allora sfogati. questo mi dicono, nelle serate in cui la malinconia prende il sopravvento e le lacrime iniziano a cadere come un temporale estivo arrivato dal niente, in cui il dolore dentro al petto si fa un po' più grande fino a avvolgerti completamente, fino a risucchiarti tutto nella sua orbita nera, nella sua oscurità. è li, che spesso, diventa ingestibile.
diventa impossibile uscire da una situazione così perché da un lato vuoi smettere di provare quel dolore ma dall'altro senti il bisogno di andare avanti per tutta la notte a piangere e urlare che, fanculo ti mancano. è per questi due contrapposti che non si finisce mai perché non riesci a deciderti. fai di tutto per provare a smettere di piangere, provi a smettere di guardare video, di sentire canzoni, ma non ci riesci, forse non perché non riesci ma perché in fondo in realtà non lo vuoi davvero. non lo vuoi davvero perché alla fine vuoi soffrire, forse non lo ammetti nemmeno a te stessa ma soffrire è una delle poche cose che ti tiene ancora attaccata a quello che era prima e non a quello che è adesso. il dolore è l'unica cosa ti ricorda che loro esistevano, insieme, coesi, uniti, come se fossero una cosa sola perché non c'era uno senza l'altro. io me lo ricordo bene. ti ostini a provare dolore perché sai che quando smetterai di provarlo, è perché te ne sarai andata, non te li ricorderai più e forse quando te ne renderai conto soffrirai ancora di più. vuoi soffrire perché senti che tra te e loro c'è come una gomma che ormai si sta tirando sempre di più, e una delle piccole parti che ancora è attaccata è proprio il dolore, ma non pensare che se mai un giorno si spezzerà del tutto, quella gomma sarà apposto, non sarà mai apposto perché gli mancherà sempre l'altra metà, e finché non la ritroverà non sarà mai completa. ed è per questo che decidi di non fermarti, anzi, decidi di andare più a fondo, quasi vai alla ricerca del dolore profondo, ricercando appositamente le cose che sai, che nonostante tutto ti faranno male, male davvero. vuoi sfogarti ma dove è il limite? c'è un limite a tutto questo? vuoi sfogarti ma come capisci che finalmente ti sei sfogata se dopo aver pianto per ore e ore, non trovi mai la pace? come puoi dire di esserti sfogata se dopo 10 anni hai ancora bisogno di scovare il dolore in ogni parte più profonda di te, perché, fondamentalmente è ciò che ti fa stare bene? perché deve esistere questo ossimoro che forse non comprenderai mai fino in fondo?
dove è il limite? finirà mai? o dovrai, forse come sempre, aspettare che le lacrime escano in continuazione, e finalmente, addormentarti?