Mayn16

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Salve, bella gente! Rieccomi con un'altra simpaticcissima ragazza, anch'essa napoletana, ahaha, inizio a sentirmi circondata 😜.

Mayn mi ha portata in giro: dal sud al nord America, fino a Peable, la città della sua opera.

Se ancora non l'avete capito, io sono Lety95ventu, e ho l'onore di presentarvi Mayn16

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Se ancora non l'avete capito, io sono Lety95ventu, e ho l'onore di presentarvi Mayn16.

Buona lettura e... Non dimenticate di passare sul suo profilo a dare un'occhiata alle sue storie, non ve ne pentirete!

Buenos Aires, la capitale dell'Argentina, non ci sono mai stata e, per qualche assurda ragione, l'ho sempre immaginata come un posto esotico, ricco di verde, spazi aperti

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Buenos Aires, la capitale dell'Argentina, non ci sono mai stata e, per qualche assurda ragione, l'ho sempre immaginata come un posto esotico, ricco di verde, spazi aperti... invece è il mio peggior incubo. Dalla fantastica vista che fornisce il finestrino ovale del mio jet privato, noleggiato appunto per codesta occasione, noto palazzi, strade, asfalto e cemento a perdita d'occhio; le macchie verdi sono ridotte all'osso, qualche parco qui e là, prati vicino e intorno alle lagune, ma per il resto... Rabbrividisco immaginandomi a vivere circondata da palazzi e smog, improvvisamente mi sento mancare il respiro, la sensazione di essere in trappola mi opprime il petto.

«Lety, siamo quasi arrivati» mi informa il mio pilota improvvisato ridestandomi dal vortice claustrofobico in cui stavo precipitando.
Radrizzo le spalle, faccio ampi e profondi respiri recuperando in tal modo la calma. Sono qui per intervistare una fanciulla desiderosa di farsi conoscere, in questa città sarò la solita Virtual Turista. Chiedo venia, sono nata, cresciuta e vivo a stretto contatto con la natura, necessito di ambienti aperti ove lo sguardo può spaziare beandosi sempre della bellezza di madre natura.

«Allacciare le cinture, stiamo atterrando» mi informa il pilota e, lesta, faccio quanto ordinato.

Non appena il jet tocca terra e si ferma, esco alla svelta consapevole di rischiare un orrendo ritardo con la mia ospite di oggi, e io detesto essere in ritardo.
«Bella treccia, lo sai vero che si rovinerà?» mi domanda con un sorriso sghembo il ragazzo che mi attende appoggiato alla moto blu metallizzata, porgendomi il casco.

«Lo so, ma tu eri l'unico disponibile» borbotto ripensando alla mezz'ora di lavoro che mi ci era voluta per fare una treccia, che parte dalla cima della nuca fino a raggiungere la spalla e scivolare verso il basso, ma come si suol dire: a mali estremi, estremi rimedi.

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