Paper 09- Still under the sheets

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Farò della mia anima uno scrigno

per la tua anima,

del mio cuore una dimora

per la tua bellezza,

del mio petto un sepolcro

per le tue pene.

Ti amerò come le praterie amano

la primavera,

e vivrò in te la vita di un fiore

sotto i raggi del sole.

Canterò il tuo nome come la valle

canta l'eco delle campane;

ascolterò il linguaggio della tua anima

come la spiaggia ascolta

la storia delle onde.

(K. Gibran)

Man, The Sulby Glen Hotel, sabato 13 aprile 2019, ore 10

Una sensazione di improvvisa frescura inondò la pelle leggermente sudata di Louis, coprendola di brividi e portandolo a stringersi istintivamente il corpo nudo sotto le coperte, allungando il braccio sul materasso freddo, affollato solo da lenzuola e copriletto appallottolato. Quell'ipersensibilità della cute al contatto coi tessuti attorno acuì persino l'odore di salsedine e vento che stava riempiendo la stanza come di solito faceva con le grotte affacciate tra gli scogli e la spiaggia. Quell'odore aveva un colore accecante che lo spinse ad aprire gli occhi, e a richiuderli subito per il bruciore di quel gesto improvviso. Dovette riprovare più lentamente, per abituare le iridi a tutta quella luce che svolazzava dentro la tenda bianca, sospinta dal vento fin quasi a sfiorare il bordo del letto. Sbattè le palpebre più volte prima di sollevarsi coi gomiti sul materasso, stringendo al petto il cuscino morbido su cui stava ancora impressa la forma del suo viso abbandonato nel sonno. Si guardò attorno, confuso e sfatto, col familiare sapore di qualcun altro sulle labbra, sotto la lingua, deglutendo nella gola arsa che ancora ricordava il vino della sera prima. Ad ogni torsione immerso tra quei veli, più e meno pesanti, il bruciore sottile dei graffi sulla schiena gli ricordava delle impronte che voleva stringere tra quelle lenzuola e che non c'erano, almeno da un'ora se non di più, accanto a lui. Louis si strofinò il viso e sospirò tra le mani unite a coppa davanti a naso e bocca, chiudendo gli occhi per poi abbandonarsi a pancia in su di nuovo sul materasso. Sgambettò piano con le gambe sotto le coperte, trascinandole a destra e a sinistra sul materasso liscio per sgranchirle, come se quel gesto potesse ricordargli con ancor più prepotenza i segni doloranti dei morsi che sentiva a rilievo all'interno delle cosce e in corrispondenza dei glutei. Mugugnò e cercò di dare una forma ai capelli con una mano, ma le sole dita capaci di riuscire in quel compito se le sentiva ancora strette attorno ai fianchi coi loro anelli. Si voltò verso la finestra, dove scorse le striature delle nuvole crema screziare un azzurro che prolungava il mare tanto da farle sembrare pesci capaci di nuotare e perdere i loro contorni sotto le onde.

Io. Nudo, completamente nudo e privo di peso sotto delle fottutissime lenzuola, e mi sento come fluttuare. Non sento alcun macigno sul cuore, niente tra le scapole se non il ricordo del bacio che lasciano sempre lì le sue labbra, nessun pensiero a stritolarmi la testa premendo le meningi l'una verso l'altra come se dovesse schiacciarmi. Solo il suo odore addosso, il profumo del mare che mi entra nelle narici e arriva ai polmoni, un sorriso che non so trattenere contro delle lenzuola bianche e la sua collana in mezzo al petto, schiacciata tra il mio corpo e il nostro letto, che è come un fregio sul mio cuore che batte. Va di qua, di là, è assordante ed...è pazzo di lui. Sono completamente perso per Harry, non so nemmeno più chi io sia se non quel qualcuno che aspetterebbe il suo ritorno crogiolandosi dentro il suo odore su un cuscino o dentro un maglione, guardando con una risata e con le guance in fiamme i segni che mi potrebbe ricalcare ogni giorno sul corpo. Segni di cui sarei orgoglioso, di cui non avrei mai paura. Anche la gioia....anche l'amore lascia dei segni con lui.

Reckless - Larry AU FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora