapsi, delle compiaciute menzogne, ricercare con sforzo immane l'armonia smarrita.

Sembra difficile, invece, compiacersi delle proprie azioni, dalle più infime alle più nobili, trovando del meritato riposo dal lungo peregrinare verso l'appagante illusione.

Quindi, hai capito qual è il prossimo passo? Sono proprio curioso di vedere cosa hai appreso.

Cosa fai lì, accucciato come un gomitolo aggrovigliato?
Drizzati in piedi, formica.

Anzi, no. Non meriti di esserlo.
Le formiche lavoro in gruppo, fanno tutto il possibile per rendere la vita più agevole a chi condivide anche un solo centimetro di terreno con loro.
E, in più, loro non parlano. Sono al corrente di ciò che fanno e captano i segnali delle loro campagne.

Sai qual è il tuo aggravante? Le formiche ignorano i fonemi che fingi di disconoscere.

Tu, contrariamente a loro, sei un bugiardo ed un egoista.

Gridare non risolverà le cose.

Hai fatto ciò che hai detto. Hai ribadito a tua madre che, se fosse stata malmenata ancora una volta, avresti ucciso chi ti ha dato i natali.

Perchè pensi che il mio ragionamento sia sbagliato?

Le parole che hai enunciato all'ispettore erano tutt'altro che veritiere.
Mascherando la vicenda hai distorto la realtà, indi per cui, ciò che hai detto è diverso da ciò che hai fatto.

Questo è incontrovertibile.

Hai aiutato la mamma? Proprio come fa una formica con la sua vicina?

Falso.

Hai fatto macchiare una vittima innocente delle tue malefatte.
Non importa, se tua madre si sia presa carico delle tue colpe per salvaguardarti o per proteggerti.

Resti un vigliacco.

E non provare minimamente a pensare che la libertà ti renda felice.

Anzi, sai cos'è la felicità?

Fe-Li-Ci-Tà. Che bizzarra parola. Si impiega così poco tempo a proferirla e così tanto a ricercarla.

In effetti, sbagli a pensare che ci siano persone tanto felici ed altre tanto infelici.
Questa emozione non è duratura nel tempo e non perché io sia un pessimista o perché a me dispiaccia esserlo, lo è in quanto stato d'animo fortuito.

Ad esempio, quando raggiungi un obbiettivo, dopo tanto impegno e duro lavoro, non sei felice: sei contento.
Questi due stati d'animo sono differenziati da un unico fattore, cioè il caso.

Ebbene, è impossibile essere felici senza sorpresa.
È infattibile che tu possa essere felice per ciò che ci ti sei prefissato di diventare, per le imprese che hai compiuto e per il primato che hai ottenuto.
Per tutto questo, potresti essere contento, orgoglioso, fiero, ma non felice.

Se non c'è stupore, non ci può essere felicità.

Non afferri il concetto, Rin?

Analizziamo due casi: il giorno del tuo compleanno ed il giorno del tuo diploma.

Nella prima circostanza, hai ricevuto un regaolo inaspettato; mentre, nella seconda,  hai ricevuto un pezzo di carta straccia che attesta quanto tempo hai impiegato a studiare.

Ora, quale delle due emozioni è stata più forte?

Bene, intuisco dai tuoi occhietti quale sia la risposta.

Sfortunatamente, però, lo sbigottimento può  anche essere negativo e, quindi, l'argomentazione vale anche per l'altro sentimento: la tristezza.

Tuttavia, nella prima e nella seconda condizione, tutto dura molto poco. Pochissimi istanti.

Come dici? Alle volte sei triste per intere giornate?

Allora, non hai proprio capito. In quei casi, non sei triste: sei scontento, arrabbiato, frustrato, deluso, ma non triste.

Assimilato questo, posso darti un consiglio. Non lo meriteresti, ma non mi va di assistere ad un altro scempio.

Ti suggerisco di essere sempre contento.

Pensi che sia banale?

Non lo è.

Dovresti immaginare le giornate come una strada percorsa dal tempo, tramite la quale egli continua ad esplorare e perlustrare chilometri e chilometri di lande desolate, fino al momento in cui ti avrà trovato e tu dovrai congedarti da questa vita, da pari a pari.

Per cui, è più ragguardevole trascorrere ciò che ci resta con un far contento, piuttosto che sprecare momenti con sguardo attonito e scontento.

Spazio autore: Spero che il continuo vi piaccia. Lasciate una stellina, se vi va.
Ci becchiamo domenica prossima. ❤








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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 25, 2020 ⏰

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