Paper 07- Last safe place

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Cademmo nell'abbraccio,

ci separammo dal mondo,

non sapevamo se eravamo due corpi

o due anime

o un corpo e un'anima

o se semplicemente

non eravamo

perché era amore solamente

e poi solamente fu

la marea d'argento del nulla.

(W. Szymborska)


Dublino, zoo di Phoenix Park, martedì 9 aprile 2019, ore 16

"Lo sai che se ti avvicini così tanto rischi che ti sollevino in aria e tentino di mangiarti, scambiandoti per una delle loro amate noccioline?"

"Harry, ti ci vuole ancora molto per piantarla o hai finito?"

"DICO DAVVERO! Hai visto quanto sono grandi? Ti vedo piccolino io, figurati loro da là sopra. Potrebbero volerti assaggiare."

"Non scaricare su dei poveri elefanti le tue pulsioni, non tutti hanno la tua mente malata e perversa, Harry. O la tua fame perenne. O le due cose mescolate insieme. Stanno facendo un giretto per i fatti loro. ATTENT-"

Louis non fece in tempo a strattonare Harry per una manica e a farlo spostare da quel punto della staccionata di legno. Non si era accorto di come uno degli elefanti più piccoli si fosse avvicinato a bere, in quella ricostruzione a grandezza naturale dell'habitat indonesiano dei pachidermi non in cattività, con la proboscide infilata in una piccola pozza di acqua naturale nel terreno. Non aveva riflettuto con sufficiente velocità sul fatto che Harry gli desse le spalle per parlare con lui e che gli elefanti avessero una simpatica ma un po' scomoda abitudine non appena trovavano dell'acqua per bere o bagnarsi per restare idratati. Un gigantesco spruzzo investì la schiena e la testa di Harry, lavandolo da capo a piedi e facendolo urlare e saltare in avanti, per poi girarsi a guardare minaccioso la direzione da cui proveniva l'acqua che lo aveva sorpreso e lasciato fradicio. Non fece in tempo a prendersela con l'elefante perché fu colpito da un altro suono, più che dal barrito soddisfatto dell'animale. La risata di Louis che esplodeva fortissima, accompagnata dal suo proprietario praticamente piegato a metà dal ridere, che si teneva la pancia, lacrimava e sollevava l'indice, cercando di parlare senza fiato ma indicando la sua faccia, la sua espressione evidentemente indignata e sconvolta da quell'attacco inaspettato.

"Deve....cazzo, deve averti proprio sentito! D-dovresti vedere la tua faccia, sembra che ti abbia travolto un'onda anomala! Chi è il piccoletto ora, che annega nei bicchieri, anzi nelle pernacchie?"

"Vaffanculo, Louis! Vaff-"

Ed Harry non riuscì neppure a terminare la frase perché sentendo la risata di Louis farsi più forte e il suo respiro più corto, per tutto l'ossigeno in più che stava consumando, iniziò a ridere involontariamente anche lui, trascinato da quel suono contagioso senza potersi più fermare. Nonostante stesse gocciolando acqua per terra, nonostante il suo maglione puzzasse di palude e fosse talmente bagnato da emettere rumori ad ogni gesto delle sue braccia, nonostante sentisse di avere acqua persino nei calzini, Harry rise tirandosi indietro i capelli madidi dalla fronte e guardando Louis mentre scuoteva la testa e cercava di incamerare nuovamente aria. Il ragazzo, gli occhi stretti ad una fessura che veniva amplificata mille volte nel suo brillare dalle ciglia piene d'acqua, che in quel momento Harry non riusciva a strofinare via perché aveva le mani tutte appiccicose, gli fece cenno di seguirlo, arrossendo perché doveva aver notato quanto lui fosse felice della sua risata, anche dopo quel piccolo incidente. Lo vide prendere tra le dita la collanina che gli aveva dato e rigirarla tra pollice, indice e medio mentre lo precedeva nel finire il percorso dedicato agli elefanti e imboccare il corridoio con sopra incollato il segnale per le toilettes. Davanti alla porta con il simbolo del maschietto, Louis si era tolto la felpa blu coi dettagli rossi, abbassandosi in fretta la zip e restando in maglia bianca a costine con le maniche lunghe, totalmente aderente al suo torace, ai bicipiti e alle spalle larghe, che distrasse Harry abbastanza da farlo esitare per diversi secondi, durante i quali Louis aveva tenuto sospesa la felpa che gli stava offrendo come cambio, mentre ridacchiava per la sua reazione e per lo sguardo con cui lo stava praticamente spogliando, risalendo la sua figura con palpebre e ciglia su e giù. Harry aveva accettato ed era entrato a cambiarsi, notando che il bagno fosse troppo pieno di visitatori e troppo esposto ad un andirivieni continuo per riuscire nel corridoio, prendere Louis da una mano e farsi dare un aiutino dentro uno dei box per cambiarsi, e magari ricambiare il favore. Sbuffò e fece il più in fretta possibile, lavandosi alla meglio per cancellarsi di dosso quel fetore di acqua stagnante. Mentre usciva dal bagno, guardando triste il maglioncino nero con un motivo a pianeti attorno allo scollo che era ormai intriso d'acqua e pronto a infeltrirsi, notò che Louis non fosse più ad aspettarlo nel corridoio antistante ai bagni ma discosto, all'imboccatura di un enorme salone sulla sinistra, un sorriso stampato in faccia e due frullati in mano, in bicchieri di plastica dotati di cannuccia, che lo guardava con dolcezza.

Reckless - Larry AU FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora