Paper 08- I've got scars

1.4K 49 19
                                    

E venne il giorno in cui il rischio di

rimanere chiuso in un bocciolo

divenne più doloroso

del rischio di sbocciare.

(A. Nin)

Dublino, Avoca House, giovedì 11 aprile 2019, ore 7

Harry aveva sentito dire, più volte e da più persone nel corso della sua vita, che dormire spesso e bene con qualcuno e volere continuare a farlo fino a renderla un'abitudine immancabile, avesse influenza sul cuore. Avrebbe sentito con più forza qualsiasi cosa fosse connessa all'altra persona, si sarebbe contratto con maggior irruenza e con più spasmi per il dolore, si sarebbe gonfiato e avrebbe accelerato con più frequenza per la gioia. Avrebbe finito con l'incamerare, notte dopo notte, respiro dopo respiro, il battito del cuore che gli avrebbe costantemente riposato sopra, sincronizzandocisi. Ripetendo quel ritmo all'infinito come un'eco, imparandolo come dei passi di danza, come una partitura di note, come una sequenza di movimenti delle dita su uno strumento, e non se ne sarebbe più potuto liberare. Non lo avrebbe dimenticato, lo avrebbe ripetuto anche involontariamente, avrebbe faticato e inciampato se forzato ad adeguarsi ad un suono nuovo ed estraneo. Soltanto anni di solitudine, vuoto e silenzio, dopo un iniziale sgomento, lo avrebbero costretto a ricordare il rumore dei propri personali sentimenti, quelli che non avrebbero trovato più una voce indecifrabile a rispondere ai loro palpiti ogni notte. Non era facile credere ad una cosa simile, che un battito che procedeva da solo prima ancora che gli esistesse un corpo attorno potesse scegliersi quasi a pelle, come un imprinting musicale, un rumore di passi a cui divenire complementare fino a sovrapporglisi, ad imitarlo, a giurargli fedeltà eterna portandolo con sé durante la veglia, ovunque. Eppure averne la prova, per la prima volta nella sua vita, dopo aver dormito anni e anni con una persona di cui neppure ricordava se avesse un cuore capace di battere, lo svegliò nella penombra della stanza. Si era ritrovato con la tempia contro la schiena di Louis, così pressata da sentire il proprio sangue rimbombargli in testa nel tentativo di pulsare. Solo che quelle gocce che continuavano come a corroderlo dentro, a fluire in un vuoto scavato appositamente per tenerlo vivo, scorrevano lasciando la loro scia di suono allo stesso confortante e assordante ritmo del cuore di Louis, che gli faceva tremolare un punto della schiena, tra le scapole, lo stesso che Harry aveva baciato ossessivamente per cullarlo fino a dormire. Che adesso non era più nudo sotto la sua guancia, ma infinitamente più ruvido per un tessuto che copriva la pelle bollente e fragile del più grande. Harry, lentamente, si sollevò coi gomiti sul materasso e allungò una mano che non riusciva a non tremare per accarezzare le spalle e la schiena di Louis. Dopo che era scivolato nel sonno, doveva essersi alzato e rivestito. Girandosi verso la finestra, notò come la serranda fosse stata rialzata per metà, abbastanza da lasciar intravedere metà balconcino con le tende tirate sui muri della stanza. Il posacenere era fuori, sulle piastrelle per terra vicino alla ringhiera, due mozziconi spenti dentro.

Si è alzato, si è rivestito, ha fumato e ha lasciato la tapparella così in modo che la luce tornasse dentro la stanza. Ma non poteva permetterle di trovare il suo corpo. Non davanti a me quando mi sarei svegliato. Perché con la luce l'ultimo luogo sicuro non lo è più così tanto. La magia è finita, l'incantesimo si è spezzato e, nonostante ciò che gli ho dato, ciò che ho avuto e che non avrei mai neppure sognato, io non sono ancora uno scudo abbastanza grande da tenergli lontana quella parte di luce che lo spaventa. Vive più nei miei occhi che nel sole, per lui, e non ho ancora fatto abbastanza perché non arrivi a temerla. Non gli ho dato abbastanza fiducia per sentirsi a suo agio all'idea di risvegliarsi nudo abbracciato a me, dove non sarebbe potuto fuggire a nascondersi. La Luna non è in cielo, casa sembra così lontana e....le sue regole sulla Terra sono queste, e forse non per tutte esiste un'eccezione. Io non sono ancora completamente quell'eccezione e non basta averlo amato con ogni fibra del mio corpo e della mia anima per diventarlo. E neppure per non farlo dormire di schiena a me, come se dovesse....proteggersi. Come faccio a dirgli che a me non è rimasto niente da proteggere da lui perché ho speso tutto per quei suoi sorrisi che mi avevano convinto di essere riuscito a vincere quello schifoso buio? Come farò a riprovare, se non so se è rimasto qualcosa di me che lui non abbia già esclusivamente per sé? Come posso anche solo immaginare che domani andrà meglio, se anche facendo di tutto non ho idea di come andare oltre....questo? Cosa cazzo può esistere per un solo essere umano di più bello di questo, sapere che eravamo solo noi l'uno nell'altro e che avessimo creato un mondo così che non avrebbe mai riguardato gli altri? Come può regnare il buio su una cosa così? Come può la sua pelle averne paura? Non c'era più la paura nei suoi occhi quando io li ho chiusi. Non mi sarei mai addormentato se l'avessi vista. Non c'era, dannazione, vaffanculo, non c'era.

Reckless - Larry AU FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora